Sulla Formula 1 odierna si possono dire tante cose. Non c’è più quello smalto che caratterizzava le figure di Schumacher, Coulthard, Hakkinen, Irvine, Damon Hill e compagnia varia, sia perché ora i talenti spuntano come funghi, sia perché la tecnologia ha reso ogni Gran Premio molto più ordinario del previsto. Ciò che rimane è però quell’appuntamento fisso domenicale, ora non più visibile sempre gratuitamente, ma comunque in grado di riunire i fan delle quattro ruote davanti alla televisione.
Il fascino della Formula 1 è dato dalla precisione che bisogna avere in ogni giro, dove la minima perdita di aderenza può risultare nella rovina ed un semplice contatto tra alettoni condanna al passaggio nella Pit Lane. Tanti bambini negli anni 90 sognavano di fare i piloti ed arrivare a gareggiare nei circuiti più importanti del mondo, magari addirittura nel rimpianto Nürburgring. Praticamente per la quasi totalità di loro il destino ha riservato piani diversi, ma grazie ai videogiochi il sogno ha assunto una nuova forma, quella della simulazione.
Quest’anno arriviamo dunque a F1 2016, appuntamento classico con la Formula 1 che continua ad essere sotto la guida di Codemasters, autentici veterani del settore in grado di regalarci il fantastico DiRT Rally. Qui però la derapata e lo sterrato non sono contemplati, quindi il bagaglio culturale del team ha dovuto fare i conti con una diversa fisica del gioco e modalità non presenti nella specialistica su ghiaia, terriccio e ghiaccio. L’imperativo non era solo creare una simulazione degna del suo nome, ma anche far sparire tutte le ombre piombate su F1 2015, molto criticato dai fan per l’assenza di caratteristiche basilari. Quest’anno, però, gli sviluppatori non hanno solo ascoltato i giocatori, ma hanno fatto di più, introducendo praticamente tutti gli aspetti della Formula 1 reale, su PC e console.
Nella prova di circa 45 minuti, F1 2016 ha mostrato tre diverse modalità, molto classiche per tutti i giochi di corse su circuito. C’è ovviamente l’evento singolo, personalizzabile con varie opzioni che vanno a decidere la presenza di prove libere, le qualifiche e la lunghezza della corsa. Resta inoltre l’intramontabile giro veloce, in cui tuffarsi se si vuole proprio cercare di superare se stessi all’infinito. Ultima, ma non meno importante (anzi, essenziale) è la modalità Carriera, che torna con una quantità di novità entusiasmante e la promessa di far felici tutti gli amanti della Formula 1.
Da tempo anche i giochi di corse hanno implementato la parte gestionale oltre a quella sulla pista. Durante la Carriera, il personaggio creato sarà infatti lanciato nel Mondiale per competere contro gli avversari e le altre case automobilistiche. Ci sono però due nuovi avversari con cui bisogna anche confrontarsi: il compagno di scuderia e la scuderia stessa. Fin dall’inizio si può infatti scegliere una qualsiasi casa costruttrice, ma gli obiettivi che ci verranno dati saranno ovviamente proporzionati alla scelta. Difficilmente Ferrari, Mercedes e Red Bull si accontenteranno di arrivare tra i primi 8 della classifica, quindi la nostra pazienza e la concentrazione saranno messe a dura prova.
Ogni corsa è messa in relazione col proprio compagno di scuderia e, ve l’assicuriamo, questo sarà il momento in cui capirete veramente perché non corre buonissimo sangue tra Hamilton e Rosberg. La rivalità è più accesa che mai, poiché si verrà sempre confrontati con le performance del rivale e l’indice di gradimento della scuderia sarà cruciale per capire se si può continuare a correre o si deve cominciare a cercare qualcuno di meno esigente.
