Il mio rapporto con The Elder Scrolls è molto particolare, perché la prima volta che mi avvicinai alla serie di Bethesda fu con Oblivion, giocato su un portatile disastrato, con una mod per farlo girare in bassissima risoluzione. Nonostante questi evidenti limiti e la grafica molto poco definita, viaggiare per le colline di Cyrodiil è ancora un ricordo vivido nella mia giovane mente.
Bethesda ha sempre saputo raccontare storie epiche e dal gusto fantasy squisitamente a cavallo tra il classico e il bizzarro. The Elder Scrolls Online, pur essendo un progetto “laterale” e predisposto per essere un MMORPG, non rinuncia al fascino che ha reso la serie grande: dopo essere ritornati con nostalgia a Morrowind, con i suoi paesaggi psichedelici e i suoi funghi giganti, ci spostiamo verso l’isola di Summerset, patria degli elfi oltre che lussureggiante ambientazione fatta di foreste e specchi d’acqua magnifici.
Di primo impatto potrebbe sembrare che Zenimax Online sia tornata ad un fantasy più scontato e banale, ma dal primo momento in cui abbiamo messo piede a Summerset, The Elder Scrolls Online si è rivelato essere sorprendente e a tratti unico, segno di come nonostante le difficoltà la compagnia americana sia riuscita a trovare una sua voce e un suo ritmo nell’affollato e competitivo panorama dei giochi di ruolo online.
Dopo un viaggio in barca, convocato personalmente dalla regina di Summerset, che ha deciso di emanare un decreto per aprire finalmente agli stranieri l’isola degli Elfi, lasciando che le culture si mischino e le meraviglie naturali dell’isola siano davanti agli occhi di tutti. Prima di gettarmi in questa nuova avventura, ho deciso di farlo con un nuovo personaggio di livello basso, per godermi di nuovo l’ebbrezza dell’inizio (e anche perché dopo mesi e mesi di polvere avevo dimenticato come si gioca). Può sembrare un dettaglio futile, ma uno dei pregi di The Elder Scrolls Online è quello di lasciare ai giocatori assoluta libertà nel modo in cui si approcciano ai contenuti e alle storie raccontate in questi anni.
Potreste volervi gettare verso i campi e le colline di Summerset senza aver nemmeno finito la storia principale, o aver visitato Morrowind: siete incoraggiati a farlo se non avete abbastanza tempo da dedicargli, e volete che la parentesi a base di Elfi e principi Daedrici sia l’inizio della vostra storia su ESO. Ecco che, sbarcati, veniamo introdotti alla situazione politica del regno da una stilosa e saggia elfa appartenente allo Psijic Order e ad un Kajit tanto simpatico quanto losco, che ci chiede aiuto per investigare gli strani movimenti che avvengono nella corte della regina.
È interessante vedere come The Elder Scrolls Online abbia ancora una voce tutta sua
La storia di Summerset inizia così, tra giochi di potere politici e strane creature oscure che muovono le fila dietro le quinte, in perfetto stile Elder Scrolls, con una narrazione corposa e spesso affascinante. Certo, a differenza di titoli come Final Fantasy XIV Online manca quella spettacolarizzazione degli eventi, qui privi di particolari cutscene, e raccontato “semplicemente” dai tanti dialoghi, però ottimamente doppiati, che i personaggi avranno con noi. A stupire nel tessuto narrativo di Summerset è l’unione tra “sacro e profano”, con una storia principale che ci porterà ad affrontare un tema molto caldo in questo periodo storico come l’immigrazione e la necessità di aprire le frontiere per far tornare a prosperare l’isola. Certo, il sottotesto politico sviluppato da Zenimax Online non sfocia mai nell’eccessivo, perché il troppo stroppia, ma è interessante vedere come The Elder Scrolls Online abbia una voce tutta sua, a tratti originale, nonostante gli abusatissimi cliché fantasy a cui si affaccia.
Questo perché Summerset riesce a concedersi di raccontare, con le tantissime quest secondarie sparse per l’isola, storie più mondane e bizzarre, lontane dalla politica e da minacce legate a chissà quali dèi e creature. Si rintana nel suo bel racconto fantastico, ma a volte lo scavalca per proporre cose esilaranti e piuttosto fuori dal mondo, come un cavaliere che continua a teletrasportarsi senza successo in giro per l’isola, finendo incastrato per strada o per le rocce in collina lasciando il giocatore completamente confuso e divertito. Qui ESO brilla perché è diverso dai soliti MMORPG ed è più vicino alle atmosfere e alle strutture a cui siamo abituati nei capitoli principali sviluppati da Bethesda, dove una digressione dalla storie principale può diventare una scoperta fantastica, un’inaspettata conquista di qualcosa che – magari – hanno visto pochissimi giocatori e che acquista un sapore tutto nuovo.
