nidhogg 2

Nidhogg 2 – Recensione PS4

Nidhogg 2, da qualsiasi parte lo si guardi, non brilla certo per bellezza. Graficamente “più sporco che old school“, con un charachter design non particolarmente vario ed un comparto sonoro che ok, funziona il giusto nonostante l’essenzialità di alcuni passaggi, il sequel di uno dei titoli indie rivelazione della passata generazione, visto da lontano, rischierebbe di lasciare più indifferenti che altro. Del resto, difficile cogliere ad un primo sguardo le possibili evoluzioni di gameplay rispetto al proprio predecessore, che pur più essenziale nei lineamenti puntava tutto sul suo approccio minimal. Eppure, se tanti anni fa qualcuno si inventò l’abusatissimo “l’apparenza inganna“, un motivo ci sarà pur stato: e che ci crediate o no, il citato aforisma calza a pennello per Nidhogg 2.

Un po’ sequel e un po’ espansione rivisitata del pittoresco esperimento nato tre anni or sono, l’ultima creatura di Messhof – ancora una volta figlia della visione folle dell’ancor più folle Mark Essen – è una versione sotto steroidi del vincitore dell’Indiecade 2013, con un paio d’armi in più con cui divertirsi, un editor del personaggio ridottissimo ma ragionevolmente esilarante e un’ancor più spiccata vocazione al multigiocatore, disponibile sia online sia in locale – come vedremo a breve – per un massimo di otto giocatori. Fondamentalmente, un nuovo mostriciattolo abbellito (o imbruttito, a seconda dei punti di vista) e pompato quel minimo che basta, capace tuttavia di regalare ore e ore di sano divertimento se corroborato dalla giusta compagnia di amici. Perché, vi fosse sfuggito il messaggio di Messhof al giro precedente, farsi a fettine e a brandelli è più divertente quando ci si ritrova sullo stesso divano …

nidhogg 2Nidhogg 2, volendone trovare una contestualizzazione appropriata, è un fighting game a scorrimento orizzontale incentrato sull’utilizzo di armi bianche. Detto in modo più semplice, l’obiettivo di ciascuno dei due personaggi presenti su schermo è raggiungere l’estremità opposta dello scenario, suddiviso in un’opportuna manciata di sezioni, facendo coriandoli delle interiora del proprio avversario – che, inutile sottolinearlo, avrà esattamente lo stesso obiettivo nella direzione opposta. Chi uccide per primo impartisce il “verso” di percorrenza dello scenario, che tuttavia verrà invertito ad eliminazione subita.

L’efficacia di Nidhogg risiede nella velocità e nel ritmo serrato che lo contraddistingue: una volta eliminati, verremo infatti respawnati pochi metri più indietro, pronti ancora una volta ad eliminare il nemico – che nel frattempo avrà guadagnato metri preziosi – e ad invertire il verso di percorrenza. Dovessimo essere superati con un balzo o “stunnati” quel tanto necessario a creare un divario all’apparenza insormontabile col nostro assalitore, potremo persino rinunciare alla rincorsa e “uscire” dallo schermata corrente, per riapparire nuovamente al nostro posto, più incazzati che mai.

O lo si ama alla follia o proprio non lo si riesce a guardare

Le novità rispetto al predecessore, almeno in termini di gameplay, risiedono essenzialmente nell’introduzione di nuove armi bianche. Sia chiaro che esse non rappresentano una mera scelta “estetica” per differenziare un po’ le cose: al contrario, ciascun gingillo gode di vantaggi e debolezze ben definite, in grado di fare la giusta differenza nel corso dei numerosissimi scontri uno contro uno. Avete presente il famoso principio del “quando l’uomo col fucile incontra l’uomo con la pistola, l’uomo con la pistola è morto“? In Nidhogg 2 non affronteremo mai situazioni così drastiche, ma è bene tenere a mente un paio di cose. Il pugnale, ad esempio, è rapidissimo e letale per gli attacchi ravvicinati, ma di fronte ad una spada richiede un affondo maggiore – che, in molti casi, può voler significare una bella infilzata coi fiocchi. Daghe e spadoni vantano entrambi una lama ragionevolmente lunga, ma la velocità e la maneggevolezza della prima dovranno scontrarsi con la potenza della seconda – in grado di spezzare l’altrui difesa, se anche solo leggermente tardiva.

nidhogg 2

Metteteci l’arco, lentissimo ma letale sulle lunghe distanze (a meno di non farsi rispedire la freccia nelle costole, con una spadata sferrata al momento giusto) e un altro paio di chicche, e capirete come le alternative alle intramontabili pedate – con annesso pestone frantumacranio al suolo – non manchino certo. Parlare di strategia rischia di apparire esagerato in un contesto dissacrante come quello di Nidhogg 2, eppure tenere a mente limiti e pregi di ciascuna arma tutto fa tranne che male: sarà inoltre possibile colpire dall’alto (con un intramontabile calcione ninja) sperando di non atterrare dritti dritti sulla punta dell’altrui lama, oppure settare la guardia (offensiva e difensiva) su tre livelli diversi, cercando di affondare nelle tenere carni nemiche. Oppure, ancora, giocarsi la carta “sorpresa” e rotolare sulle altrui gambe, per ritrovarsi tutti al suolo.

