Resident Evil 7 Biohazard, un po’ a sorpresa, è stato un successo planetario. Non solo ha convinto pienamente noi, come avrete sicuramente notato nella nostra dettagliatissima recensione, ma tanto la stampa internazionale quanto, e sopratutto, il pubblico, hanno riconosciuto al settimo capitolo maggiore della leggendaria saga Capcom una maturità e una profondità dimenticate oramai da tempo. In pochi avrebbero scommesso sul ritorno in grande stile del vero Resident Evil, di quel DNA così riconoscibile che la trilogia originale prima, Code Veronica e il quarto capitolo poi avevano impresso nella memoria degli amanti dell’horror: ci volevano Ethan, Mia, la famiglia Baker e il cambio di visuale, da terza a prima persona, per scuotere la serie sino alle sue fondamenta, portando a galla un’avventura sì nuova sotto numerosi punti di vista, ma – e non ci stancheremo mai di ripeterlo – che puzza di Resident Evil, “quello buono”, lontano un miglio.
A poco più di una settimana dall’arrivo di Resident Evil 7 Biohazard sugli scaffali siamo pronti ad analizzare Banned Footage Vol. 1, il primo di due DLC disponibili in anteprima su PlayStation 4 rispettivamente dal 31 gennaio e dal 14 febbraio, per poi sbarcare dal prossimo 21 febbraio sulle restanti piattaforme. “Filmati Confidenziali“, per dirla alla nostra, spalmati su un set di quattro VHS (due per DLC) che raccontano in modo laterale l’incontro agghiacciante tra Clancy, apparentemente l’unico sopravvissuto della spedizione televisiva a casa Baker, e gli abitanti di questa tetra magione dispersa nella Lousiana. Proprio come nella storyline principale di Resident Evil 7, ci troveremo a rivivere in prima persona gli eventi narrati dai nastri, cercando di sopravvivere all’orrore che essi celano con tutte le (poche) risorse a nostra disposizione.
Banned Footage Vol. 1 si compone di due nastri, Incubo e La Stanza, e di una modalità aggiuntiva che risponde al nome di Ethan Deve Morire. Protagonista delle prime due, come dicevamo, è Clancy, anchorman di dubbia fama “beccato” a curiosare nella dimora dei Baker nel corso della sventurata spedizione televisiva che abbiamo avuto modo di rivivere nella demo The Beginning Hour e nel prologo del gioco vero e proprio.
Incubo offre una modalità di gioco simile per certi versi al concetto di orda, con il giocatore impegnato a sopravvivere sino all’alba affrontando ondate successive di Micomorfi e altre poco piacevoli sorprese, di difficoltà rigorosamente crescente. Tutto avrà luogo all’interno del seminterrato di casa Baker, un posticino angusto a dir poco e, proprio per questo, poco incline a regalare chance di fuga. Toccherà dunque resistere il più possibile “alla meglio”, sfruttando a proprio vantaggio i materiali prodotti da dei compattatori presenti nella sala (la moneta di gioco, a ben vedere, di questa sezione) per craftare armi, munizioni, soluzioni mediche o preziosissime trappole esplosive. A nostra disposizione avremo quattro compattatori, due accessibili da subito e due bloccati dietro serrature che per essere eliminate richiedono l’utilizzo di un apposito acido: sarà possibile sfruttare i pochi materiali raccolti per crearlo subito, ma rischieremmo in questo modo di ritrovarci con poche munizioni per resistere alla prima ondata di nemici. Incubo sottende dunque una struttura di gioco bilanciata e attenta, che obbliga il giocatore ad un costante trade off richiedendogli, di volta in volta, di compiere la scelta migliore per guadagnare qualche chance in più di sopravvivenza.
Banned Footage Vol. 1 si compone dei nastri Incubo e La Stanza, e della modalità aggiuntiva Ethan Deve Morire.
