Colonia – Se c’è una cosa che abbiamo imparato da Minecraft è che, per quanto se ne dica, la User Content Creation piace un sacco. Dall’esordio del fortunatissimo titolo di Mojang ad oggi, del resto, di creazioni da far cadere al suolo la mascella ce ne sono state tantissime: basti citare l’utente folle capace di ricreare a manina l’incantevole Minas Tirith de Il Signore degli Anelli; quello ancor più folle che perse mesi di vita per regalare una Manhattan in miniatura, e pure in scala, così dettagliata da far girare la testa; quello da internare probabilmente prima di subito che, in preda alla noia, ha ricreato una ALU (unità aritmetico-logica presente all’interno di una normale CPU) a 16 bit, perfettamente funzionante. Una prodigiosa inutilità di cui vantarsi con l’intera rete, rigorosamente a mattoncini. Al netto della ragguardevole mole di tempo libero di cui, a quanto pare, alcuni esseri umani fortunati sono dotati, il buon Notch ci ha visto davvero giusto: cosa ci può essere di più bello di creare i propri mondi preferiti in un videogioco, usando una struttura base che ricorda – nemmeno troppo velatamente – quella dei celeberrimi LEGO?
Ed eccoci arrivati al nocciolo della questione. Sì, perché oggi non parliamo certo di Mojang e del suo Minecraft: piuttosto, per certi versi, facciamo il ragionamento contrario per raccontarvi la storia di quella volta in cui la fonte di ispirazione di un successo planetario si ispira a quest’ultimo per dar vita, almeno sulla carta, ad un successo potenzialmente ancora maggiore. Avete mai pensato a quanto sarebbe bello poter creare qualsiasi cosa vi passi per la testa, popolata dalle creature più assurde o bizzarre vi vengano in mente, ma tutto rigorosamente creato a tema LEGO? Beh, da circa un anno è possibile su PC grazie a LEGO Worlds, in versione Early Access tramite la piattaforma Steam – e sì, dovete abitare in un igloo sperduto della Lapponia per esservelo perso. Da pochi giorni, tuttavia, Warner Bros ha rilasciato alcune novità relative a questo paradiso sandbox per nerd: novità che, qui a Colonia, non potevamo certo lasciarci sfuggire.
La bomba appena citata è una di quelle che TT Games deve aver tenuto a fatica in serbo, sino all’annuncio di pochi giorni fa: rullo di tamburi, ecco a voi la modalità multigiocatore. Si tratta essenzialmente di una nuova (e attesa) funzione online, che permette a due giocatori di esplorare reciprocamente i mondi creati da ciascuno scambiandosi feedback, consigli e magari pure qualche offesa gratuita dettata dall’invidia. Non solo: sarà infatti possibile creare ad hoc esperienze coop o autentiche sfide cooperative, irrimediabilmente destinate alla condivisione social. E chissà che le migliori non ricevano un trattamento “speciale” da LEGO stessa.
L’introduzione di questa componente multigiocatore, per certi versi, va a sopperire una delle principali lacune – non ancora colmate dai primi giorni di Early Access del gioco: la mancanza di una storyline vera e propria. All’inizio della partita, il rischio di rimanere spiazzati non è affatto trascurabile: un editor vasto, se non vastissimo, con cui dare libero sfogo alla propria creatività, privo però di un tutorial che indichi a grandi linee cosa ci sia davvero da fare o, alle brutte, qualche NPC chiacchierone con cui passare il tempo. LEGO Worlds è un enorme mondo procedurale da esplorare in lungo e in largo, che alterna vallate rigogliose di color verde smeraldo a regioni desertiche gelate, passando per vulcani in eruzione, paesaggi marini soleggiati o aree incantante popolate da dragoni volanti, maghi e persino vampiri. C’è davvero di tutto e di più sotto questo punto di vista, e la possibilità di creare scorci ai limiti dell’assurdo (lo ribadiamo, non esiste alcun freno alla propria creatività, se non la pazienza di chi gioca) eleva esponenzialmente lo spazio delle soluzioni possibili.
