Se avete all’attivo un abbonamento Netflix o semplicemente siete appassionati di anime e manga, allora avrete sicuramente sentito parlare di The Seven Deadly Sins, l’avvincente shōnen molto apprezzato in Giappone che sta trovando terreno fertile anche nel nostro Bel Paese. Gli eventi narrati sono ambientati nell’Europa medievale e seguono le vicende dei cavalieri denominati “I Sette Peccati Capitali”, per via di un atteggiamento negligente commesso da loro in passato. In conseguenza di questo avvenimento il gruppo si sciolse e su ogni membro fu messa una taglia. Circa 10 anni dopo, i Cavalieri Sacri diventarono i nuovi governanti non prima di aver fatto un colpo di Stato e catturando il re. La serie inizia quando Elizabeth, la figlia più giovane del sovrano, decide di scappare e cercare il disperato aiuto dei Seven Deadly Sins nella speranza di trovare ancora qualche componente in vita.
Vi abbiamo illustrato a grosse linee la trama di questo Anime al fine di farvi comprendere nel migliore dei modi il videogioco oggetto della nostra recensione. The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia, sviluppato da NatsumeAtari sotto la supervisione del publisher Bandai Namco, è il primo videogioco dedicato all’omonima saga che riporta in auge la storia originale. Gli sviluppatori hanno alle spalle già l’esperienza di brand videoludici come Harvest Moon e Lufia, e per la realizzazione del gioco si sono affidati anche alla supervisione dell’autore del manga, Nakaba Suzuki.
Non nascondiamo di aver avuto una certa curiosità per questa trasposizione, che non solo si porta sulle spalle il duro compito di far rivere le gesta di Meliodas e compagni per la prima volta, ma anche di far scoprire la saga ad un numero sempre più ingente di persone, magari legate particolarmente al mondo videoludico.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a molte trasposizioni videoludiche di svariati anime e manga, soprattutto per la felicità dei fan che non vedevano l’ora di indossare i nobili panni dei proprio eroi (o villain) preferiti. Individuare il genere di appartenenza nella realizzazione di un videogioco tie-in a volte rappresenta un arduo ostacolo da superare, così come mantenere l’assoluta fedeltà dell’opera primaria. Vi diciamo questo proprio per introdurvi a The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia, primo esperimento di gioco per PlayStation 4 della promettente serie che, ve lo diciamo senza giri di parole, arriva un po’ malconcio all’incontro pad alla mano. Il titolo è costituito principalmente dalla modalità avventura che vi consente di rivivere tutte le vicende raccontante dal manga in modo abbastanza dinamico, intervallate da combattimenti e scontri faccia a faccia con i vari personaggi iconici a partire dalla prima stagione completa.
Lo scopo dell’avventura è quello di riunire la leggendaria squadra dei Sette Peccati Capitali e distruggere le ambizioni dei Cavalieri Sacri che si sono ribellati al regno di Liones. Ma per farlo occorre raccogliere informazioni, ovvero le classiche dicerie da bottega, sbloccabili soddisfacendo alcuni particolari requisiti durante gli scontri nelle varie aree. Compiere azioni complesse e sceniche in battaglia può far accrescere il punteggio, consentendo di ottenere il grado S e così molte più informazioni utili agli eroi. Alcune si rivelano quasi inutili, essendo soltanto curiosità sul mondo di gioco, mentre altre possono rilevare la presenza di missioni secondarie o commissioni sulla mappa di gioco. Apriamo una piccola parentesi proprio su questo aspetto: ottenere il grado S non è sempre così immediato, quindi non vi basterà semplicemente compiere azioni combattive spettacolari per innalzare il punteggio totale. Dovrete anche distruggere l’ambiente circostante, attivare trappole e fare tante altre attività che spezzano il ritmo di gioco. Ma avremo modo di esaminare questi dettagli più da vicino.
Le varie missioni principali, raggiungibili spostandosi con la Boar Hat, appaiono su vari luoghi della mappa con il progredire della storia. Ogni punto di interesse può contenere anche missioni secondarie che sono legate alle dicerie: infatti come abbiamo detto diventando famosi nei quattro angoli del regno si sbloccheranno attività sempre nuove. Purtroppo quest’ultime non offrono nessuno spunto interessante risultando molto monotone e ripetitive, e serviranno quasi esclusivamente per sbloccare oggetti utili alla creazione di vantaggi in battaglia.