Tuttavia, ed è qui che le cose si fanno difficili, craftare ripetutamente i medesimi item ne farà lievitare il prezzo in tempi rapidissimi: ecco dunque che un set di proiettili da pistola, dal costo inizialmente abbordabile, finisce dopo poche iterazioni per richiedere un esborso maggiore di quanto richiesto da una scatola di proiettili per fucile a pompa – sicuramente più efficaci in termini offensivi, ma nettamente inferiori dal punto di vista numerico. Cosa fare, dunque? Non esiste una risposta assoluta a questo interrogativo, laddove l’abilità del giocatore, l’immancabile e necessario pizzico di fortuna e quell’oculatezza tattica alla base delle scelte più critiche finiscono per fare inesorabilmente la differenza. Saranno inoltre disponibili armi speciali, bocche di fuoco più potenti e bonus interessanti, resi disponibili al giocatore una volta raggiunto un determinato punteggio soglia: impossibile ambire a questo ben di Dio dalle primissime partite – destinate, almeno per un paio di giri, a finire violentemente ben prima dell’alba. Il punteggio totale del giocatore verrà tuttavia calcolato sommando i “parziali” di ciascuna partita, rendendo meno gravoso – ma non per questo più facile – il potenziamento dell’inventario a propria disposizione. Una volta raggiunta l’alba, se la sfida standard di Incubo non dovesse bastare sarà possibile aumentarne ulteriormente il coefficiente di difficoltà: non solo la tenacia e l’IA dei Micomorfi (e non solo) verrà ri-tarata verso l’alto, ma l’esborso di materiali per munizioni, medikit e ammennicoli vari sarà inevitabilmente maggiore.
Incubo si conferma dunque modalità interessante dall’ottimo livello di sfida, e pur senza offrire qualcosa di davvero innovativo nel panorama del terrore da salotto tiene occupati per svariate ore, forte di un bilanciamento positivo, di una rigiocabilità fisiologica (per sbloccare quanti più item aggiuntivi possibile) e di un ritmo frenetico che non regala un solo istante per riprendere fiato. Un ritmo diametralmente opposto a quello de La Stanza, secondo nastro che vede per antagonista la “tenera” Marguerite. Clancy si risveglia all’interno di una sudicia camera legato ad un letto, impossibilitato ad uscire e costretto a subire le attenzioni morbose di mamma Baker – che, in uno scenario paradossale che ricalca un contesto madre/figlio, sembra non veder l’ora di sfamarlo con prelibati manicaretti a base di organi umani o di coccolarlo. L’obiettivo, come intuibile, è trovare una via di fuga all’interno della stanza risolvendo una serie di enigmi ambientali, trovando oggetti e combinandoli opportunamente: sarà dunque necessario esplorare la camera da letto in lungo e in largo, soffermarsi su dettagli non sempre così marginali, affidarsi alla sana intuizione prima che la situazione con la nostra carceriera precipiti rovinosamente.
Il che, a ben vedere, non è un’evenienza così remota: basterà rispondere in modo scortese alle sue “gentili” domande, ad esempio, per inimicarsi la donna in modo pressoché irreversibile e mettere a serio repentaglio la riuscita della missione. Non solo: Marguerite è particolarmente sensibile ai rumori, e se una volta lasciatici soli udirà suoni insoliti provenienti dalla stanza (scricchiolii, oggetti che cadono, interruttori) tornerà sui propri passi per controllare che tutto sia al proprio posto. In questi frangenti, evidenziati dalla comparsa di uno speciale timer su schermo, non solo sarà necessario fiondarsi sotto le lenzuola fingendo di essere ancora legati, ma dovremo rimettere ogni cosa al proprio posto al fine di eliminare ogni traccia delle nostre ricerche. Lasciare anche un semplice cassetto aperto o spostare un oggetto qualsiasi dalla propria posizione originaria saranno sufficienti a scatenare le ire di Marguerite, che infliggerà atroci sofferenze al proprio “figliolo adorato” sino alla perdita totale del controllo e al sanguinolento epilogo.
Incubo si conferma modalità interessante dall’ottimo livello di sfida
La Stanza offre dunque un’esperienze da ritmo più pacato, ponendo l’enfasi sulla soluzione degli enigmi e sul pensiero laterale del giocatore – che, in alcuni passaggi, dovrà spremere ragionevolmente le meningi per aprire la propria strada verso la salvezza. L’atmosfera irreale, angosciante e claustrofobica è resa alla perfezione da Marguerite, aguzzina psicopatica ed imprevedibile che alterna comportamenti da mamma accondiscendente ed amorosa a violente crisi isteriche, condite da terrificanti minacce che virano rapidamente dal verbale alla tortura vera e propria. Muoversi silenziosamente nella stanza, consci della costante e a tratti imprevedibile minaccia incarnata dalla donna di casa Baker regala un’esperienza assolutamente memorabile: peccato che tanto questa come Incubo non offrano supporto a PS VR. In ambo i casi il coinvolgimento, già significativo di per sé, avrebbe raggiunto livelli ai limiti dell’inimmaginabile.