Oltre ad essere costantemente sotto pressione, dovremo anche capire come investire il lavoro dei nostri fidi ingegneri, sempre pronti a migliorare la qualità della vettura in base ai nostri test. Saranno proprio loro infatti ad aggiornarci sulle nuove scoperte e sui piccoli miglioramenti della monoposto, sempre confrontandola con quelle avversarie. Nel momento in cui saremo soddisfatti della parte burocratica, basterà chiudere il laptop virtuale per scendere finalmente in pista.
Arrivati a questo punto, bisogna spendere qualche parola sul setup utilizzato: F1 2016 dà il meglio di sé con il Thrustmaster T500, a cui è stato però sostituito il volante normale con un Thrustmaster Ferrari F1 Wheel Add-On, autentica replica del volante che si può trovare sulla monoposto Ferrari usata per il Mondiale 2011. Il feeling dato da questa periferica, unito ad un sedile da corsa ed una struttura estremamente solida, ha permesso di godere appieno dell’esperienza. Utilizzando un controller normale per console la storia ovviamente cambia, ma non si può del resto pretendere che tutti abbiano un setup da guida in casa. Resta il fatto che il volante di Formula 1 ha permesso anche di utilizzare il cambio sequenziale per avvicinarsi ancora di più al realismo della pista.
Passare dai box al tracciato vero e proprio è questione di un tasto, ma conviene dare sempre un’occhiata allo schermo appoggiato sulla monoposto per sapere se la pista è troppo affollata per le qualifiche. In questo caso, meglio aspettare qualche giro. Altrimenti si può subito scendere in pista e cercare di battere il tempo migliore, in vista della gara vera e propria. Sin dall’uscita dalla Pit Lane si può notare come il gioco non perdoni alcun nostro errore: sopra la testa non penzola una sola spada di Damocle, bensì due, perché ogni errore o inadempimento delle regole viene puntualmente notato dai giudici di gara e messo sotto investigazione.
Giocando con gli aiuti disattivati (consistenti in frenata non assistita, minimo controllo di trazione e cambio manuale) F1 2016 è proprio come sedersi in una monoposto e cominciare a girare per i propri circuiti preferiti. Nella nostra prova abbiamo percorso il GP d’Australia, testando le due condizioni meteo classiche di ogni Gran Premio. Quando il Sole splende nel cielo, le gomme sono praticamente incollate all’asfalto, a meno che la nostra guida non sia così spericolata da mandarci in testacoda ad ogni curva. Cambiare marcia nel momento giusto è inoltre essenziale per garantire una buona frenata in entrata di curva e la massima trazione in uscita: questo fattore è però dato anche dalla mescola di gomme selezionabile all’inizio delle prove, con le super soft a far da padrone in casi del genere. Guidare la monoposto è relativamente facile dopo qualche giro, necessario per studiare le curve, capire quando frenare e soprattutto memorizzare quale marcia tenere per ogni svolta. Se non si tengono in considerazione questi fattori, specialmente in full manual, le protezioni laterali del circuito faranno presto la nostra conoscenza, con tanti ossequi.
È ancora più importante fare attenzione se dal cielo cade invece pioggia a secchiate: attivare gli aiuti è una tentazione molto forte, poiché ogni curva rappresenta l’inizio di una sbandata controllata e il controsterzo può seriamente mettere a repentaglio il nostro tempo sul giro. Come se la perdita di aderenza e controllo non bastassero, arriva anche la visibilità a confonderci: avere avversari davanti a sé che alzano cumuli di acqua rende molto difficile ricordarsi dove siano le curve, oltre ad aumentare il rischio di incidenti.
Giro dopo giro, comunque, la voglia di continuare sale, sia per competere contro il cronometro che per arrivare finalmente alla gara ufficiale. Il momento è cruciale, perché prima di cominciare a sorpassare i propri avversari bisogna per forza partire da fermi: sul rettilineo principale, ciò che conta è la prontezza dei riflessi, unita ad un buon tempismo nel cambiare le marce. Da fermi si è infatti in folle, pronti per sbloccare la prima marcia una volta che i 5 semafori rossi scompaiono finalmente dal tabellone. Arrivati alla prima curva si riesce dunque a capire quali siano i livelli dell’intelligenza artificiale: impostando la difficoltà su Facile, trovare traiettorie per sorpassare gli altri non è difficilissimo, ma ogni errore viene comunque punito severamente dal gioco, condannandoci al secondo posto o, peggio, alla fuoriuscita dal podio.
