Splatoon 2 arriva, dopo un inaspettato successo del titolo originale su Wii U (uno dei pochi veri successi, a dire il vero), su Nintendo Switch. E lo fa nel primo anno di vita della console, dando a Nintendo un’altra, l’ennesima, cartuccia da sparare durante l’estate, forte del successo ottenuto con Arms e Mario Kart 8 Deluxe.
E quale migliore titolo estivo se non uno multiplayer, forse uno dei cavalli di battaglia meglio riusciti a Nintendo negli ultimi anni. Dopo una splatfest disponibile per tutti a base di Gelato e Torta, è giunto il momento per noi di esprimere un giudizio sull’esperienza completa di Splatoon 2, dopo averlo provato a fondo in questi giorni. L’idea “giovane” di una Nintendo in continuo movimento avrà fatto centro anche questa volta, o siamo di fronte ad un “more of the same”? La risposta è a metà strada, e vi spieghiamo perché.
Dopo due anni, Coloropoli è una città diversa, le Sea Sirens sono scomparse, e con Stella e Marina fuori dai riflettori sono cambiate tante cose. In primis le commentatrici, ora due simpatiche creaturine, Pearl e Marina, che intrattengono gli Inkling della città in modo nuovo, ma sempre con l’idea di essere in gambero. Due anni quindi, che si riflettono anche nella campagna in singolo di Splatoon 2: un’esperienza tutta nuova, che va proprio a raccontare con grande ironia le vicissitudini familiari e non delle “spodestate” Sea Sirens e, ovviamente, degli Octariani. La campagna, composta da 5 “mondi” e da decine e decine di livelli, si pone a livello strutturale come quella del titolo precedente: una serie di hub di varia grandezza, al cui interno sono sparpagliati livelli da superare e collezionabili da ottenere. I vari livelli dell’esperienza in singolo giocatore sono, a conti fatti, dei grandi tutorial per utilizzare armi e quant’altro ed essere quindi pronti per splattare gli avversari online. Eppure definirli “tutorial” è quantomai riduttivo, perché siamo di fronte ad una serie di livelli dal level design spesso eccezionale, che plasma l’esperienza e il divertimento intorno ad un’arma in particolare o ad elemento del livello, rendendolo meravigliosamente divertente ed entusiasmante.
C’è un’aria di freschezza che permea tutto Splatoon 2
Siamo dalle parti di un Super Mario Galaxy, a volte, per approccio ai livelli, e il risultato è incredibile: sebbene il tutto possa apparire come una mera riproposizione di quanto visto nel titolo originale (e a volte la sensazione è quella), c’è un’aria di freschezza che permea tutto Splatoon 2, cosa che si sente anche e soprattutto con i Boss di ogni hub. Più grandi e complessi, sebbene ripropongano a tratti pattern giù visti: eppure la sensazione di star giocando “di nuovo” lo stesso titolo non si è mai insinuata nella nostra testa, segno che, almeno da questo punto di vista, la forza creativa di Nintendo sia riuscita e superare il rischio more of the same a grandi linee, rendendo Splatoon 2 semplicemente uno Splatoon migliore e a suo modo nuovo.
Tra la ricerca di un pesceossa e l’altro nella campagna in singolo, Splatoon 2 propone come il predecessore una serie di attività nell’hub principale, Coloropoli, e delle modalità per affrontare e splattare altri giocatori online. Prima di tutto, una volta personalizzato il proprio Inkling scegliendo sesso, carnagione, abbigliamento e acconciatura, bisognerà fare i conti con tutto ciò che Coloropoli ha da offrire: negozi e personaggi che abbiamo amato come Giudigatto ritornano, a volte con ruoli differenti a rimpolpare la vita mondana della città. Abbiamo un cabinato musicale con cui dilettarsi in un minimale rhythm game, un camioncino dove scambiare i coupon ottenuti nelle varie modalità per cibo e bevande dagli svariati effetti (più esperienza per qualche match ad esempio) e i sopracitati negozi dove acquistare armi, cappelli, scarpe e magliette nuove di zecca. L’attrazione principale è ovviamente l’offerta online, divisa anche stavolta in mischia mollusca, partite private, ranked e lega. Nella prima, su mappe a rotazione, ci sarà data occasione di splattarsi in squadre da 4 contro 4 per il controllo di una mappa: chi riuscirà a colorarla di più entro il tempo limite, porterà a casa la vittoria.