The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è un brawler 3D un po’ atipico costituito da battaglie in scenari aperti e combattimenti strategici
Oltre alle missioni secondarie, periodicamente, sono presenti altri tre tipi di eventi su mappa: Battaglie, Commissioni di Elizabeth e Prove. Questi incarichi non faranno progredire con la storia ma offrono sfide alternative da alternare alla trama principale: sfide che, all’atto pratico, non vi metteranno minimamente in crisi. Quando indosserete i panni di Elizabeth sarete accompagnati da Hawk (il buffo maialino parlante) che prenderà le vostre difese. L’obiettivo della principessa è quello di raccogliere materiali mentre svariati nemici cercheranno di ostacolarla: Hawk avrà il compito di proteggerla, scagliandosi all’attacco con la semplice pressione di un tasto. Il resto delle sfide è tutto limitato a scontri testa a testa con i vari personaggi di The Seven Deadly Sins e nel far fuori un certo numero di nemici in un’area delimitata. Per poter creare i vari potenziamenti occorrono i cristalli magici, accumulabili durante le battaglie (magari distruggendo i vari edifici) oppure automaticamente durante gli spostamenti sulla mappa con il Boar Hat. Questi serviranno, insieme ai vari accessori raccolti nelle varie sfide e missioni, per creare oggetti magici equipaggiabili che forniscono abilità speciali (aumento PS, abilità di combattimento o vantaggi particolari) permettendo di migliorare i personaggi a vostra disposizione.
Se siete stanchi di viaggiare in lungo e in largo per tutta la Britannia allora potrete dilettarvi con la Modalità Duello selezionabile dal menù principale. Qui potrete affrontare delle battaglie contro la CPU, contro amici sulla stessa console e online con altri giocatori. Potrete scegliere tra più di 20 personaggi, sbloccabili durante la Modalità Storia, ma non aspettatevi qualcosa di diverso da quello che avete già avuto modo di testare durante l’avventura. Anche qui non sono presenti classifiche, sfide a tempo, modalità survival ma solo scontri 1vs1 o 2vs2 che non la rendono particolarmente interessante. The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è un brawler 3D un po’ atipico costituito principalmente da battaglie in scenari aperti e combattimenti strategici in cui sfruttare i punti deboli dell’avversario dandogliele di santa ragione. I vari personaggi possono scagliare attacchi ravvicinati (una serie di colpi deboli ma molto veloci che possono essere concatenati con la pressione continuativa di un tasto), attacchi speciali, a distanza e ultra. Le battaglie sono delineate da un’area circoscritta, molto piccola per l’amor del vero, costituita da varie strutture distruttibili che, una volta demolite, danno la possibilità di attivare trappole magiche se vengono attaccate. Ogni trappola possiede un effetto speciale che può tornare utile in battaglia (come il ripristino della salute), rivelandosi anche un’arma a doppio taglio che può essere usata dagli avversari.
Da quello che avrete senz’altro intuito, The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia mette sul banco forse un po’ troppe caratteristiche, non riuscendo a portarne in risalto nemmeno una. Purtroppo non siamo riusciti a capire perfettamente le scelte degli sviluppatori nella creazione di questo tie-in: sembra un musou che a volte scimmiotta le meccaniche da picchiaduro della serie Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm. Il sistema di combattimento non è gestito nel migliore dei modi: risulta essere fin troppo semplicistico e indietro di diverse generazioni di console (considerando poi la scelta di farlo uscire esclusivamente su PS4), con comandi che non rispettano in modo preciso le tecniche che il giocatore vuole mettere in campo. Le varie battaglie durano davvero pochissimo e sono molto facili anche a difficoltà più elevate, soprattutto per via di un’intelligenza artificiale arrancante e per nulla reattiva. Anche la telecamera ballerina, che non segue precisamente i movimenti del personaggio, causa una certa frustrazione facendo perdere completamente il controllo dello stesso.
