19 Mar 2018

Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno – Recensione

Dal lontano 2013, anno in cui Ni No Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea uscì in Europa su Playstation 3, sono passati ben 4 anni.

In un certo senso si potrebbe dire che il passare del tempo ci ha fatto dare per scontato la sua presenza sul mercato, quando in realtà fu proprio il movimento di migliaia di appassionati a rendere possibile il suo arrivo nel nostro continente da parte di Bandai Namco.

E il risultato fu un successo, l’avventura di Oliver e Lucciconio superò il milione di copie, ridando linfa alla straordinaria avventura targata Level-5 e Studio Ghibli. L’esistenza di Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno non era affatto scontata quindi, tanto che il suo annuncio un paio di E3 fa stupì (in positivo) il pubblico.

Dopo una lunga attesa, l’ultima opera di Level-5 giunge in Europa al meglio della sua forma, su Playstation 4: certo, l’intervento dello Studio Ghibli in questa occasione è meno presente, anche se il team si è avvalso di due figure mastodontiche quali Joe Hisaishi, compositore di Nausicaä della Valle del vento, e Yoshiyuki Momose, character designer che ha lavorato a pesi massimi quali Una tomba per le Lucciole, Pom Poko, Porco Rosso e La città incantata.

Il risultato, quello sì prevedibile, è davanti agli occhi di tutti.

Ni No Kuni II recensione

Una volta avviato il gioco, si viene travolti da una meravigliosa melodia che permette di respirare a pieni polmoni un’atmosfera che, pur non al suo massimo, riesce a restituire quelle atmosfere vissute nei lungometraggi di animazione dello Studio Ghibli. Perché Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno racconta una storia dal taglio piuttosto classico: il giovane principe Evan viene coinvolto in un colpo di stato nel regno di Gatmandù, e sarà costretto a fuggire in compagnia del misterioso Roland, un guerriero proveniente da un altro mondo, per avere salva la vita. Pur con un incipit piuttosto noto, e navigando in alcuni cliché del racconto fantasy e fanciullesco, l’epopea di Level-5 si fa strada nel cuore di chi la vive con un’inaspettata forza. Così il viaggio di Evan (e Roland) ha inizio, un percorso che lo porterà a creare il Regno di Eostaria e a unificare il mondo intero sotto la bandiera della pace e dell’uguaglianza. Un obiettivo utopico e folle, forse possibile solo nella fantasia, ma che invece si dipana qui con naturalezza e carisma: i comprimari del piccolo e biondo Evan sono tanti, e spaziano da una dolce aviopirata barbara come Shanty fino a Cecilius, un consigliere (fin troppo) ligio al dovere.

L’epopea di Level-5 si fa strada nel cuore di chi la vive con un’inaspettata forza

I personaggi incontrati nelle nostre avventure non solo aiutano il principe nella sua personale storia di conquista, ma ne vivono una tutta loro: sono protagonisti anch’essi di un mondo che vive di vita propria, e la magia di Level-5 e del tocco dello Studio Ghibli sta tutto nei dettagli: dai vari regni, ognuno caratterizzato secondo differenti concept, alle sottotrame che raccontano del passato del mondo e alle storie mondane dei suoi abitanti, che ci chiederanno aiuto per sconfiggere questo o quel particolare mostro, ma anche per recuperare la voce perduta a causa di una maledizione o per far colpo sull’amore della loro vita.

Ci siamo innamorati di queste, storie di un mondo fantastico che avvolge a 360° il giocatore per decine e decine di ore di gioco. Tramite il divertente social network chiamato “Foglialibro” ci siamo sentiti parte di una fantasia non solo fatta di colori, texture e personaggi statici, ma di piccoli racconti che si dipanano davanti al giocatore come fossero parte di uno spettacolo teatrale, sì passivo ma anche partecipativo. Perché quella di Evan è un’avventura piuttosto classica in fin dei conti, che risponde perfettamente agli stilemi di un genere, quello del gioco di ruolo alla giapponese, che riesce a regalare emozioni nonostante lo scorrere del tempo. Personaggi splendidi e dialoghi frizzanti e spesso divertenti, che scandiranno il ritmo del percorso di Evan in giro per il mondo, regno dopo regno e quest dopo quest, per capire ciò che rende un Re tale, e i sacrifici che certi princìpi morali richiedono di seguire. Molto diversa quindi dall’avventura “familiare” di Oliver, ma allo stesso tempo a tratti migliore, più matura nei suoi risvolti e carica di spessore.

