Destiny 2 La Mente Bellica
13 Mag 2018

Destiny 2: La Mente Bellica – Recensione

Di solito mi piace iniziare recensioni e anteprime con una piccola introduzione generale, ma non sarà questo il caso perché il nuovo DLC La Mente Bellica di Destiny 2 proprio non se lo merita. Arrivato ormai quasi da una settimana e ora completo di Incursione e attività end-game chiamata Protocollo di Intensificazione, è quasi chiaro che questa nuova espansione sia più o meno paragonabile a quella precedente, La Maledizione di Osiride.

Dico “quasi” perché dopo circa una settimana non sono ancora in grado di provare la nuova Incursione per motivi che illustrerò più avanti, anche se è stato possibile avere un assaggio di Protocollo di Intensificazione, già disponibile subito dopo il completamento della Campagna, ma decisamente pensato per attività post-Incursione.

A mio parere, il primo errore di Bungie va oltre la realizzazione degli ultimi due DLC. Da quando Destiny si è preso il cuore dei suoi giocatori, gli sviluppatori hanno sempre trasmesso via Twitch con grande anticipo ogni nuovo aspetto in arrivo, a volte giocando in streaming grandi porzioni di Storia. Un fatto controproducente, vista già la scarsa lunghezza delle Missioni arrivate coi DLC. In questo modo hanno praticamente distrutto tutto quel senso di scoperta e incognita che un gioco come Destiny dovrebbe avere. È il giocatore che deve esplorare, sperimentare e capire come muoversi in Destiny. Non sono gli sviluppatori a doverglielo mostrare per filo e per segno pur di mantenere calda la platea, anche perché i risultati, fin dall’end-game base di Destiny 2, sono abbastanza evidenti.

Destiny 2 La Mente Bellica

Andiamo però al sodo de La Mente Bellica. Questo DLC di Destiny 2 introduce un nuovo personaggio, Anastasia Bray, il cui cognome è certamente noto ai veterani della serie, essendo citato più e più volte nella storia del pianeta Marte. Devo ammetterlo, il trailer dell’espansione non era niente male: lande ghiacciate di Marte, Alveare ancora più cattivo e, soprattutto, Rasputin in persona. Tutti elementi potenzialmente esplosivi per dare un senso all’esistenza di questa Mente Bellica, fattore chiave di Destiny e misteriosa entità robotica alla difesa dell’umanità.

I presupposti per una Storia interessante c’erano dunque tutti, ma Bungie ha dedicato allo storytelling la stessa attenzione posta in Osiride. Nessuna ispirazione, nessun approfondimento dei personaggi. Solo una mera missione di salvataggio nei confronti di una IA che alla fine nemmeno ringrazia per l’intervento. Chi è Ana Bray? Quanto è coinvolta nella creazione di Rasputin? Come faceva Zavala a conoscere i piani di Ana? Come è arrivato Xol su Marte? Se volete risposte a queste domande, sappiate che non le avrete. L’unica nota positiva riguardante la Storia è la battaglia finale con Xol, un gigantesco verme dell’Alveare che per certi tratti ricorda la Mente Suprema di Halo (Made in Bungie) e che va affrontato a mani nude.

Una volta terminata la Campagna, ovvero circa 2 ore dopo (insufficiente come al solito, ndr) se avete un Potere in linea con quello consigliato, si apre il ventaglio di attività successive. Se dunque la difficoltà sembrava bassa nello sculacciare Alveare e Cabal durante le Missioni, i ruoli ora si invertono e si sbilanciano a favore dei nemici. Soprattutto per quanto riguarda gli Assalti Eroici (con Potere consigliato a 350), la difficoltà è incredibilmente alta. Non penso di essermi mai trovato a sudare così tanto dai tempi dei primi Assalti di Destiny 1. Ciò potrebbe essere positivo per certi versi, se non fosse per il fatto che questi Assalti non danno alcuna possibilità di crescita in termini di Potere quando si tocca il soft cap di 345. Per andare oltre quello è necessario tuffarsi nelle Incurs- pardon, nell’Incursione, perché di fatto ce n’è ancora una sola, con tutti i problemi che ciò comporta. Il grinding torna ad essere estremamente lento ed estenuante per la scarsità di attività in grado di regalare buon loot e crescere con un ritmo accettabile.

