Presso la Microsoft House, DiRT 4 ha preso di prepotenza il controllo dello showroom, presentandosi sia alla stampa del settore che, successivamente, ai fan e ai curiosi. Il quarto capitolo della serie che fonde rally, rallycross e corse sullo sterrato in generale è ormai alle porte e dalla nostra prova sembra essersi qualificato come il titolo più completo per vivere un’esperienza di guida fuori dai circuiti convenzionali. Non si tratta solo di gameplay nudo e crudo, ma anche di diverse modalità tra cui avventurarsi e l’innovativo Your Stage, in grado di dare una grande longevità al gioco. Lo abbiamo provato, sia con un set da guida che col pad Xbox One, per poi scambiare qualche parola con Paul Coleman, Chief Game Designer di DiRT 4.
Un vanto che la serie DiRT può sbandierare in faccia a tutti è la capacità di introdurre nuove caratteristiche di gioco imparando dai feedback degli utenti, senza perdere quei tratti che hanno sempre contraddistinto il titolo. Con ogni capitolo non si perdono dunque i pezzi di quello precedente, bensì si continua ad aggiungere sempre più materiale, ampliando l’offerta e risultando appetibile per un maggior numero di giocatori. DiRT 4 vuole infatti essere aperto a tutti e trae una grossa lezione dallo spin-off della serie, l’altrettanto fantastico DiRT Rally.
Come confermato anche da Paul Coleman, il precedente capitolo della serie si è discostato leggermente dai canoni del rallycross, portandosi verso una simulazione estrema del solo rally, ma soprattutto andando a ricercare il realismo nel minimo dettaglio. Per quanto una simile decisione sia come una fontana di cioccolato davanti agli occhi dei veterani, alcuni giocatori meno provetti si sono sentiti esclusi e frustrati dal realismo spinto di DiRT Rally.
Questo non è più il caso di DiRT 4, la cui esperienza è innanzitutto divisa in due diversi stili di guida, simulazione e gamer. Anche senza approfondire, è facile intuire che il primo sia dedicato proprio ai puritani di DiRT Rally, vogliosi di avvertire tutte le forze che possono spingere un’auto a ribellarsi al pilota. Il secondo è invece un approccio meno invasivo, creato apposta per quei giocatori che cercano un divertimento più spensierato e vogliono semplicemente sedersi sul divano col joypad in mano. Da notare che non si sta parlando di aiuti alla guida, i quali possono essere scelti successivamente a prescindere dallo stile, bensì di due differenti approcci con cui il gioco si presenta all’utente. DiRT Rally ha dunque avuto un grosso impatto sullo sviluppo di DiRT 4, poiché ha potuto far capire a Codemasters come accontentare tutti i fan con un solo gioco. Paul Coleman ha così commentato il doppio funzionamento di DiRT 4:
Inizialmente abbiamo provato ad attivare gli aiuti utilizzando lo stile di simulazione, ma è risultato comunque troppo difficile e frustrante per alcuni giocatori. Quindi abbiamo fatto un passo indietro, pensando a come mantenere il divertimento aiutando contemporaneamente il giocatore. Nello stile gamer è quindi meno pericoloso fare errori basati sul giudizio, come frenare troppo tardi, curvare in ritardo o mancare il punto di corda.
Si può guidare veloce e divertirsi allo stesso modo, senza applicare stabilizzatori alle auto e limitare così la libertà del giocatore. […] Ciò che abbiamo visto con le persone nuove per il nostro studio è la loro crescita in DiRT 4. Sono partite con lo stile gamer, ma dopo un mese circa si sono sentite pronte per fare il grande passo ed entrare nella simulazione, capendo finalmente come muoversi. Non si tratta ovviamente di due giochi in uno, ma comunque di due esperienze diverse da avere.