Non fosse che, una volta avviato questo sandbox, l’assenza di un compito specifico impone al giocatore un semplice assioma: esplorare. Tocca dunque muoversi in lungo e in largo, camminare, sfruttare i veicoli che ogni tanto troveremo a nostra disposizione e accedere a quante più aree possibile, alla ricerca di composizioni create in precedenza dal team di sviluppo che, una volta stanate, potranno essere “fatte proprie” tramite apposita opzione e riutilizzate nel nostro “villaggio dei sogni” come preset. I collezionabili di questo tipo sono disponibili a centinaia, e permettono al giocatore impaziente di allestire un primo scenario completo nell’arco di sessioni ragionevolmente brevi: tra fiori, alberi, tronchi di varia natura e costruzioni già pre-assemblate pronte all’utilizzo, costruire un piccolo chalet di montagna lontano dal tram tram cittadino è una passeggiata di salute. Magari pure popolato da scimmiette antipatiche o da scheletri con scarso senso dell’umorismo. Tutto questo va ad affiancarsi alla modalità chiaramente più “legosa” del pacchetto, Brick by Brick, che come precisamente suggerito dal suo nome permetterà di creare qualsiasi cosa (davvero, qualsiasi cosa) assemblando uno dopo l’altro i mattoncini colorati – mattoncini che, dopo la penuria iniziale, iniziano ad essere disponibili all’utilizzo in forma e varietà soddisfacenti.
Viene dunque naturale chiedersi, al netto dell’esplorazione e della fase “scopri l’architetto che è in te“, cosa rimanga da fare in LEGO Worlds. E purtroppo la risposta è alquanto laconica: poco altro. Cercare altri oggetti da aggiungere alla libreria, stanare nuovi veicoli – che tornano sempre comodi, visto che non tutte le aree saranno accessibili a piedi, trovare nuove regioni e collezionar qualsiasi cosa le popoli. C’è anche una minima componente di “lotta” in questo Worlds, nonostante essa sia così superficiale e basilare che può essere comodamente riassunta con button mashing. In base alla tipologia di zona raggiunta, infatti, sarà possibile affrontare gruppetti di creature “tematiche” (scheletri o vampiri nelle terre abbandonate, orsi polari nelle zone artiche e scheletri, vampiri, draghi e affini in quelle magiche) che, se sconfitte, finiscono dritte dritte nella nostra libreria, pronte al riutilizzo. Il come farlo è semplice: si pigia il bottone dell’attacco fino a renderle un mucchietto di mattoncini inermi. Fine. Non che ci aspettassimo la possibilità di lanciar sortilegi, ma un pizzico di impegno in più non ci avrebbe infastidito.
Un universo di mattoncini che leva il fiato …
LEGO Worlds, dal suo lancio in Early Access a questa gamescom 2016, di strada ne ha compiuta parecchia. I ragazzi di Traveller’s Tale, sotto suggerimento di un pubblico tanto esigente quanto attento, hanno limato una lunga lista di problemi che affliggevano la versione iniziale: da una gestione delle inquadrature non sempre precisa e, troppo spesso, macchinosa, ad una pulizia visiva nettamente più convincente. Il colpo d’occhio di LEGO Worlds, questo enorme universo composto unicamente da mattoncini colorati sgargianti in tutta la loro spigolosità, ancora oggi, è qualcosa capace di levare il fiato agli appassionati del brand danese: milioni di mattoncini impilati, affiancati, incollati uno sull’altro per dar vita ad architetture più o meno fantasiose, a paesaggi ricchi di quel fascino di cui, da bambini, siamo caduti vittime un po’ tutte.
L’ostacolo più grande per LEGO Worlds, allo stato attuale, è la sua assenza di contenuti che esulino dalla semplice Content Creation. L’aggiunta del multiplayer a due giocatori è sicuramente un incentivo tutto tranne che trascurabile, ma l’assenza di uno scopo – se non il semplice vagare da un’area all’altra alla ricerca di Minifig o costruzioni prefabbricate – alla lunga, rischia di annoiare anche il giocatore più appassionato. Considerando la “lore” di LEGO, che vanta licenze da nove zeri in ambito cinematografico oltre che prettamente ludico, possiamo solo augurarci che Warner Bros e TT Games amplino l’offerta attualmente disponibile, inserendo sezioni tematiche dedicate alle IP di maggior successo. Qualcosa a tema Avengers, per capirci, o Lord of the Rings. Resterebbe sempre il problema dettato dall’assenza di una storyline definita: ma anche l’oceano di LEGO Worlds è fatto di piccole gocce. Fatte rigorosamente a mattoncino.