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Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno prende le distanze dal suo predecessore anche per quanto riguarda i sistemi di gioco e il gameplay, facendo di questo “seguito” indiretto una vera e propria evoluzione di quella magica avventura. Via i famigli e il buffo “Abbecedabra”, i mostri che Evan e compagnia incontreranno sono fatti per essere sconfitti e non ammaestrati, nonostante anche qui ci siano delle simpatiche e bizzarre creaturine che potranno essere ottenute in svariati modi e che ci aiuteranno in battaglia fuori dal nostro classico party (formato da tre personaggi attivi): i Cioffi, colorati gnomi elementali che renderanno le battaglie più dinamiche e le boss fight più strategiche. Si trasformano in cannoni micidiali, possono curarci e infliggerci status positivi, ma anche difenderci da specifici attacchi elementali dei boss o semplicemente attaccando automaticamente. Ma i Cioffi non sono l’unico elemento a dare dinamismo al sistema di combattimento: Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno si trasforma infatti offrendo delle battaglie in tempo reale, permettendo di controllare uno dei personaggi a nostro piacimento, a seconda del nostro stile di gioco: Evan è più fragile, ma può utilizzare le magie dalla distanza; mentre Roland è resistente e ha dalla sua abilità piuttosto potenti. Ognuno di loro potrà effettuare colpi leggeri o pesanti, e accedere alle differenti abilità, che si configurano come attacchi speciali o magie, con il grilletto destro.

Pur apparendo ad uno sguardo superficiale come un sistema di combattimento semplicistico e piatto, i sistemi di gioco che lo vanno a corredare elevano il lavoro di Level-5 dalla banalità di un orologio digitale a quello di un orologio meccanico, rodato nei suoi complessi ingranaggi. Sotto la scocca di un battle system in tempo reale si nascondono infatti degli elementi di gestione dell’equipaggiamento, con ben tre armi primarie equipaggiabili che potranno essere alternate in tempo reale: il loro livello di “carica” ne stabilisce l’efficacia e la potenza effettiva, permettendoci di gestirle a nostro piacimento a seconda del nemico o della particolare situazione (per i giocatori principianti, è anche possibile rendere questo sistema automatico). Ad aggiungere ulteriore pepe agli scontri ci pensa poi un oggettino tanto bizzarro quanto divertente: l’Equilizzatore, un vero e proprio regolatore di parametri che, investendo dei punti ottenuti in battaglia, ci permette di gestire alcuni aspetti degli scontri secondo le nostre esigenze. State avendo particolari problemi con quel nemico acquatico? Potreste sacrificare la difesa dal fuoco che avevate selezionato e aumentare quella all’acqua, magari avrete più fortuna! Ma anche scegliere se aumentare le possibilità di drop di oggetti rari o, piuttosto, ottenere più esperienza alla fine degli scontri. Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno si presenta come un’esperienza di gioco perfettamente malleabile al gusto del giocatore, fresca, divertente e appassionante pur presentandosi come uno degli esponenti del gdr alla giapponese più classici degli ultimi anni, con la sua world map meravigliosa, i suoi dungeon labirintici e così via.

Ni No Kuni II è una bellissima avventura

Ma non rinuncia a dire qualcosa di nuovo, elemento che viene metaforicamente urlato a gran voce con la modalità Gestione del Regno, un “gioco nel gioco” che ci permette di gestire a tutti gli effetti il nuovo insediamento del principe Evan, di costruire e sviluppare edifici che ci aiutino a migliorare il nostro equipaggiamento, ad accrescere le nostre entrate o a raccogliere materiali, ma anche a sbloccare tante piccole chicche come la possibilità di ascoltare e collezionare i brani del gioco. Il tutto inserendosi nell’esperienza generale senza risultare forzato o fuori posto, con i sudditi che potranno essere reclutati semplicemente completando le tantissime quest secondarie sparse per il mondo di gioco. Certo, non c’è nulla che minacci il nostro regno e il suo sviluppo non influenza né modifica elementi della narrazione principale, ma è divertente ed aggiunge effettivamente qualcosa all’esperienza. In questo senso ci hanno convinto meno le battaglie campali, piccoli scontri in versione “chibi” che si svolgono sulla world map e che ci vedono contro armate nemiche o nemici di vario genere, con un sistema di scontri basati sul carta-sasso-forbice (ascia batte lancia, spada batte ascia ecc.).