The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia non spicca sicuramente per il suo gameplay, che ci è apparso fin troppo macchinoso e lento. Oltre a non riuscire a concatenare nessun tipo di combo, non aiuta minimamente il lock del mirino, che dovrebbe mantenere un punto fermo sull’avversario. Insomma, c’è il rischio di essere risucchiati in un vortice di frustrazione generale. Dal punto di vista grafico ci siamo solo per metà, poiché c’è un netto distacco tra grafica degli intermezzi e quella delle battaglie. Durante i vari siparietti ci ritroviamo una grafica 3D discreta (a parte la mancanza di qualsiasi espressione facciale e altri dettagli) che cambia completamente all’inizio del match: le ambientazioni e i personaggi hanno un aliasing evidente, un po’ come se la palette originale fosse stata ridimensionata creando una sfocatura marcata nei contorni. Questo nel 2018 non dovrebbe succedere in nessuna produzione videoludica, in considerazione anche del fatto che il gioco gira su una PS4 Pro dotata di un hardware anche superiore alla versione standard.
Questa prima incarnazione videoludica ha dalla sua un arsenale di evitabili difetti
A parte il ritrovarsi in Britannia in compagnia degli eroi che stiamo imparando ad amare, non riusciamo a promuovere questa prima incarnazione videoludica che ha dalla sua un arsenale di piccoli difetti che sicuramente potevano essere evitati. Magari questi saranno anche piccoli dettagli: i vari PNG, sia durante l’avventura che durante le battaglie sono sempre uguali, non c’è stato un lavoro di rifinitura e purtroppo vedrete sempre le stesse facce in tutta l’esperienza che può essere completata in una decina d’ore (almeno nella modalità storia). Se da un lato il doppiaggio giapponese e i sottotitoli in italiano sono di un buon livello (un aspetto su cui i titoli Bandai Namco sono migliorati parecchio), non possiamo dire la stessa cosa per la colonna sonora, limitata a pochissimi brani sia nei siparietti che nelle battaglie. Anche il rumore causato dalle varie esplosioni, pugni e calci risulta essere più ovattato rispetto le soundtrack.
Sicuramente ci sono delle idee interessanti ma secondo il nostro modestissimo parere non sviluppate nel migliore dei modi. L’impegno è pur sempre da premiare e magari da questi piccoli errori si potrebbe creare in futuro un titolo che riesca a soddisfare le necessità dei giocatori. Il supporto al titolo pare proseguire comunque: in primavera verrà rilasciato un DLC gratuito ispirato alla nuova stagione “Revival of the Commandments” che introdurrà qualcosa di nuovo (anche se al momento non sappiamo altro).
The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia esce con le ossa un po’ doloranti dopo la nostra prova. Definirlo un buco nell’acqua ci sembra forse un po’ troppo eccessivo poiché ha alla base delle idee interessanti, sviluppate però in modo un po’ grossolano e velocemente. Sicuramente ci saremmo aspettati di più da questa prima incarnazione videoludica della saga, non solo da un mero aspetto prettamente ludico ma anche visivo che non grida al miracolo (considerando la sua natura PS4 only). Le vicende narrate ripercorrono la serie animata in grosse linee e chi non ha mai guardato l’anime o letto il manga non riuscirà a capire perfettamente le vicende. Degli aspetti discreti però ci sono: tante missioni (anche se molto ripetitive), l’albero dei potenziamenti, duelli tra personaggi iconici e un po’ di quell’umorismo che caratterizza la serie (i siparietti con il maialino Hawk sono esilaranti, ndr). Il titolo strizza l’occhio al genere musou e a quello del brawler 3D, anche se non si erge in nessuno dei due aspetti: forse una realizzazione più mirata su un genere specifico avrebbe offerto un’esperienza più ricca e incisiva. Il gioco è indirizzato ai fan più accaniti che potranno trovare degli spunti interessanti a patto di scendere a compromessi con un gameplay datato, telecamere ballerine e tanta ripetitività. Nonostante tutto tornare in Britannia fa sempre un certo effetto e vivere sulla pelle le avventure dei Sette Peccati Capitali potrebbe essere comunque un buon passatempo. |
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