Nel 2016, un piccolo esserino fatto di lana conquistava il cuore dei giocatori di tutto il mondo con il suo coraggio, il suo ingegno e la sua tenerezza. Era uno Yarny, una specie di “spirito custode” nato dalle emozioni positive delle persone, legato ad un’anziana signora. In Unravel, questo insolito eroe aiutava la sua umana a recuperare i ricordi del passato e togliersi così un grosso peso dal cuore.
Ebbene, Coldwood l’ha fatto di nuovo. Durante l’EA Play all’E3 2018 ha tirato fuori a sorpresa Unravel Two, l’erede del successo di Yarny, rendendolo da subito disponibile all’acquisto su PS4, Xbox One e PC. Una mossa che ha sicuramente reso felici moltissimi fan del vecchio Unravel, che si sono innamorati a prima vista della novità indiscussa del nuovo gioco: un secondo Yarny. Il titolo stesso, Unravel Two, si riferisce – più che al fatto che ci troviamo davanti al secondo capitolo di una serie – ai due (letteralmente) inseparabili amici, che si aiutano e sostengono a vicenda sia in senso figurato che fisico. Nessuno dei due è in grado di andare avanti da solo, ma insieme possono sfidare qualsiasi cosa: uccellacci diabolici, pesci affamati, incendi, rapide e anche i loro nemici naturali, mostri nati dalle emozioni negative dalle persone, il cui unico scopo sembra proprio quello di distruggere gli Yarny.
Tra foreste, fari, città e fabbriche, questo puzzle-platformer ci trascina in un magico mondo in miniatura, in cui ogni ostacolo sembra insormontabile e ogni creatura pericolosa – e lo sono, se non affrontati insieme – ma puzzle dopo puzzle, fuga dopo fuga, si impara a capire che niente è impossibile e anche i momenti più bui nascondono tesori preziosi, come le “scintille” a cui i nostri Yarny danno la caccia.
Due Yarny significano due esseri umani. In Unravel, il protagonista era legato ad una gentile nonnina, stavolta invece i due spiriti lanuginosi aiutano due ragazzini, uniti come loro da una grande amicizia. Il filo dei due Yarny non è infatti solo un mezzo per andare avanti nei puzzle – certo è un’aggiunta geniale in fatto di gameplay – ma il simbolo del legame dei loro “padroncini”, la cui silenziosa storia scorre sullo sfondo. Anche loro intraprendono un’avventura e affrontano pericoli, sempre insieme, aiutandosi l’un l’altro a superare i momenti più difficili… con un piccolo aiuto addizionale da parte nostra e di una misteriosa “lucciola”.
Il filo dei due Yarny non è solo un mezzo per andare avanti nei puzzle, ma il simbolo del legame dei loro “padroncini”
Gli Yarny non sono più infatti solo “collezionatori di memorie”, come nel primo Unravel, ma possono interagire con il mondo reale grazie alla sopracitata lucciola, che interverrà ogniqualvolta i ragazzini si troveranno nei guai. Non solo, ma questa misteriosa luce ci indica la strada – sempre dritta, è un platform 2D dopotutto – e funge anche da personale “punto di salvataggio” mobile: infatti si ferma spesso ad aspettarci e attiva un checkpoint ogni volta che viene raggiunta. Rispetto al vecchio Yarny del primo capitolo, i nuovi si rivelano molto più agili, veloci e reattivi: EA stessa ha confermato che avviene a causa degli umani a cui sono legati… brutta bestia la vecchiaia, eh! Sono in grado di compiere ampie oscillazioni dondolandosi sul loro filo, di saltare da un muro all’altro alla Super Meat Boy o di arrampicarsi su piante o grate appositamente segnalate da foglie o frecce “all’insù”.
Il filo di lana resta comunque il protagonista del gameplay: se in Portal si deve “pensare con i portali” in Unravel Two si deve assolutamente “pensare con la lana”. Come avvolgerla intorno agli oggetti per portare entrambi gli Yarny oltre l’ostacolo, come utilizzarla per formare ponti, abbassare leve, piegare la fisica a proprio vantaggio. Forse le parti di platforming prendono un po’ più piede in questo titolo, cosa che si riflette anche nelle sfide facoltative, ma i puzzle non mancano di certo – soprattutto se volete raggiungere tutti gli oggetti collezionabili – e state certi che alcuni vi costringeranno a spremervi le meningi, a meno che non decidiate di alzare bandiera bianca ed affidarvi al sistema di aiuti, che offre tre livelli di consigli: dal velato hint (“Ehi, ti ricordi che puoi tirare gli oggetti da lontano se fai un nodo col filo?”) ad istruzioni passo per passo (“Vai a destra, lega il filo all’oggetto, passa sopra e torna giù, poi cambia personaggio… ecc ecc”).
