San Francisco – Quest’anno, Reservoir Dogs (conosciuto in Italia come Le Iene) compie venticinque anni. Due decenni e mezzo per un film che ha segnato molte generazioni, e che ha ulteriormente consacrato un regista già riconosciuto da molti come un genio folle della celluloide. Una pellicola che, un paio di generazioni fa, fu musa ispiratrice di un omonimo videogame, un action in terza persona, sul cui “successo” forse è meglio stendere un velo pietoso. Al netto dei rapporti non propriamente idilliaci tra Tarantino e l’universo dei videogiochi, c’è una cosa da dire: un videogioco su Reservoir Dogs, fatto davvero come si deve, potrebbe essere potenzialmente una bomba. Mettici il sestetto di personaggi uno più svitato dell’altro, una narrazione di altissimo livello e dei dialoghi strepitosi et voilà, con un gameplay come si deve a corroborare il tutto il successo, stavolta quello “buono”, non dovrebbe tardare ad arrivare.
Questo dev’essere stato il pensiero trainante degli spagnoli di Big Star Games, un gruppo di ragazzacci – già autori tra le varie cose del celebre Fist of Jesus – con sede a Barcellona accomunati tanto dalla passione dei videogiochi quanto, e soprattutto, da quella per Tarantino. Una passione così grande che li ha spinti sino ad Hollywood, alla ricerca dei diritti dell’IP – l’unica via possibile, come ben saprete, per realizzare un videogame su licenza – per poi tornare nella meravigliosa città iberica a darci dentro con lo sviluppo. E il risultato?
Reservoir Dogs: Bloody Days di Big Star Games è un titolo curioso. Uno sparatutto isometrico per giocatore singolo dallo stile cartoonesco e leggermente cell shaded, che offre – reinterpretando a modo proprio – qualcosa come diciotto scenari distinti propedeutici alla leggendaria rapina presente nella pellicola originale. Le licenze ottenute hanno permesso allo studio di attingere alla sceneggiatura, alle colonne sonore e ai personaggi ideati dal regista statunitense: lo stesso discorso tuttavia non si applica per i volti dei personaggi (per i quali era previsto un costo, come affermato dallo stesso Producer del titolo, insostenibile dal team di 14 persone). Poco male, il Creative Designer di Big Star Games ci ha messo del proprio, e il risultato finale non manca certo di carisma e di quel briciolo di umorismo che non guasta mai.
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Reservoir Dogs è un titolo “co-op single player”: lo so, un’affermazione del genere è un ossimoro per natura, ma la realtà dei fatti è che il team spagnolo è riuscito a tradurre in gameplay un’idea interessante legata al riavvolgimento del tempo e alla gestione di differenti “binari temporali” paralleli. Più nel dettaglio: in ciascun livello, il giocatore dovrà muovere tre dei sei personaggi del gruppo. Il “main PG” (il protagonista della missione per intenderci) e il suo secondo sono fissi in base al livello prescelto, e devono necessariamente raggiungere la fine dello scenario sulle proprie gambe; il terzo personaggio, scelto dal giocatore, funge da supporto al restante duetto. La sua morte non implica il fallimento della missione, ma trattandosi di un titolo con meccaniche di perma-damage, le ferite riscontrate in un livello non vengono assolutamente curate in quello successivo. E no, non ci sono medikit in giro. E quindi?
E quindi niente, si riavvolge il tempo… Il giocatore manovra ciascun personaggio a turno: quando muove il “main”, per intenderci, verrà creata una sequenza temporale senza vincoli di durata, che potrà essere interrotta con la pressione del tasto space – passando in questo modo il controllo sulla seconda Iena a disposizione. A questo punto il tempo verrà riavvolto, lasciando al nostro secondo un tempo limitato per muoversi, quello deciso dal primo PG sino alla pressione della barra spaziatrice, scaduto il quale il tempo si riavvolgerà una terza volta e ci permetterà di muovere il terzo personaggio. Detta così può sembrare macchinosa ed articolata, ma la meccanica di Single Player Co-op di Reservoir Dogs è estremamente interessante: innanzitutto perché muovendo ciascun personaggio a turno sfruttando il relativo binario temporale possiamo predisporre un approccio tattico contro i poliziotti inferociti che cercheranno di bloccarci la strada. Cosa più importante, tuttavia, è che qualora uno dei nostri dovesse essere abbattuto, potremo salvargli la vita riavvolgendo in tempo e occupandoci del nemico famigerato prima ancora che quest’ultimo elimini il nostro compagno.
In questo shooter isometrico spagnolo, insomma, c’è molta più tattica di quanto la direzione artistica lascerebbe intendere. Potrete adottare un approccio volutamente offensivo, cercando di attirare i poliziotti in una zona dove la linea di tiro è libera e, muovendo gli altri due personaggi, accerchiarli ed eliminarli con facilità; oppure muovervi con un profilo più basso, demandando ad ogni personaggio una zona da controllare (ciascuno nel proprio tempo a disposizione) per poi chiamarsi a raccolta una volta fatta piazza pulita. Ciascun personaggio gode di skill uniche, utili allo svolgimento della missione: Brown, ad esempio, è una roccia, ed in virtù di questo potrà trasportare enormi borse di denaro senza la minima fatica. Pink, quello schizzato, è abilissimo nello scassinare porte o serrature; White, il nostro “numero tre”, gode invece di una mira da cecchino anche sulla lunga o media distanza. Combinare le skill del terzetto e sfruttarle in modo sapiente, giocando con i binari temporali, rappresenta un valore aggiunto non trascurabile di questo Reservoir Dogs, titolo rivolto “innanzitutto a chi ama giocare i videogiochi, anche a chi non apprezza Tarantino”.
Di contro, abbiamo riscontrato alcune leggere imperizie dal punto di vista tecnologico. Il titolo soffre di leggeri cadute di frame rate, normalmente non gravi ma potenzialmente critiche se nel mezzo di una sparatoria intensa. La Single Player co-op, dal canto proprio, pur trattandosi di un’intuizione intelligente non è così facile da gestire, almeno nelle fasi iniziali di gioco. Serve tempismo, attenzione e pianificazione, requisiti che restringono sensibilmente l’utenza finale del prodotto, rivolto per lo più ad hardcore gamers. Un compromesso di cui Big Star Games è tuttavia perfettamente al corrente: vedremo se il tempo saprà o no darle ragione.
Impressioni dalla GDC 17
Reservoir Dogs: Bloody Days ci ha davvero spiazzati. Avvicinandoci al luogo dell’appuntamento non sapevamo bene cosa aspettarci dal titolo di Big Star Games: di sicuro, ritrovarci tra le mani uno shooter isometrico con meccaniche di riavvolgimento temporale è stata una sorpresa. Una buona sorpresa, visto che presa la giusta confidenza siamo riusciti a muoverci abbastanza diligentemente lungo due scenari, sfiorando un doppio successo mancato, nella seconda missione, proprio al fotofinish. Le numerose possibilità tattiche scaturite da questa Single Player Co-op rappresentano un punto assolutamente a favore del titolo: ciascuna missione può essere affrontata in più modi, sfruttando di volta in volta le skill dei PG o, semplicemente, sfruttando diversamente le sequenze temporali create. Al netto di qualche piccolo difetto tecnologico, il regalo di compleanno fatto da Big Star Games a Reservoir Dogs sembra avere delle buone potenzialità: speriamo che il colpo ordito dagli spagnoli non venga interrotto sul più bello …
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