Ciao, sono Roberto, e prima di qualche giorno fa non avevo mai provato un visore per la realtà virtuale nel nuovo millennio.
No, non sto scherzando. La mia prima prova reale risale veramente al millennio scorso, quando questa tecnologia si affacciava timidamente al mondo dell’intrattenimento videoludico, ma solo per pochi, pochissimi eletti. Era il tempo di Doom. Del primo Doom, quello originale che aveva ancora i pixel grossi come ciliegie, ma che a vederteli spiaccicati a 3 centimetri dagli occhi in un visore scomodo e stretto ti faceva venire il dubbio che dietro ci fosse chissà quale stregoneria.
Per mia fortuna, il PlayStation Dome a Milano sito in via Tortona è venuto a salvarmi dalla mia grigia esistenza virtuale, e mi ha letteralmente fatto tuffare nel mondo di PlayStation VR. Il primo banco di prova per i miei sensi di ragno in realtà virtuale è stato Ocean Descent, una delle applicazioni presenti all’interno di VR Worlds.
Ve lo dico fin da subito, non è stata un’esperienza interattiva, dovevo solo stare lì e guardare quello che mi succedeva intorno, ma questo non significa che non ne sia valsa la pena, anzi, tutto il contrario. Dal titolo è facile intuire di cosa stiamo parlando. Ocean è chiaramente oceano, e Descent significa discesa, perciò mi sono messo comodo e mi sono preparato ad osservare le meraviglie dei fondali marini.
Avete mai visto quei documentari che passano ogni tanto in TV o quei pacchetti regalo che vi fanno fare un giro sul fondo del mare all’interno di una confortevole gabbia metallica? Beh, il funzionamento di Ocean Descent è principalmente quello, solo meno umido e più sicuro: a livello pratico almeno, perché su quello emotivo non ci metterei la mano sul fuoco.
Pochi minuti all’interno di Ocean Descent e già ci si ritrova ad essersi dimenticati di essere all’interno di una normalissima stanza con in testa un visore
Immagino che molti di voi siano dei buoni nuotatori, e che qualcuno sia anche un sub esperto ed avvezzo alle immersioni, e perciò dubito che tutti possiate comprendere le sensazioni iniziali di qualcuno che non sa nuotare e che per di più soffre anche di vertigini (sì, sono vecchio e soffro pure di vertigini, ma in compenso sono bello e simpatico, stacce!). Il principio della discesa non è poi tanto male, l’impatto iniziale con le realtà virtuale fa emergere tante di quelle sensazioni che a primo acchito sono difficili da descrivere tutte insieme.
Quella che ti prende per prima è la sorpresa, in un attimo ti ritrovi nelle profondità marine, la realtà precedente non si vede più, e ti chiedi soltanto come mai riesci ancora a respirare… Per pochi attimi, ma veramente pochi, ti senti quasi oppresso da questo nuovo mondo, ma poi arriva la curiosità. Cominci a scrutare, osservare, ammirare tutto quello che hai intorno. Gli scogli, le alghe, le piante marine, ed ovviamente i pesci. Questi piccoli esserini ti girano intorno, urtano la gabbia ma con gentilezza. Le razze, inteso proprio come pesce e non come gruppo di appartenenza, nuotano placide nelle vicinanze, ignorando gabbia ed occupante quasi più per indifferenza che per una mancata consapevolezza di essere lì…
L’arrivo dell’incoscienza si riconosce subito, perché si annuncia con la smaniosa voglia di toccare ogni singolo tubo della gabbia, ogni pulsante dei controlli, ed ogni pesce che vi passa a tiro. Pochi minuti all’interno di Ocean Descent e già ci si ritrova ad essersi dimenticati di essere all’interno di una normalissima stanza con in testa un visore. E proprio per questo che qui le raccomandazioni sono d’obbligo, perché con VR sulla testa non si ha la totale consapevolezza degli ostacoli che si hanno vicino nella realtà, perciò cercate di avere sempre un punto di riferimento fisico come per esempio una sedia (come nel mio caso), e cercate di restare sempre nel suo campo tattile. In ogni caso, questa avventura acquatica non finisce di certo qui.
La gabbia continua a scendere, e si comincia a voler sapere cosa c’è sotto di noi. Errore. Almeno per quel che mi riguarda. Le vertigini infatti colpiscono anche nella realtà virtuale, ed un’altezza del genere anche se non è reale, è comunque in grado di incutere un certo timore. La cosa però mi ha permesso di cominciare a vedere i nuovi astanti marini che sono venuti a trovarmi, ovvero un enorme branco di meduse. I loro movimenti, la loro luminescenza, tutto mi suggeriva una sensazione di pace e di tranquillità. Posso affermare con certezza che è stata un’esperienza decisamente rilassante, o almeno lo è stata finché il mio unico neurone funzionante non ha realizzato che qualcosa non andava. Si era finalmente accorto che tutto intorno a me era calmo e tranquillo, TROPPO calmo e tranquillo per la precisione, e che sicuramente a breve ci sarebbe stata qualche sorpresa dotata di pinna dorsale e di qualche decina di denti di troppo.
Ancora qualche istante in mezzo alle meduse, e le nostre attese non sono state deluse: il fondale ha cominciato a tremare, e dopo pochissimi istanti di incertezza, ha fatto effettivamente la sua comparsa un enorme esemplare di Selachimorpha, volgarmente detto squalo o pescecane, come puntualmente ci suggerisce Wikipedia. Qui le cose si sono fatte più intense. Sapevo perfettamente di essere all’interno di una normalissima stanza e di non correre nessun pericolo reale, ma il mio corpo ed il mio cervello si ostinavano a reagire nella maniera sbagliata.
Non oso immaginare come possa essere vedersi girare intorno un VERO squalo famelico che ti guarda come una bistecca appena tolta dalla brace, e sinceramente non ho nessuna voglia di scoprirlo, ma di certo anche quello digitale in Ocean Descent fa la sua spaventosa figura. Che lo si voglia o no infatti, quando lo squalo comincia ad attaccare (era scontato che accadesse) non si può non sentire il battito del proprio cuore che accelera, il paventarsi di una leggera sudorazione che si fa strada sulla pelle, e resta difficile resistere all’istinto irrefrenabile di schivare e spostarsi in base ai suoi movimenti. Il livello grafico molto dettagliato ed ottimamente realizzato del titolo state certi che non aiuta, ed infatti se lo squalo non fosse stato fatto così bene, probabilmente non mi sarei così tanto intimorito.
Parte integrante di VR Worlds, Ocean Descent è senza dubbio un’esperienza fantastica, che vi consigliamo di provare nelle prossime tappe di Sony, che per il mese di ottobre sono in concomitanza delle più famose fiere ludiche del periodo:
A ROMA dal 29 settembre al 2 ottobre al ROMICS
A MILANO dal 14 al 16 ottobre alla MILAN GAMES WEEK
A LUCCA dal 28 ottobre al 1 novembre al LUCCA COMICS & GAMES
Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".
Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".
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