Ovviamente, il sistema di aiuti si limita alla modalità storia e agli obiettivi principali, ma quando si parla di raccogliere tutte le sfere luminose sparse per i livelli o delle sfide opzionali dovrete cavarvela da soli. È qui che gli amanti dei platform e dei puzzle-game troveranno pane per i loro denti: ogni volta che si completa un capitolo della storia viene infatti sbloccata un’area “segreta” (che viene prontamente indicata dalla lucciola) in cui sono presenti un totale di 20 livelli sfida. Questi si svolgono in mappe decisamente limitate, ma che racchiudono puzzle o sessioni di platform più impegnativi rispetto a quelli della storia. Come già detto qui non è possibile utilizzare gli aiuti per quanto riguarda il lato puzzle, resta invece la possibilità di rallentare il tempo per superare le fasi di platforming più concitate. Una scelta un po’ ambigua, che però sottolinea e ricorda ai suoi fan la vera natura di puzzle-game di Unravel Two.
Gli amanti dei platform e dei puzzle-game troveranno pane per i loro denti
Affrontare le sfide per puro masochismo o desiderio di mettersi alla prova è insito nel DNA di molti videogiocatori, ma anche una piccola ricompensa è sempre bene accetta. Nel caso dei 20 livelli sfida si tratta di opzioni di personalizzazione per i due protagonisti: infatti alla fine di ogni livello si trova un amico Yarny da liberare, e una volta portata a termine la missione i suoi tratti diventano disponibili per essere traslati sui nostri avatar. Così ognuno potrà avare uno Yarny, anzi due, completamente personali!
Le sfere luminose sparse per i livelli storia sbloccano invece dei frammenti di quadri, appesi alle pareti del faro che fa da hub al gioco (ovvero la base da cui partono poi tutte le avventure tramite vari portali), e raffiguranti le avventure di due uccellini colorati in mezzo a uccelli grigi più grandi. Non serve un genio per cogliere l’allusione… fatto sta che solo raccogliendo tutti i collezionabili si potrà avere il “quadro completo” della storia.
Dal lato tecnico Unravel Two brilla come un vero diamante, a partire dalla gestione dei comandi. Infatti, nonostante il gioco sia palesemente pensato per essere giocato in cooperativa con un amico – e se ne avete la possibilità vi consigliamo di farlo – la gestione dei personaggi è molto semplice anche in single player e permette di godersi l’avventura da soli senza alcun problema (solo una volta mi sono ritrovata a pensare “In due qui sarebbe molto più facile“, ndr). Il cambio da uno Yarny all’altro è infatti istantaneo ed è anche possibile “fondere” i due gomitoli in un unico Super-Yarny, cosa che probabilmente vi ritrovereste a fare anche giocando con un amico nelle fasi di platforming più pure – due giocatori significano doppie probabilità di cadere, dopotutto.
Dal lato tecnico Unravel Two brilla come un vero diamante
Gli ambienti si rivelano a dir poco meravigliosi: dalle suggestive foreste nordiche, con tanto di alci vaganti sullo sfondo, ad affascinanti scorci di città; le animazioni del fuoco che si espande, dell’acqua che scorre; la bellezza della luce che filtra tra gli alberi. Ogni dettaglio è curato con la minima cura per creare un mondo guizzante di vita in ogni suo elemento. Anche la colonna sonora non tradisce le aspettative, accompagnandoci passo passo sempre con il giusto tono, quando più cupo, quando più incalzante, attraverso tutta la storia. Ispirata, azzeccata, assolutamente giusta.
L’unico difetto che possiamo trovare in Unravel Two è un terribile smacco nel level design, che porta alla conclusione della storia in modo completamente anti-climatico, con un capitolo finale del tutto inutile a livello di gameplay e una narrazione confusa.
Unravel Two è un delizioso puzzle-platformer, con due teneri protagonisti in grado di conquistare il cuore di qualsiasi giocatore e un comparto tecnico davvero ammirevole. Ambientazioni curate al minimo dettaglio e una colonna sonora ispirata fanno da sfondo ad un gioco che, nonostante le sembianze “morbide”, è in grado di mettere alla prova il giocatore, se non con la storia, attraverso numerose sfide opzionali. Purtroppo il meraviglioso racconto che aveva portato Unravel nell’Olimpo degli indie va a confondersi in questo seguito, culminando in un finale che non brilla né dal lato puramente narrativo, né da quello del gameplay. Un grande peccato, che alla fine della fiera lascia un senso di incompletezza per un’opera la cui qualità resta però indubbia. |
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