Le possibilità, insomma, non mancano: e la totale estemporaneità degli scontri di Nidhogg 2, unita alla fisiologica spinta agonistica derivata dall’incassare una serie di affondi nemici, rende l’esperienza di gioco in multi locale qualcosa che va oltre il tradizionale concetto di “divertente”. Questo per dire che, se dopo tre ore vi ritroverete sudati e ansimanti come degli husky in pieno agosto a gridare le peggiori cose ai vostri compagni di gioco beh, tranquilli, non sarete i soli. Il multiplayer locale di Nidhogg 2 si articola in due modalità, la classica uno contro uno per due giocatori e una variante Torneo, che mette in competizione un massimo di otto giocatori lungo i dieci scenari di cui il titolo si compone. Scenari disponibili anche nella modalità Single Player, chiaramente: ma vuoi per una maggiore prevedibilità dell’intelligenza artificiale nemica, vuoi perché offendere qualcuno in carne ed ossa al tuo fianco è decisamente più divertente, la modalità Arcade rappresenta poco più di un estensione del precedente capitolo dove tornare ad impratichirsi prima delle sfide vere e proprie. Il tutto, come dicevamo in apertura, corroborato da un nuovo editor – per personalizzare abiti e parti anatomiche dello scimmione/troll/troglodita ai nostri comandi – e da nuovi scenari, ragionevolmente ispirati e rigorosamente a tema medievale.

Nidhogg 2 funziona che è una scheggia se giocato con la giusta compagnia

Se la parte del leone spetta al più volte citato multi locale, l’assenza di eventuali folli disposti a “investire” un’intera serata con voi in Nidhogg 2 può essere controbilanciata dall’oramai imprescindibile multi online, organizzato con un tradizionale match-making (partita casuale o invito a giocatore in lista amici) privo di fastidiosi settaggi da gestire. L’idea sulla carta sarebbe geniale, considerando la natura stessa del progetto di casa Messhof. Peccato che, almeno nella versione PS4 Pro da noi provata, l’affidabilità della struttura online non sia delle migliori – il rilascio di tre patch nell’arco di nemmeno 72 ore, tutte volte ad fixare problemi dell’online, un po’ le antenne ce le aveva fatte drizzare. La situazione attuale, per quanto più stabile dei primissimi giorni di Nidhogg 2, non è ancora delle più rosee, con difficoltà nelle fasi di match-making (legate anche alla comprensibile penuria iniziale di giocatori) e disconnessioni non frequentissime, ma comunque presenti. Confidiamo in un fix definitivo del team di sviluppo già dai prossimi giorni: uno scivolone del genere in quello che dovrebbe essere uno dei punti di forza di Nidhogg 2, effettivamente, sarebbe un po’ come darsi un colpo di spada sui piedi…

Conclusioni

Nidhogg 2 è uno di quei titoli che, semplicemente, o si ama alla follia o proprio non si riesce a guardare. Semplice e frenetico, tanto demenziale quanto bastardo e punitivo, il fighting scrolling game di Messhof nasce dalla stessa visione del titolo d’esordio del team, di cui questo rappresenta un’evoluzione vitaminizzata: mettere a sedere un po’ di amici attorno allo stesso televisore e, senza tanti fronzoli, farli divertire come cavernicoli menando spadate, scoccando frecce o colpendosi vicendevolmente le terga con sonore pedate. Nidhogg 2, sotto questa luce, è schietto e onesto come poche altre produzioni: del resto, ci sono bastati un paio di amici e una mezza serata libera per ritrovarci ad urlare le peggio cose nel cuore della notte, con somma rassegnazione del vicinato. Poi chiaro, graficamente è un pugno in un occhio – nonostante l’innegabile carisma e l’adorabile guizzo gore nel vedere ossa e organi interni saltellare dai corpi abbattuti – e, stringi stringi, di novità sostanziali in tre anni ne ha introdotte pochine. Eppure Nidhogg 2 funziona che è una scheggia se giocato con la giusta compagnia, nascondendo ogni papabile difetto sotto il tappeto dell’agonismo più estremo.

Ecco perché, a ben vedere, la campagna single player lascia un po’ il tempo che trova. Ci si fa pratica, certo, ma il bello viene quando lo sgorbio che fissiamo negli occhi è comandato da un altro scriteriato nostro pari: ed è lì che Messhof si scatena, regalando decapitazioni, budella a volontà e un ritmo serrato che sembra non volersi fermare. Un ritmo che, in tutta onestà, avremmo sperato di sperimentare nella componente online del titolo, parzialmente minata da problemi di infrastruttura a tratti critici – che speriamo volgano ad una risoluzione da qui alle prossime settimane. Peccato, perché dopo svariate centinaia di esecuzioni spietate e di corse a perdifiato da un angolo all’altro dello schermo il numerino che vedete qui sotto avrebbe potuto essere ancora maggiore.

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