Non mancano novità in termini di gameplay, seppur minime vista la mancanza di una nuova classe, che conferma l’esperienza di gioco molto vicina ai giocatori console, con un’impostazione sviluppata sulla velocità d’azione, sulla fisicità degli scontri più che su enormi barre di abilità da attivare al tempo giusto premendo svariati tasti. Forse pecca in ripetitività e profondità nelle prime ore di gioco, ma si rivela una scelta decisamente azzeccata e in linea con ciò che un Elder Scrolls dovrebbe essere. Nuovi dungeon affrontabili in solitaria (come tutto il resto del gioco, se non avete voglia di confrontarvi con altri giocatori), ma anche un certo focus sull’esplorazione, con particolari “monoliti” che ho trovato sparsi per la mappa che regalavano nuovi materiali per sviluppare chissà cosa. Ma è stato introdotto anche una sorta di “raid” da 12 persone, per chi cerca un’esperienza online più soddisfacente con la necessità di coordinarsi per superare quella che sembra essere una sfida per veri temerari degli MMO. L’unica novità che va a modificare il gameplay è legata allo Psijic Order, che offre una questline piuttosto intensa (si parla di chiudere portali in giro per Summerset) che vi ricompenserà con un “albero delle abilità” unico, con skill che vi permetteranno di manipolare il tempo con buona pace (forse) del bilanciamento. L’espansione Summerset come vedete non rende The Elder Scrolls Online un gioco diverso, o nuovo, ma aggiunge un importante tassello al gioco, una prospettiva familiare e collaudata su una nuova ambientazione. Dopo anni di difficoltà ad ingranare, questo è probabilmente il modo migliore per espandere il mondo online di Tamriel, dando ai giocatori qualcosa di adatto a tutti, vecchi e nuovi giocatori, senza stravolgere gli equilibri stabili che Zenimax Online ha raggiunto.
The Elder Scrolls Online: Summerset si pone come un “more of the same” di qualità
Eppure, poggiati i piedi su di una delle rive tranquille di Summerset, la mia sensazione è stata quella di un “Oh snap, questo fantasy l’ho già visto mille volte“, ed è assolutamente vero, perché nonostante una deliziosa direzione artistica e architettonica, che da sempre contraddistingue la serie Elder Scrolls, la sensazione è quella di trovarsi in una bellissima isola, nella patria dei sommi e altissimi Elfi: ma per quanto bella, va a scadere in quel more of the same di cui vi parlavo prima, qui però potenzialmente negativo.
Si tratta di scelte stilistiche obbligate in un certo senso dai canoni narrativi stabiliti ma, c’è un ma, Zenimax Online è riuscita a sovvertire anche quelli proponendo scorci incredibilmente affascinanti e viste che sembrano uscite da folli quadri ricchi di colori, da mondi ancestrali e primordiali ai confini della realtà. Qui Summerset dà il meglio di sé, in luoghi come quello che ospita lo Psijic Order, con le sue torri e i teletrasporti “acquatici” e una conformazione geografica più audace e meno piatta, come spesso accade con questi giochi basati su mondi condivisi. The Elder Scrolls Online non brillerà certo per il suo dettaglio grafico, soprattutto dopo tutti questi anni, ma su PS4 grazie ad una direzione artistica ispirata si difende ancora bene, riuscendo ad ammaliare e a convincere. Peccato però per qualche inciampo tecnologico, con evidenti cali di frame rate (seppur brevi) riscontrati su una PS4 standard in qualche ambientazione, ma senza comprometterne l’esperienza.
L’evoluzione di The Elder Scrolls Online negli ultimi anni è stata decisamente interessante, con espansioni che hanno mantenuto un certo livello qualitativo costante e continuativo, dimostrando la volontà di Zenimax Online di mantenere la sua creatura con impegno e dedizione, come quella che i giocatori investono in un MMORPG di tale portata e dimensione. Dopo l’ottima parentesi nostalgica di Morrowind, ESO si arricchisce di Summerset, proponendo un’ambientazione completamente differente e nuova, che va ad inserirsi perfettamente nei cliché del genere. Ma l’isola degli Elfi è anche occasione per vivere alcune storie di indubbio interesse, che spaziano dalla politica di corte al razzismo e all’immigrazione, tre parole che molti giocatori disprezzerà o guarderà con sospetto: eppure di storie Summerset ne è letteralmente piena, e spaziano per tono e temi con una facilità spiazzante, regalando tanti bei momenti e soprattutto tantissime ore di gioco. Summerset è grande, ricca di attività, sia giocabili in solo che con altri giocatori, e di ambientazioni da scoprire ed esplorare. Il tutto mantenendo un certo equilibrio nel gameplay, che appare privo di sostanziali novità (oltre allo skill tree degli Psijic), ponendosi però come un “more of the same” di qualità, adatto sia ai nuovi giocatori che agli appassionati storici di ESO. |