Colonia – Star Trek è una serie che ha saputo influenzare pesantemente la cultura popolare degli ultimi decenni, conquistandosi un posto nel cuore di generazioni intere di appassionati, che sognano di essere ufficiali della federazione e di librarsi fra le stelle sulla plancia di una delle navi stellari da esplorazione rese famose da film, libri e serie tv.
Quel sogno è quantomai vicino dall’essere realizzato grazie a Ubisoft ed il suo Star Trek: Bridge Crew, un nuovo titolo cooperativo basato sulla realtà virtuale che ci farà assumere il ruolo di un ufficiale nella plancia della U.S.S. Aegis, una nave mai mostrata prima nelle diverse iterazioni del brand e per la quale potremo essere capitani, tecnici, tattici, ingegneri o semplici giubbe rosse.
Abbiamo provato ad essere reclutati dalla Flotta Stellare grazie ad un visore Oculus Rift ed al relativo controller: il nostro ruolo all’interno della plancia di comando della U.S.S. Aegis è quello di Helm, ovvero l’ufficiale addetto a pilotare la nave. Prima di iniziare a pilotare la gigantesca nave della Federazione, un simpatico piccolo shuttle orbiterà attorno al cantiere, mostrandoci la Aegis in tutto il suo splendore. Siamo introdotti ai comandi grazie ad un piccolo tutorial video che ci dà il benvenuto fra le fila delle giubbe rosse.
Ci ritroviamo di colpo a bordo della nave, seduti sulla nostra sedia all’interno della plancia di comando. Davanti ai nostri occhi lo spazio, l’ultima frontiera: la possibilità di girare la testa dentro il ponte principale della Aegis è una sensazione fantastica. Vediamo anche i nostri compagni, intenti a studiare le rispettive postazioni: abbiamo un ingegnere, che si occuperà di direzionare l’energia ai motori, alle armi, agli scudi e a teletrasportare la gente; un addetto alle armi, che si occuperà di difenderci dalle minacce intergalattiche; infine un capitano, che per la dimostrazione è stato interpretato da uno degli sviluppatori del gioco.
Inizio con titubanza ad avvicinare le mie mani sulla console di comando: alla mia sinistra, la oramai famosissima leva per la velocità di curvatura, mentre davanti a me appare una dettagliata mappa stellare ed uno slider per il controllo della velocità. Alla mia destra invece appare il timone olografico, che ha la forma di un cerchio con il quale controllare la direzione presa dalla Aegis.
Riceviamo una chiamata di soccorso da un vascello della Flotta Stellare, disperso non troppo distante dalla nostra posizione. Il capitano accetta ovviamente la missione di recupero, ed io preparo la nave al balzo a curvatura: giro il timone verso la rotta tracciata e dò energia ai motori: la sensazione è davvero quella di far parte di un equipaggio, con il capitano a dare ordini tramite la chat vocale e la necessità urgente di eseguirli per il bene comune.
Arrivati nel sistema incriminato, un’agghiacciante vista ci appare davanti: rottami di una nave. Ma c’è ancora speranza, qualcuno dell’equipaggio è ancora vivo! L’ingegnere deve localizzare e teletrasportare i superstiti all’interno della nave, ed io devo cercare di avvicinare la Aegis il più possibile per evitare interferenze. Spicca di nuovo l’elemento cooperativo di Bridge Crew: la missione semplicemente non può essere completata se l’equipaggio della plancia di comando non collabora all’unisono.
Tutto d’un tratto una nave sconosciuta ci appare nei radar, e senza indugiare ulteriormente decide di fare fuoco contro di noi. Il lavoro dell’ingegnere è sempre più difficile in questo momento: egli infatti deve reindirizzare l’energia agli scudi, ma lasciarne abbastanza per permettere all’artigliere di fare fuoco, senza dimenticare un po’ di energia ai motori per far sì che la Aegis non diventi un bersaglio immobile.
La sensazione è davvero quella di far parte di un equipaggio stellare
Inoltre, il teletrasporto dei sopravvissuti viene influenzato negativamente dalle interferenze dovute ai danni subiti dalla nave: anche qui, il lavoro di squadra è essenziale, ed il capitano non può smettere di dare indicazioni nemmeno per un minuto. Riusciamo a fatica a recuperare più superstiti possibili prima di portare la Aegis a velocità di curvatura per tornare nel settore più sicuro controllato dalla Flotta Stellare.
A fine partita, un riassunto delle nostre imprese viene mostrato, con conteggio dei superstiti raccolti ed un giudizio sulle nostre abilità come team.
Star Trek: Bridge Crew è un interessante esperimento, a nostro avviso riuscito. Il titolo di Ubisoft è mirato agli appassionati della famosa serie di film e telefilm, ma siamo sicuri che anche i neofiti potranno apprezzarlo, anche se in modo minore. La forza di Bridge Crew sta appunto nel ricreare l’atmosfera resa famosa sul piccolo e grande schermo, aspettativa che non viene affatto disattesa dal gioco. Essere a bordo della Aegis si è rivelata essere una piacevolissima esperienza, e non vediamo l’ora di saperne di più nel prossimo futuro, per arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima.