18 Ago 2016

WWE 2K17 – Anteprima gamescom 2016

ColoniaSuplex City, Bitch! Il buon Brock Lesnar non è certo nuovo a frasi divenute iconiche nel mondo dei videogiochi: basti pensare alla leggendaria Here comes the Pain, che anni or sono diede il nome ad uno dei titoli del celebre franchise di WWE. Del resto lo sappiamo tutti: checché se ne dica e se ne parli non sempre in modo lusinghiero, il vecchio wrestling almeno una volta in vista nostra ce lo siamo guardati tutti. Chi magari attratto dalle recenti star di questo showbiz da milioni di dollari, foriere di tecniche spettacolari e faide pompose destinate a finire nel sangue (finto); chi invece, magari “agevolato” dalla raggiunta maturità si è affezionato a questi energumeni da ring decenni or sono, quando Yokozuna faceva paura solo a vederlo entrare, quando la canotta gialla strappata di Hulk Hogan era la cosa più galvanizzante del creato e, perché no, l’urlo al cielo di Ultimate Warrior regalava sempre emozioni incontrollabili.

WWE 2K17 è il quarto tassello di 2K Games alle redini del progetto Wrestling: una sfida raccolta dopo il fallimento di THQ con un necessario salvataggio in extremis dell’IP sviluppata da Yuke’s, partita nel 2014 non senza incertezze ma, nel corso degli anni, via via affinata sotto i principali paradigmi di gioco: gameplay, componente grafica, ricerca di “realismo” e di somiglianza alla spettacolarità della controparte reale. Già lo scorso anno il carrozzone del wrestling ci era parso ben avviato, con un giusto bilanciamento di ciascun fattore – nonostante alcune scelte nel control schema non del tutto azzeccate. Lecito dunque aspettarsi grandi cose da questo WWE 2K17, che nelle settimane prima di Colonia ha fatto parlare di sé con l’annuncio di parte del roster ufficiale, qualche chicca per intenditori legata prevalentemente al ritorno di grandi leggende della disciplina, di quelle gnoccolone delle Divas e, non ultima, la promessa di interessanti novità. Che, tra suplex e immancabili schizzi di sangue, abbiamo provato con gioia in questi giorni di gamescom. Alla faccia di Brock Lesnar.

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L’intento di 2K con WWE 2K17 è abbastanza chiaro: abbandonare gli aspetti stilistici più arcade per approdare ad un prodotto più affine alla realtà, dove la componente simulativa non rappresenti una semplice velleità ma, al contrario, si articoli con un gameplay profondo e sfaccettato, pur mantenendo la propria tradizionale accessibilità. Il focus, in sostanza, va al cosiddetto “core wrestling”, al combattimento nudo e crudo fatto di grapple, di prese e contrattacchi e, ovviamente, di spettacolarità ai massimi livelli – come lo è del resto la fonte originale, Una spettacolarità che raggiunge nuove vette per il franchise con l’introduzione di nuove modalità di gioco, che spostano il combattimento nel tradizionale backstage o addirittura in mezzo al pubblico, con tanto di esultanze incontrollate e facce incredule degli astanti. Yuke’s fa le cose in grande, insomma, e punta a replicare su console e PC il medesimo show che in milioni di spettatori, quotidianamente, seguono imperterriti.

Ecco perché, tra le novità di questa iterazione del franchise, troviamo anche le cosiddette Promos, le classiche interviste “arroganti” gestite da conduttrici formose e ammiccanti durante le quali, immancabilmente, i wrestler si scatenano dando il meglio di sé. Disponibili nelle modalità MyCareer e WWE Universe, esse offrono un classico selettore di risposta multipla: in base alla risposta data, la catena narrativa degli eventi potrà subire modifiche più o meno drastiche. Questo è prevalentemente il caso di MyCareer, dove plasmeremo il nostro atleta secondo il gusto personale e ne seguiremo l’ascesa a star,  una ripida salita destinata a culminare nella fatidica lotta per il titolo in quel di Wrestlemania. WWE Universe andrà invece a toccare quelle corde che gli affezionati prediligono: faide, interviste che degenerano in rissa, combattimenti spettacolari e colpi di scena degni del cinema.

