Los Angeles – Esistono giochi di corse e giochi di corse, e per quanto si possa pensare che si guidi pur sempre una macchina, le differenze possono essere abissali. Non che non lo sapessimo, ma l’ulteriore conferma l’abbiamo avuta quando abbiamo affrontato in maniera piuttosto “superficiale” la prima curva durante la nostra prova all’E3 2017 di Project CARS 2. Dobbiamo dire che in questo particolare periodo, per gli amanti delle quattro ruote c’è l’imbarazzo della scelta: sono usciti (o usciranno nei prossimi mesi) tanti titoli racing, ognuno caratterizzato dal suo contesto e/o stile di guida. Diciamo però che in generale i giochi di corse possono essere divisi in arcade, simul-arcade e simulativi: ecco, vogliamo precisarlo da subito per chi non lo sapesse, Project CARS 2 fa parte di quest’ultima stirpe, quella dei simulatori di guida. E come tutti i simulatori di guida, si tratta di un gioco che richiede prima di tutto concentrazione, amore per i motori e soprattutto tanta pazienza. Project CARS 2 segue l’ottimo gioco uscito un paio di anni fa su PS4, Xbox One e PC, frutto di un crowdfunding che fece dei sostenitori parte integrante del progetto: i continui feedback in fase di sviluppo hanno plasmato un titolo che ha sempre mantenuto il suo focus sulla simulazione estrema.
Tornando a quella prima curva, dobbiamo dire che un po’ ce la siamo cercata, perché tra le tre gare a disposizione nella demo, siamo andati a scegliere quella rallystica, novità assoluta di questo secondo capitolo della serie. Infatti tra i tantissimi campionati che troveremo in Project CARS 2, c’è anche il rallycross, che va ad affiancarsi a competizioni piuttosto blasonate come quella Indycar. A convincerci però forse è stata anche l’auto che avevamo a disposizione in quella gara, una Honda Civic GRC auto che chi vi scrive porta da sempre nel cuore. Mai errore fu però più fatale: se durante i giorni della kermesse losangelina abbiamo messo le mani su diversi titoli racing, nessuno di questi poteva considerarsi davvero simulativo, o almeno non come Project CARS 2. È per questo che siamo andati spediti verso la prima curva, dimenticandoci totalmente del gioco che ci apprestavamo a provare. Il problema non è stato solo nell’approccio però, perché pure ricominciando la gara consapevolmente, il risultato non è cambiato di molto: ci siamo ritrovati spesso in testacoda o fuoripista, terminando la gara in ultima posizione, con non poco rammarico. Senza dubbio Project CARS 2 richiede più che la sola consapevolezza di avere tra le mani un gioco altamente simulativo, quello che richiede è studio, applicazione e tanta pazienza, ed è proprio così però che riesce a dare grandi soddisfazioni. Nelle altre due gare la situazione è migliorata lievemente, seppur durante la partenza su circuito con la Ferrari 488 GT3, dopo esser partiti a razzo ci siamo resi conto che si trattava di una partenza in corsa e che quindi quello era il giro di ricognizione, in cui dovevamo solo mantenere la nostra posizione. Nessun problema, la cosa ci è stata segnalata tempestivamente, così siamo tornati al nostro posto, pronti a schiacciare nuovamente il piede sull’acceleratore. Gara senza infamia né lode, almeno fino a quando non abbiamo compiuto l’ennesimo errore e siamo finiti fuoripista, compromettendo il risultato. Durante questa gara abbiamo potuto ammirare lo scorrere del tempo, passando dal giorno alla notte, anche se non abbiamo potuto vedere il meteo dinamico, il quale ci è stato presentato come davvero qualcosa di eccezionale.
Ed il meteo è solo una parte di un ecosistema chiamato Live track 3.0, che in pratica porta il dinamismo della pista e quindi della gara a nuovi, sensazionali livelli. Ci è stato mostrato un esempio lampante, la curva di una pista sotto la pioggia battente: con il passare dei giri si è iniziata a formare una pozzanghera al centro della curva, che è diventata sempre più grande, fino a diventare una pozza decisamente pericolosa per i piloti e le vetture; quindi un ostacolo da aggirare assolutamente. Questo, a rafforzare il realismo di Project CARS 2, dimostra come non basti conoscere una pista per vincere, bensì che ogni gara ha una storia a sé, che dipende dalle mosse degli avversari, ma anche dalle condizioni meteorologiche e quindi della pista. Tra l’altro la pioggia non è l’unico fattore che andrà ad influenzare la pista e la gara, ma siamo certi che potremo apprezzarli solo quando avremo il gioco completo tra le mani.
