News 15 Mar 2017

Orisa arriva il 21 marzo in Overwatch: tutti i dettagli

Dopo un periodo di prova sui server di Overwatch, finalmente Orisa sarà presto disponibile per tutti i giocatori. Il nuovo Eroe ha dovuto subire qualche piccola modifica dal momento della sua introduzione nel PTR, in modo da renderlo equilibrato nei match del gioco, ma ora è pronto per entrare a far parte dei team e conquistare l’attenzione dei giocatori.

Andiamo dunque a vedere da vicino Orisa, in arrivo il prossimo 21 marzo e descritta così dal sito ufficiale del gioco:

Orisa funge da punto di riferimento della squadra, difendendo i propri compagni in prima linea con una barriera protettiva. Può attaccare da lontano, fortificare le proprie difese, lanciare cariche gravitoniche che rallentano e spostano i nemici, e posizionare un Sovralimentatore per potenziare i danni inflitti dai suoi alleati.

Orisa sarà posizionata nella classe Tank, con una difficoltà di due stelle su tre. La sua struttura è infatti robotica, in grado di assorbire ingenti danni e quindi di difendere il team dagli attacchi dei nemici. Essendo però un Tank prettamente difensivo, probabilmente andrà a sostituire un personaggio come Reinhardt, anch’esso dotato di uno scudo. Vediamo le abilità di cui Orisa è dotata:

  • Mitragliatrice a fusione: rappresenta l’arma primaria, a cadenza automatica e con proiettili che infliggono danni ingenti e sostenuti, anche a distanze medio-lunghe. Tuttavia, Orisa è rallentata durante il fuoco, quindi occorre essere in un posto già abbastanza difeso.
  • Fortificazione: riduce temporaneamente i danni subiti da Orisa, oltre a renderla immune agli effetti di limitazione delle abilità e di movimento. Questo significa che anche la Ultimate di Reinhardt non sarà in grado di farla cadere a terra.
  • Mina traente: si tratta di una carica gravitonica che si può far esplodere a comando, rallentando così i nemici nelle vicinanze e attirandoli verso l’esplosione. Ha un funzionamento simile alla Bomba Gravitonica di Zarya, ovviamente con effetti molto più blandi.
  • Barriera protettiva: come per lo scudo di Reinhardt, questa barriera assorbe i colpi nemici. Al contrario dell’altro Eroe, tuttavia, essa deve per forza essere posizionata per terra e non può essere spostata.
  • Sovralimentatore: rappresenta la Ultimate di Orisa. Si tratta di un dispositivo posizionabile sul terreno che aumenta i danni inflitti dagli alleati che si trovano nella sua linea visiva.

Aspetti tecnici di gameplay a parte, Orisa ha anche una storia alle spalle, che arriva quasi a coincidere con il presente di Overwatch. L’età del robot è infatti di un solo mese, essendo stato costruito poco tempo prima della riunione di Overwatch: per questo non ha alcuna affiliazione con le società mondiali e risiede operativamente a Numbani.

Tutto risale al periodo precedente alla Crisi degli Omnic, quando un modello robotico da difesa, chiamato OR14 Idina, fu costruito nell’Omnium nigeriano. Dopo la guerra, il modello uscì di produzione, ma venne ripreso in mano 20 anni dopo per proteggere la città dalle minacce esterne. Nacquero così i nuovi OR15, prima di essere distrutti durante l’attacco di Doomfist.

Successivamente, la produzione venne ancora annullata e i pezzi rimanenti furono venduti. Alcune parti vennero acquistate da Efi Oladele, una ragazzina undicenne con straordinarie potenzialità nella robotica e nell’intelligenza artificiale, tanto da garantirle una borsa di studio.

Efi riuscì dunque, grazie anche ai suoi genitori, a comprare un OR15 smantellato e potenziarlo per dare alla città l’Eroe di cui aveva bisogno. Il nucleo di personalità all’interno del robot fu creato proprio da Efi in base al suo vero carattere.

Così nacque Orisa, il cui potere è ancora oggi da sperimentare. L’Eroe, però, è già in grado di essere utile alla città, sia in caso di pericolo che per semplice aiuto.

Dal 21 marzo sarà anche nelle mani dei giocatori di Overwatch, che finalmente possono avere a che fare con un nuovo Eroe, sempre e comunque in attesa di maggiori informazioni per Doomfist. Nel frattempo, ci si può comunque immergere nella stagione competitiva.


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