wwe 2k17

Larghissimo spazio viene nuovamente dedicato alla customizzazione: WWE 2K17 vanta infatti una nuova Creation Suite, grazie alla quale ogni giocatore potrà dare libero sfogo alla propria fantasia creando non solo nuovi atleti, ma arene personalizzate, titoli speciali e incontri speciali. “Pretty much everything concerning WWE“, praticamente tutto quello che riguarda la WWE: queste le parole del Producer del titolo nel corso della nostra presentazione odierna. Presentazione che, immancabilmente, non poteva sottrarsi alla classica domanda di rito: cosa dovremmo aspettarci in termini di roster? La risposta a tal riguardo non è stata definitiva, laddove a fianco delle superstar già annunciate e facenti parte di Suplex City ve ne saranno altre, alcune delle quali leggendarie, destinate ad entrare nel gruppetto. Ne sapremo sicuramente di più nelle prossime settimane, quando sarà la stessa 2K a diramare informazioni a riguardo: di sicuro, la presenza di Sting e Ultimate Warrior (unita a quella di Goldberg, disponibile come bonus preorder) all’interno della mappa dinamica di Suplex City può solo farci felici.

Pad alla mano, ci siamo divertiti per una buona mezzora con i quattro protagonisti della demo odierna, rispettivamente Aj Styles, Dean Ambrose, Kevin Owens e Seth Rollin. Il gameplay di WWE 2K17 è esattamente quello che ci aspettavamo: immediato e divertente, ma con quel pizzico di “tattica” che lo solleva dal più semplicistico arcade-fight. Nulla che possa essere paragonato a fighting games più celebri (una differenza insita nella stessa natura di WWE), ma quantomeno è impossibile non notare una significativa evoluzione rispetto al button mashing che ha afflitto il brand nelle passate edizioni.

L’evoluzione nel percorso di rinnovamento del franchise

A fianco dell’introduzione di nuovi mini-game per le submission, per contrattaccare le finishing o per articolare prese più complesse, a colpirci maggiormente sono state le novità nella cosiddetta Backstage Brawl: non solo ogni oggetto potrà essere trasformato in un’arma bianca da usare, lontano dagli occhi degli arbitri, ma sarà possibile sfondare nel vero senso della parola porte o barricate per entrare (e combattere) in nuove zone, normalmente precluse. Ecco che dunque ci si ritrova a combattere dentro uno spogliatoio, o addirittura nell’ufficio di Triple H – che dopo aver assistito attonito alla scena, se ne andrà perplesso scuotendo la testa. Il tutto, rigorosamente accompagnato dalle musiche di Sean Diddy Combs – conosciuto da molti come Puff Daddy: ma se il franchise ci aveva insegnato una cosa era che, in fatto di musica, quei “tracagnotti” del ring ne capivano abbastanza.

2K Games, ancora una volta, sa il fatto proprio. E cosa che non ti aspetti, sa anche essere umile, imparare dai propri errori e fare tesoro delle critiche ricevute dal proprio pubblico. WWE 2K17 rappresenta la naturale evoluzione del percorso di rinnovamento del franchise intrapreso tre anni or sono: un titolo che anno dopo anno guadagna maturità e profondità, strizzando l’occhio ad un pubblico sempre più vasto grazie all’elevato dosaggio di spettacolarità fornito dai propri contenuti ma, allo stesso tempo, soddisfacendo i gusti di chiunque sia alla ricerca di un fighting game non esageratamente tecnico, immediato e incline all’esagerazione. Rinnovato nella grafica e nelle animazioni, WWE 2K17 regala un colpo d’occhio convincente e, cosa più importante, una giocabilità alla portata di tutti – anche i meno esperti – affiancata da un control schema rinnovato e più intuitivo, che non recherà comunque esagerati fastidi a chiunque si sia abituato a quello della passata stagione. Muscoli, sangue, faide e colpi sleali sanciscono dunque la nascita di questo nuovo tassello targato WWE, che come tradizione 2K metterà a disposizione del giocatore un roaster delle grandi occasioni e un numero soddisfacente di modalità di gioco – alcune delle quali ispirate a sfide e combattimenti storici , tra cui l’interessante MyCareer. Di carne sul ring, insomma, sembra essercene a sufficienza: come direbbe BookerT,can you dig it, sucka?

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