Aegis Defenders – Anteprima gamescom 17

Colonia – Se c’è una cosa che adoriamo delle produzioni indipendenti, è che il più delle volte non seguono i trend, né delle regole dettate dal mercato, e soprattutto, tendono a fregarsene di certe leggi non scritte. Le stesse che impedirebbero a chiunque sano di mente di sfornare, nel 2017, un mix di platform, GDR e tower defense. Un mix che, unito all’estetica a 16-bit, ha immediatamente attirato la nostra attenzione e ci ha spinto a fare un salto nel booth in cui il team GUTS Department era ben felice di mostrare il suo Aegis Defenders ad addetti ai lavori e pubblico presenti alla gamescom.

E pur avendo solo scalfito la superficie di qualcosa che promette di essere davvero profondo, possiamo assolutamente ritenerci soddisfatti di quanto visto e provato. Già, perché le peripezie dei due avventurieri protagonisti, Bart e sua nipote Clu, ci hanno incuriosito e per più di un motivo: vivono in un mondo che è solo un’ombra, complice l’oscurità (metafisica) che lo avvolge, di ciò che era. Esistono ancora delle tracce di una civilizzazione avanzata che abitava quelle terre, e i pochi coraggiosi superstiti sono disposti a tutto per entrare in possesso delle sue tecnologie. Lo stesso, però, vale per le forze del male intenzionate a conquistare gli ultimi ribelli. I nostri due eroi sanno che c’è solo un’arma in grado di fermare il malvagio impero, ma di cui hanno solamente sentito parlare nelle leggende narrate da altri coraggiosi esploratori di rovine, quelli che prima di loro hanno setacciato grotte e posti sperduti a caccia dell’Aegis.

Il livello provato ha messo da subito alla prova i punti di forza del titolo, in primis, la sua anima metroidvania/platform, così come l’utilizzo congiunto dei due personaggi: abbiamo infatti esplorato una rovina prima nei panni di Clu, affrontando un discreto numero di nemici con il suo fido fucile (mentre Bart è equipaggiato con un potente martello), salvo poi ritrovarci in un vicolo cieco. Nel livello sottostante c’era Bart in attesa di essere schierato in campo, ed è lì che è entrata in gioco la necessità di alternarsi tra i due personaggi: l’unico modo per avanzare era infatti quello di attivare un interruttore e sbloccare il passaggio a Clu, e questo vicendevole scambio di “favori”, per così dire, si è ripetuto più volte, con le sezioni dedicate alla giovane avventuriera maggiormente incentrate sul combattimento, e quelle del nonno, in grado di costruire dei blocchi difensivi utili a contenere i nemici e a raggiungere punti sopraelevati, più platform.

Una volta giunti all’area finale del dungeon, si passa invece alla componente tower defense, con un vero e proprio stravolgimento di meccaniche: il combat system assume connotati più tattici, a partire dai blocchi difensivi di Bart che, combinati tra loro, si trasformano in pericolose torrette, e l’arrivo di orde di nemici (suddivisi in 5 ondate) richiede una ponderata gestione e posizionamento tanto degli strumenti di difesa, quanto di uno dei due personaggi, in quanto quello inutilizzato passerà sotto il controllo dell’I.A. (la quale però si preoccuperà solamente di farlo attaccare, facendogli mantenere la medesima posizione, immobile). Altra meccanica interessante, in grado di aggiungere pepe al tutto, è la necessità di farmare risorse tra un’ondata e l’altra, così da aggiungere torrette, ma anche riparare (tramite il martello di Bart) e sostituire quelle distrutte. E una volta preservato il nucleo da difendere, è possibile finalmente raccogliere monete e “Ruinhunter Points”, con cui acquistare nuove armi sia primarie che secondarie, ma anche potenziare quelle già in nostro possesso.

Aegis Defenders 2

Per quanto interessante questo mix di meccaniche e gameplay, Aegis Defenders dovrà però dimostrare di saper offrire una buona varietà e sotto numerosi aspetti: puzzle ambientali in primis, design dei livelli, per rendere quanto più interessanti le sezioni platform, ma soprattutto le tipologie di nemici, che, presentandosi continuamente ad orde, rischiano di stufare e diventare prevedibili in men che non si dica. Ci piacerebbe inoltre che l’I.A., nelle sezioni tower defense, fosse un po’ più indipendente: si riesce a controllare entrambi i personaggi in scioltezza e senza troppe paturnie, ma potersi concentrare sul proprio condottiero preferito è tutta un’altra cosa.

In conclusione

Il primo contatto con Aegis Defenders si è rivelato indubbiamente positivo, con un mix di meccaniche coerente e ben riuscito e una estetica retro abusata, ma non per questo piacevole e convincente. Affascinante, seppur ancora avvolto da una coltre di mistero, lo sfondo narrativo, che non vediamo l’ora di approfondire in prove successive, ma per renderlo un prodotto di qualità, i ragazzi di GUTS Department dovranno offrire la giusta dose di varietà anche negli elementi di contorno e non solo nel gameplay: puzzle e nemici in primis.