Tramite la sezione Stampa del suo sito ufficiale, Vivendi mostra con orgoglio un traguardo molto importante per la società e allo stesso tempo preoccupante per quella che invece si ritrova ormai da mesi nella pericolosa stretta dei connazionali francesi: Ubisoft è infatti l’obiettivo attuale di Vivendi, che ha cominciato tempo fa letteralmente a “mangiucchiare” parti del colosso del gaming per arrivare ad un’acquisizione completa ed alla possibilità di avere grandi poteri decisionali.
Ubisoft farebbe quasi la stessa fine di Gameloft, proprietà al 100% di Vivendi: alla luce del 7 Dicembre, la maxi compagnia francese detiene infatti più del 25% del capitale sociale di Ubisoft, arrivando dunque a rendere pesanti ed importanti i propri voti nell’organizzazione della società. Vivendi non ha mai formalizzato l’interesse di acquisire totalmente la società produttrice di videogiochi, ma di fatto le sue azioni lasciano ben poco all’immaginazione.
La modalità di conquista che Vivendi ha intrapreso con Ubisoft è ormai rodata, visto che la prima società è famigerata per aver utilizzato in passato questa strategia: per quanto essa venga considerata una tattica “antisportiva” e sporca nei confronti dell’azienda in acquisizione, essa non va contro nessuna legge, quindi c’è ben poco da fare. Yves Guillemot, proprietario di Ubisoft, non dorme sonni tranquilli ormai da svariati mesi, durante i quali ha tentato invano di stoppare o rallentare l’ascesa di Vivendi. La sua famiglia è assolutamente contraria all’acquisizione, vista come un tentativo di privare Ubisoft di un’indipendenza essenziale per sopravvivere sulle proprie gambe.
Secondo la legge francese, tuttavia, Vivendi sarà ad un certo punto obbligata a presentare un’offerta formale ad Ubisoft per acquisire la società. L’acquisizione è infatti regolata da un documento che costituisce una guida al “takeover”: la legge è stata modificata recentemente, ovvero nell’Aprile 2014, per mettere un maggior numero di paletti attorno a queste manovre che altrimenti avrebbero troppo spazio d’azione. Questa legge impone all’acquirente di presentare un’offerta formale non appena proprietario del 30% del capitale sociale o del diritto di voto, oppure nel caso in cui la fetta di capitale sociale e diritto di voto sia tra il 30% ed il 50% se la propria crescita supera l’1% ogni 12 mesi.
Se Vivendi davvero non vuole acquisire Ubisoft con richieste formali, allora probabilmente rallenterà la propria espansione, evitando di finire nei termini della legge presentata più sopra. Con Ubisoft dovrà dunque crearsi un rapporto di stretta collaborazione, ma i rapporti non idilliaci tra le due società sembrano far credere il contrario. La parola passa dunque a Yves Guillemot, che non si è mai risparmiato dall’esprimere la propria opinione su questa vicenda: cosa ne penserà il “capo supremo” di Ubisoft?
Commenti