A completare l’enorme personalizzazione dell’esperienza di gioco ci sono dunque gli aiuti, che vanno oltre alla semplice attivazione del traction control o dell’ABS. La lista di assist attivabili o disattivabili è lunghissima e sono necessari alcuni minuti per leggerla tutta nel menu. Il cambio, ad esempio, può essere automatico, semi-automatico o manuale, ma è possibile anche scegliere che tipo di manuale utilizzare in base al proprio setup. Insomma, c’è da perdersi.
Allo stesso modo, poco prima di ogni evento, il box permette di spulciare tra le varie impostazioni dell’auto: si tratta di creare il proprio assetto come negli altri titoli della serie, modificando i parametri legati agli pneumatici, al differenziale, al rapporto tra le marce e alle sospensioni. Raggiungere l’assetto ideale richiede tempo e dedizione, specialmente contando che non tutte le auto hanno sistema di trazione uguale: in base alle preferenze, qualcuno si troverà meglio con le vetture a trazione anteriore, posteriore o integrale, con tutto ciò che ne consegue.
La vera innovazione è Your Stage, sistema di creazione procedurale dei tracciati, che dona una longevità potenzialmente infinita a DiRT 4
DiRT 4 non finisce però di stare vicino anche al giocatore più inesperto, proponendo la DiRT Academy. Si tratta di una variegata serie di prove in cui i piloti vengono addestrati alla vita su un’auto da rally, cominciando dai fondamentali ed esplorando poi le tecniche più complicate. A voler fare paragoni, il funzionamento della DiRT Academy ricorda le patenti di Gran Turismo 2, ovviamente senza il sistema a medaglie per la progressione.
Dopo un video dimostrativo che mostra l’azione necessaria su acceleratore, freno e sterzo, il giocatore è libero di imitare il maestro e imparare dunque a gestire una vettura da rally. Solo con la pratica si può ambire a raggiungere il traguardo senza graffi e la DiRT Academy di DiRT 4 sembra svolgere egregiamente il suo lavoro di formazione.
La vera innovazione è data tuttavia da Your Stage, il sistema di creazione procedurale dei tracciati che dona una longevità potenzialmente infinita a DiRT 4. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che il rally è fatto di studio e affinamento dei tracciati già esistenti, eppure avere sempre a disposizione tracciati nuovi dà luogo all’imprevedibilità e costringe il giocatore a fidarsi ciecamente del co-pilota per non schiantarsi contro il primo albero. Paul Coleman ci ha spiegato in breve come funziona:
Nell’interfaccia per creare i tracciati ci sono due sliders. Si può scegliere la lunghezza e la complessità, ma questo secondo parametro non coincide con la difficoltà. Percorsi poco complessi hanno più sezioni in rettilineo, ma non significa che essi siano più facili, perché con la velocità si tende a fare errori più gravi. Più si alza la complessità, più cominciano a vedersi curve e tornanti. Ogni volta che premo il tasto per generare un tracciato, l’ambiente circostante cambia e varia, ad esempio con colline e zone agricole nel cuore della Spagna, oppure centri abitati. Infine è possibile scegliere l’illuminazione e le condizioni meteo. Tutti i tracciati sono generati proceduralmente.
È però quando ci si mette alla guida che si capisce di che pasta è fatto DiRT 4. Utilizzare un set da guida Thrustmaster è ovviamente un’esperienza del tutto diversa dall’uso di un semplice controller Xbox One, ma ciò non significa che quest’ultimo sia da denigrare. Con volante e pedaliera è infatti necessario un certo budget e lo spazio per posizionare il set, anche se ciò rappresenta la vera simulazione a cui DiRT 4 punta: le asperità del tracciato sono infatti pane per i denti del force-feedback, in grado di rendere le mani autentica pappamolla dopo pochi minuti di guida. Forse è un po’ difficoltoso l’utilizzo del freno a mano se non si è abituati ad usarlo premendo un semplice tasto, anche perché si tratta di un elemento essenziale per entrare in derapata. Con un volante è però molto più naturale rispondere ai tentativi di ribellione, correggendo il sovrasterzo e riportando l’auto nella direzione desiderata.