Durante tutta la gara si può tenere sotto controllo la propria vettura grazie all’HUD e alle comunicazioni dei box: la strategia dei Pit Stop è essenziale per non tirare troppo il collo alle gomme e cercare di prevedere le mosse degli altri. Basta dunque un semplice tasto per richiamare i propri ingegneri e decidere quali siano le prossime mosse da adottare, entrando nella Pit Lane.
Il momento culminante arriva però allo sventolamento della bandiera a scacchi, che sancisce la nostra vittoria e ci porta sul podio a festeggiare insieme agli altri piloti. Vincere in F1 2016 è estremamente importante per la Carriera, poiché fa in modo che le aspettative del team siano rispettate e la nostra reputazione abbia un buon boost.
Successivamente, l’attenzione è caduta sul circuito di Hockenheim, giusto per provare a rialzare l’onore della Ferrari, uscita in modo anonimo dall’ultimo Gran Premio. La sorte a quanto pare vuole male alla scuderia di Maranello, perché l’esito è stato altrettanto deludente. Tuttavia, ciò ha portato a testare anche le monoposto Red Bull e Mercedes, per capire quali differenze ci siano tra le vetture: come nel Mondiale, Red Bull e Mercedes sono più veloci rispetto alle Ferrari, ma non godono della stessa stabilità Made in Italy. La scelta della casa costruttrice è dunque soggettiva e deve rispecchiare le abilità intrinseche del pilota, in modo da non trovarsi in mano una vettura incompatibile con le proprie abilità.
Si è vista così anche la qualità grafica di F1 2016, che sfrutta le conoscenze utilizzate per plasmare DiRT Rally: le textures sono molto pulite e nitide, anche se non eccellono per quanto riguarda i riflessi della luce. I dettagli delle monoposto sono comunque ricreati in modo minuzioso, concentrandosi sulle particolarità della costruzione e su tutti gli sponsor applicati alla carrozzeria. Le ambientazioni, dalle tribune alla natura che circonda il circuito, sono a loro volta molto curate, anche se è difficile ammirarle con attenzione quando si è lanciati a folle velocità. Un altro elemento grafico che ci viene subito mostrato è quello dei volti delle persone che infondono di vita i box e l’ufficio: anche se la costruzione dei volti non è al top della risoluzione, sarebbe insensato criticare F1 2016 per un discorso così poco inerente alla guida vera e propria. Ciò che conta veramente, come dicono gli stessi fan, è la sensazione che il gioco può dare, in relazione al mezzo flop dell’anno scorso.
Contando che il gioco provato non è la versione finale del prodotto, la considerazione per F1 2016 cresce ulteriormente. A livello tecnico, F1 2016 è decisamente convincente, con un livello di simulazione che mantiene qualche nota arcade per affacciarsi anche a chi trova qualche difficoltà nel giocare. Tutti gli aiuti si possono disattivare per aumentare il livello di realismo, quindi anche coloro che cercano di mettersi i bastoni tra le ruote avranno pane per i loro denti.
Con l’introduzione della modalità Carriera, mai così grande ed articolata, F1 2016 assume inoltre maggiore profondità nel gameplay e si prepara ad essere giocato ben oltre il termine della stagione attuale di Formula 1. Il multiplayer, che purtroppo non è stato possibile provare, promette inoltre di essere avvincente quanto il single-player, grazie al vasto numero di giocatori in contemporanea.
Dunque, il simulatore ufficiale della FIA convince già, nonostante qualche dettaglio grafico sia ancora da passare con la cera: manca poco al lancio, fissato per il 19 Agosto, ma siamo fiduciosi che questo capitolo possa essere ciò che i giocatori cercano da fin troppo tempo nei negozi di videogiochi.