Destiny 2 La Mente Bellica

Sempre riguardo gli Assalti, ma a livello contenutistico, il risultato è altrettanto scarno. Due sono riciclati da Missioni della Campagna, un po’ come già successo in Destiny 2. Uno solo è veramente nuovo e dedicato, ma presente in esclusiva temporale su PS4, coi fan di PC e Xbox One già pronti a inghiottire manciate di Maalox. Se è dunque difficile alzare il proprio Potere, immaginate quanto sia improbabile tentare l’avventura nelle due attività end-game, ovvero la mini-Incursione e tantomeno Protocollo di Intensificazione.

Non ho ancora un Potere abbastanza alto per provare la prima attività e per questo non è ancora tempo di dare un voto definitivo al DLC, ma è stato comunque possibile avere un assaggio della seconda. Una volta terminata la Storia, Protocollo di Intensificazione è attivabile direttamente nella mappa di Marte quando ci sono altri giocatori che potrebbero prendere parte nella battaglia. Si tratta di varie ondate di nemici dell’Alveare sempre più forti e numerosi, con un timer da non far scadere e varie meccaniche di gioco da scoprire e intuire. Provata con un Potere di 343 e 5 compagni di viaggio più o meno dello stesso livello, siamo riusciti a sconfiggere giusto il primo boss e quindi a completare la prima parte della sfida, ma con grande difficoltà e con l’ausilio di un Intercettore Cabal. La prima ondata della seconda parte è stata invece impietosa, non tanto per le morti, quanto per l’incapacità di sfoltire il gruppo di Schiavi (a.k.a. nemici che normalmente si abbattono con l’alluce del piede) nel tempo limite.

La Mente Bellica soffre degli stessi problemi de La Maledizione di Osiride

Ma ci sarà pur un aspetto positivo ne La Mente Bellica di Destiny 2? Sì, è la mappa di gioco. Più grande rispetto a quella di Mercurio (e ci mancherebbe), ma soprattutto più variegata. Si va dalle distese sabbiose classiche di Marte ai cunicoli ghiacciati dell’Alveare, passando infine per le costruzioni ultrafuturistiche e il centro dove risiede Rasputin. Per certi versi, quest’ultima ambientazione ricorda molto quella presente nell’Incursione Furia Meccanica de I Signori del Ferro, ma del resto si parla sempre di Rasputin. I collezionabili sono inoltre interessanti e dovrebbero portare all’apertura di una cassa segreta. Si trovano in giro per la mappa anche durante le Missioni e vanno distrutti in base al loro colore, legato al danno cinetico o a quello elementale.

Mi sento inoltre di elogiare la colonna sonora, sempre e comunque ottima nella serie. Non si tocca ovviamente lo splendore di quella originale, ma si riesce ad affiancare alle situazioni di gioco ritmi e melodie incredibilmente coerenti, con toni acidi che per certi versi mi hanno ricordato la solitudine di No Man’s Sky.

Nel frattempo…

Per l’impossibilità di giudicare le due attività più importanti, mi prendo dunque qualche momento in più per progredire. Resta il fatto che, per ora, La Mente Bellica di Destiny 2 non rappresenta assolutamente quel contenuto imperdibile. Anzi, se siete interessati alla narrazione di Destiny 2, potete allegramente saltare l’appuntamento e aspettare il tanto chiacchierato update di fine estate.

L’unico motivo per acquistare il nuovo DLC, al momento, è lo sblocco delle attività post-game e del level cap, anche se non valgono sicuramente il prezzo del biglietto.