Questo è più difficile se si ha in mano un joypad, con il quale è più probabile tuffarsi in un’esperienza meno simulativa e più vicina all’arcade. Nulla toglie che ci si possa approcciare anche qui allo stile simulativo, decisamente abbordabile anche per chi non è abituato a usare un analogico per governare in modo preciso la sterzata: il sottoscritto si è allenato parecchio con il sensibilissimo sterzo di F1 2016, quindi non ha avuto problemi con la gestione dello stesso in DiRT 4. Il controller di Xbox One riesce però a dare un’altra grande soddisfazione, grazie ai motorini della vibrazione posizionati nei grilletti: l’espediente è sufficiente per dare al giocatore indicazioni su manovre sbagliate o azzardate, oltre ad indicare episodi di sottosterzo, sovrasterzo e pattinamento. In mancanza del volante, il giocatore può così accorgersi di errori basilari e agire di conseguenza.
DiRT 4 sembra dunque già un gioco completo per tutti.
Portare gli errori nelle modalità di gioco, del resto, può rivelarsi fatale, ma con un team alle spalle tutto diventa più semplice. È questa la filosofia della modalità Carriera, dove il giocatore può costruirsi una squadra di tecnici e ingegneri che tengano sotto controllo i parametri dell’auto e contribuiscano a riparare i danni quando necessario. Attenzione però, perché può capitare che alcuni membri della squadra non abbiano le vostre stesse visioni e desiderino dunque uscire dal gruppo, lasciandovi così sguarniti e alla ricerca di un rimpiazzo. Codemasters, però, proprio per dare ai giocatori di DiRT 4 la libertà totale di plasmare l’esperienza di gioco, permette anche di disattivare questa funzione e vivere la carriera unicamente al volante dell’auto, senza ulteriori preoccupazioni.
Tra rally, rallycross e dune buggy, DiRT 4 sembra dunque già un gioco completo per tutti. Una menzione va però anche alla realtà virtuale, toccata da Codemasters con DiRT Rally VR. Lo spin-off è infatti presente anche in VR su PC e PS4, rappresentando un’esperienza da vivere assolutamente per chi possiede un visore e un set da guida. Paul Coleman ha commentato così alla possibilità di rivedere la realtà virtuale in DiRT 4:
Stiamo ancora cercando di capire quanto successo possano avere i nostri giochi in VR. Sappiamo che c’è un grande appetito da parte dei giocatori. DiRT Rally è di sicuro la migliore esperienza rally su PlayStation VR e una delle migliori anche per Oculus Rift. Siamo consapevoli che questa tecnologia sia ora più conosciuta e meno rischiosa rispetto al passato, poiché adesso siamo a conoscenza dell’hardware con cui lavorare.
Non posso ovviamente dire che non lo faremo, ma potrebbe accadere in futuro e penso che questa sia la spiegazione migliore, eppure la decisione non dipende da me. Personalmente mi piacerebbe molto creare una versione VR, perché penso che il rally in particolare, quando sei in una macchina virtuale, porta il giocatore a muoversi naturalmente e sentirsi come nella realtà. Sappiamo che i nostri giocatori, quando si mettono un visore in testa, vanno più veloci perché hanno la sensazione di essere immersi nel mondo di gioco. Dunque c’è una opportunità che succeda di nuovo, ma purtroppo non spetta a me decidere.
Grazie alla prova del gioco, senza dubbio DiRT 4 entrerà di diritto tra i migliori titoli racing del 2017. Per dare il giudizio finale, tuttavia, occorre aspettare la recensione. DiRT 4 è in arrivo il prossimo 9 giugno su Xbox One, PS4 e PC, rappresentando il punto iniziale dell’estate di Codemasters, che proseguirà con Micro Machines World Series per poi terminare ad agosto con F1 2017.
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