E’ la modalità più semplice e immediata, nonché quella in cui vi getterete più spesso. Insieme ad alcune delle mappe “storiche” del primo capitolo, ne vengono introdotte qui di nuove, tutte piuttosto caratteristiche per conformazione e per le opportunità strategiche offerte. Ma che Splatoon 2 abbia dalla sua un design “perfetto” in questo senso, appare fin da subito. A seguire abbiamo le partite classificate, accessibili dal livello 10, dove è richiesta collaborazione massima tra il team per ottenere il controllo di zone della mappa, della torre o di un oggetto specifico; mentre nelle leghe, la modalità competitiva per eccellenza, due squadre da 4 giocatori si scontreranno per due ore nella modalità classificata, mettendo alla prova loro stessi come team senza quindi rischiare di perdere il rango ottenuto in classificata normale.
Nell’offerta online e in locale quindi, Splatoon 2 è uguale a sé stesso, e non propone variazioni particolari alla formula. Il gameplay è sempre quello, si spara e splatta colore per la mappa con le proprie armi, primarie e secondarie (come bombe o mine intelligenti). A fare la differenza in questo senso sono alcune nuove armi, come la doppia pistola o l’ombrello, che approcciano il gameplay in maniera piuttosto differente. Le prime permettono infatti di muoversi agilmente nelle quattro direzioni con delle capriole, diventando devastanti in mano sapienti. L’ombrello è, per l’appunto, un ombrello, ma per quest’ultimo toccherà aspettare un aggiornamento.
Un more of the same, con una marcia in più
Nel tripudio di colori e nuove abilità, spicca senza dubbio la modalità “maggiore” più di rilievo in questo sequel: la Salmon Run, una vera e propria modalità orda da affrontare in squadra sia in locale che online, in 4 giocatori. Si tratta in sostanza di tre turni ad ondate, dove i giocatori dovranno recuperare e mettere in salvo alcune uova di pesce dorate. Affrontare le tre ondate non è affatto facile, e la collaborazione tra giocatori è cruciale. Sia per spostarsi nella mappa per coprire le aree più sensibili, che per affrontare i nemici maggiori, ben 7 i tipi, che rappresentano in qualche modo dei piccoli boss da approcciare seguendo strategie differenti. Il tutto con equipaggiamento selezionato randomicamente e che richiede quindi di adattarsi velocemente alla propria arma. Salmon Run è la novità più entusiasmante di Splatoon 2, ma è “piagata” da una bizzarra idea di Nintendo: rendere disponibile la modalità a sua discrezione, secondo giorni e orari prestabiliti. Una limitazione discutibile e non da poco, considerando la natura del titolo.
Splatoon 2 sta al primo Splatoon come Super Mario Galaxy 2 stava a Super Mario Galaxy, è un more of the same con una marcia in più, ovvero quella personalità e quella freschezza contenutistica tipica di Nintendo. Bellissimo da vedere e da giocare, con i suoi 1080p a 60fps, ma soprattutto se approcciato in modalità portatile, dove è meno prestante ma resta piacevolissimo e piuttosto comodo da giocare. Con una campagna in singolo semplicemente folle e divertentissima, sia per level design che per le “vicende” che fanno da contorno al tutto, Splatoon 2 continua ad entusiasmare, e lo fa anche online con nuove mappe, nuovi equipaggiamenti e una modalità nuova di zecca, Salmon Run, la variante Nintendo di una modalità orda alla Gears of War. Nonostante una partenza forse contenutisticamente limitata, ma il supporto gratuito promesso da Nintendo nei prossimi mesi farà sicuramente il suo dovere, il più grande limite di Splatoon 2 sta nelle limitazioni online imposte da Nintendo: se l’app per la chat vocale appare ancora oggi una complicazione inutile, ad infastidire è soprattutto la scelta di relegare alcune modalità a giornate e orari precisi, togliendo quindi libertà al giocatore. Nonostante tutto, Splatoon 2 è un altro must have per la libreria di Switch. |