La nostra prova si è conclusa a bordo di una McLaren 720S, auto copertina del gioco, che era presente anche in “gomme e carrozzeria” allo stand di Bandai Namco. Vuoi perché era la terza gara che facevamo, e quindi avevamo preso un po’ meglio le misure col nostro joypad, vuoi perché abbiamo prestato ancora più attenzione non conoscendo il percorso di montagna, siamo riusciti a duellare fino alla fine con i nostri avversari, rischiando quasi di finire sul podio, ma soprattutto, ci siamo divertiti un mondo a sfrecciare su quel circuito! Inutile ripeterlo (ma lo faremo per l’ultima volta), Project CARS 2 è realismo allo stato puro, dall’estetica delle auto, alle sospensioni, ma come abbiamo visto anche ai tracciati che potremo definire davvero dinamici: tutto questo si traduce in un gioco che non è certo per tutti, ma solo per coloro che intendono applicarsi per riuscire ad ottenere risultati e quindi soddisfazioni che, ne siamo certi, saranno sicuramente maggiori di quelle di un gioco di corse arcade. Pensate che persino i battistrada hanno una loro fisica, così come ogni parte della vettura, e per quanto mentre correremo non staremo di certo a soffermarci sulle gomme, tutti questi elementi li “sentiremo” guidando, perché il comportamento della vettura sarà condizionato da tutti questi fattori, motivo per cui Project CARS 2 è capace di offrire il massimo insieme ad una postazione dedicata, con tanto di volante.
Un titolo non per tutti, ma capace di regalare soddisfazione come pochi.
Ma SlightlyMad Studios sa bene che non basta creare un gameplay che funzioni e che sia il massimo del realismo, perciò ha pensato bene di focalizzarsi anche sulle modalità a disposizione come quella Carriera, che sarà più profonda, coinvolgente ed anche scalabile in base alle proprie esigenze ed al tempo che gli si può dedicare. Inoltre l’online e gli e-sports sono altri due punti su cui si sta concentrando la software house. Se per qanto riguarda gli e-sports non sappiamo dirvi molto se non che ci saranno una serie di eventi dedicati ed il massimo supporto, per quanto riguarda l’online in generale, c’è una bella novità che riguarda il matchmaking: in pratica ogni vostro comportamento durante le gare online verrà tracciato, e sarà grazie ad esso che verranno selezionati i vostri avversari durante le gare online. Non si tratta solo di bravura e quindi correre ad un certo ritmo, ma se ad esempio sarete spesso scorretti e tamponerete i vostri avversari pur di sorpassarli, finirete a correre con altri giocatori che utilizzano la stessa “tecnica”. Mentre se manterrete sempre una guida pulita e sportiva, dovreste correre contro altri giocatori altrettanto leciti. Che vi venga in mente il detto “pan per focaccia” o “occhio per occhio, dente per dente”, il risultato non cambia: se davvero questo sistema funzionerà, Project CARS 2 potrebbe diventare il lido perfetto per coloro che non ne possono più dei giocatori scorretti, quelli che spesso ti fanno perdere la voglia di giocare online.
Se sulla carta Project CARS 2 punta a bissare, se non a surclassare il titolo precedente, dobbiamo dire che nella nostra prova, dal punto di vista tecnico non ci ha soddisfatto pienamente. Magari la colpa era della build ancora acerba o della postazione su cui l’abbiamo provato (un 32 pollici) che non esaltava di certo la grafica (addirittura più di una volta abbiamo notato del bump mapping come non lo si vedeva dai tempi di PlayStation), o magari era solo la fine della giornata e la nostra vista era annebbiata. Questi problemi non li abbiamo notati però nei video della stessa demo che ci sono online, il che ci fa supporre che il problema fosse attribuibile ad una delle cause appena elencate; però ecco, per dovere di cronaca dovevamo dirvi che sotto questo aspetto Project CARS 2 non ci ha entusiasmato. Se per curare e mostrare l’aspetto tecnico c’è ancora tempo, c’è però una cosa che non cambierà nei mesi che ci separano dal 22 settembre: Project CARS 2 è e resterà un titolo simulativo al massimo. Non che questo sia un vero difetto, anzi, ma ci teniamo a sottolinearlo ancora una volta (stavolta è davvero l’ultima), che non è un titolo per tutti. Coloro che amano la guida facile, farebbero meglio a guardarsi attorno, verso giochi più immediati e semplici. Per quanto Project CARS 2 consenta di affidarsi ai vari aiuti, la sua indole resta comunque quella simulativa: sarebbe come comprare comprare una macchina super sportiva per usarla solo nel traffico cittadino.
In ConclusionE3
Se avete amato Project CARS, siamo sicuri che Project CARS 2 sia già nella vostra wishlist. Se non è così, ma amate le corse e la simulazione, allora vi conviene aggiungerlo perché stiamo parlando di simulazione estrema in questo caso. SlightlyMad Studios vuole rendere ancora più profondo un gioco che già lo è di sua natura, e lo fa non solo aggiungendo decine di nuove auto ufficiali, campionati che includono anche il fuoristrada ed una fisica che colpisce ogni aspetto della vettura, ma anche curando la simulazione della gara nella sua dinamicità: non solo meteo variabile, ma anche una pista che realmente cambia in base ad esso. E poi un online che con diverse partnership ed accorgimenti, punta a farlo diventare il titolo di corse per eccellenza in campo e-sports.
Noi lo abbiamo apprezzato nonostante non sia un gioco che si apprende con un paio di partite, infatti le nostre gare sono state piuttosto fallimentari, ma è proprio per la sua difficoltà che poi riesce ad entusiasmare il giocatore anche solo per aver concluso la gara senza senza distruggere la vettura o farsi doppiare dagli avversari. Un titolo non per tutti, ma capace di regalare soddisfazione come pochi.
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