A chiudere il trittico di questo Banned Footage vol. 1 ci pensa Ethan Deve Morire, un minigioco aggiuntivo simile, sulla carta, a quanto visto nel videotape Happy Birthday di Lucas, soltanto più difficile. Esageratamente più difficile. Qualcosa di così complicato, perfido e diabolico da trasformare il playthrough della storia principale in una passeggiata spensierata nella Louisiana. In Ethan Deve Morire il giocatore è costantemente impotente, ad un passo dalla morte, braccato da una minaccia imbattibile e numericamente in vantaggio: i nemici escono da ogni angolo, e quando va bene, non richiedono più di due colpi per ammucchiare le nostra ossa al suolo. Scopo di questo minigioco, partendo dal giardino di casa Baker, è quello di raggiungere gli obiettivi che man mano ci vengono proposti: un’impresa che appare titanica già dai primissimi minuti di gioco, visto che, non bastasse l’esagerata difficoltà offerta dal potenziamento delle fila nemiche, sarà necessario fare i conti con un inventario ai limiti del ridicolo. Pochissimi gli oggetti a disposizioni di Ethan, nascosti all’interno di apposite casse contrassegnate da una stellina: casse che, ovviamente, possono contenere una carica esplosiva e spedirci all’obitorio ancor prima di intuire l’accaduto. Quando il fato ci sorride e possiamo raccogliere qualcosa di “utile”, si tratta comunque di oggetti generati in modo pseudo casuale: nessuno vieterà di ritrovarsi in mezzo ad un corridoio zeppo di Micomorfi con in mano una piantina medicinale. Una situazione ai limiti del comico, tanto è incredibile.
Ethan Deve Morire è qualcosa di unico, per certi versi, nel mondo recente di Resident Evil. Un’idea brillante, che sfocia in una sfida così ardua da far impallidire chiunque. Pochi oggetti da utilizzare in una lotteria spietata di casse, nemici potenziati, un cono visivo (quello di Ethan) ridotto ulteriormente capace di trasmettere quella sensazione di “morte imminente” che caratterizza ogni nostra prova. Del resto, lo spirito di questa modalità è insito nel suo stesso nome: e fidatevi, foste stati alla ricerca di qualcosa capace di annichilire la vostra pazienza, di banchettare sui vostri nervi e di farvi maledire qualsiasi cosa nel raggio di un paio di chilometri attorno a voi, ora l’avete trovata. Ed è molto peggiore del previsto.
Resident Evil 7 continua la propria serie positiva: Banned Footage vol. 1 è un esperimento interessante e dal buon valore ludico, che offre due interessanti reinterpretazioni sul tema (una frenetica in chiave orda/survival, l’altra più rivolta al puzzle solving ma comunque foriera di immagini memorabili) ad un costo tutto sommato ragionevole. Ad essere davvero pignoli, potremmo obiettare che parti di questo DLC avrebbero potuto tranquillamente essere inserite nell’avventura principale nella sezione Extra senza richiedere all’utente un ulteriore esborso a così breve distanza: ma si tratta tuttavia di un discorso che lascia il tempo che trova, e che non pregiudica in alcun modo la qualità di questo primo pacchetto aggiuntivo. Banned Footage vol. 1, se proprio vogliamo trovare un difetto, manca di una connessione narrativa vera e propria con la storyline del capitolo principale. Tanto le due avventure di Clancy quanto l’impossibile Ethan Deve Morire offrono sì una contestualizzazione meravigliosa che tutti gli amanti dell’horror ormai conoscono, ma avrebbero potuto (specie le prime due) fornire degli interessanti retroscena rimasti ancora avvolti nella nebbia. Nessuno nega che ci sia ancora spazio e tempo per migliorare – magari tra il secondo set di filmati confidenziali e il dlc single player Not a Hero: ma come primo “esperimento” aggiuntivo di questo rinato universo, di carne (infetta) al fuoco ce n’è a sufficienza per tutti. |