Oltre ad essere uno dei pochi sistemi di gioco ad apparire scollegato dal resto dell’esperienza, le battaglie campali tendono ad essere un tedio (fortunatamente la maggior parte di esse sono extra) più che una fonte di divertimento in sé: il sistema di gioco è fin troppo semplicistico, ma allo stesso tempo il bilanciamento non eccezionale degli scontri rende il livello di sfida altalenante e non omogeneo. Questo sembra essere uno dei problemi che affligge Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno, un bilanciamento della difficoltà leggermente sballato: la maggior parte delle volte, il livello consigliato dal gioco per una determinata missione non rispecchia la sfida effettiva, ed alcune aree hanno dei bizzarri picchi di difficoltà laddove, invece, il gioco si presenta come un’esperienza abbastanza tranquilla e senza particolari frustrazioni. Forse sarebbe stato meglio inserire un selettore della difficoltà, per permettere al giocatore di decidere a che livello misurarsi.

Versione PC

Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno è il primo titolo Level-5 in assoluto a farsi strada verso il PC: una novità questa dovuta sicuramente al publisher, Bandai Namco, che negli ultimi anni si è dato assai da fare in questo senso trasportando moltissimi dei suoi prodotti su Steam. Un passo questo che ha anche riacceso in moltissimi fan la speranza di vedere un giorno un porting su PC (magari un remake) del primo capitolo, uscito nel 2013 come esclusiva PS3. Per il momento concentriamoci però su quelli che sono i fatti: abbiamo un bellissimo jrpg da goderci sulle nostre macchine. Come si comporta?

La deliziosa grafica cartoonesca di Ni No Kuni si apre al mondo PC in maniera esemplare: se siete tra i fortunati possessori di un super-PC (parliamo di 1080ti e processori di ultima generazione) potrete togliere il cap degli fps e vedere le cifre schizzare al di sopra dei 120, godervi una favolosa grafica in 4K e regnare su Evermore con tutta la potenza della Master Race, anche in HDR. Ma anche restando sul pianeta Terra ed utilizzando una configurazione più abbordabile (in questo caso parliamo di processore Intel i7 6700HQ, 16 GB di Ram e una scheda grafica Nvidia GTX 960M) il gioco si comporta splendidamente. I disegni di Yoshiyuki Momose prendono vita con una bellissima danza di luci e ombre, una profondità di campo più che apprezzabile ed animazioni incredibilmente fluide: ammettiamo di aver passato minuti interi a girare in tondo per ammirare i movimenti del mantello di Evan. Il frame rate si mantiene a livelli piuttosto stabili tra i 30 e i 45 fps, con i valori più bassi raggiunti durante le esplorazioni nella mappa del mondo in versione chibi (che comunque non si allontanano mai dai 30fps), per una resa ottimale anche durante i combattimenti più affollati.

Un punto a favore dello stile grafico di Ni No Kuni è che vista la sua natura cartoonesca, anche con le impostazioni grafiche “Basse” risulta comunque perfettamente godibile, nonostante la differenza sia apprezzabile soprattutto per gli oggetti ad una certa distanza non risulta pesante: dunque anche chi non dispone di un super-PC non deve lasciarsi scoraggiare, perché il regno di Evan è aperto a tutti.

A cura di Giada Mattiolo

Conclusioni

Dal momento in cui, al primo avvio, abbiamo ascoltato lo splendido tema del compositore Joe Hisaishi, sapevamo che quella di Ni No Kuni II non sarebbe stata un’avventura qualunque. Quando siamo stati gettati per la prima volta nel suo sgargiante mondo in cel shading, splendido sia tecnicamente con texture definite ed eventuali opzioni per PS4 Pro ma anche artisticamente ispirato, quasi a ricordare uno dei tanti mondi fantastici che lo Studio Ghibli ci ha regalato in questi anni, sapevamo che Ni No Kuni II ci avrebbe conquistato: e così è stato, perché l’avventura del principe Evan e dei suoi compagni scalda il cuore, è a suo modo epica ed ha quel gusto tipicamente fantastico che anche dopo anni continua a farci impazzire, con storie che aspettano solo di essere raccontate, e un vasto e bellissimo mondo da esplorare.

Il rinnovato gameplay, forte dei suoi elementi che lo contraddistinguono come la gestione del regno e il sistema di combattimento in tempo reale, funzionano alla grande e rappresentano un deciso passo in avanti rispetto all’avventura di Oliver e Lucciconio. È cambiato tanto da allora, dopotutto, e Level-5 si è rimessa in gioco con umiltà, sincerità e tanta passione. Qualcosa però è rimasto, come un doppiaggio stranamente british (ma che a noi è piaciuto molto) e un adattamento italiano piuttosto marcato, anche questa volta con la presenza di un personaggio che parla in romanaccio. Ma eventuali giudizi in tal senso li lasciamo al vostro gusto personale, limitandoci ad osannare Ni No Kuni II per quello che è: una bellissima avventura.

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