Se c’è un gioco che ha spaccato in due, anzi, in mille pezzi, critica e pubblico, quello è Kingdom Come: Deliverance: il realismo ai limiti del folle di alcune sue meccaniche, un tasso di difficoltà sopra la media, la fedeltà con cui il team ha ricostruito eventi storici realmente accaduti ha lasciato il segno nei cuori di non pochi giocatori e addetti ai lavori, mentre altri non sono riusciti a soprassedere ai suoi tanti, troppi bug, in parte risolti da Warhorse Studios, in parte non ancora.
Tra frustrazione e colpi di genio, tra promesse da rispettare e buone intuizioni mal implementate, anche in redazione c’è chi lo ha amato alla follia – al netto dei suoi difetti, come chi vi scrive, e chi, come il buon Andrea Baiano Svizzero che lo ha recensito, a cui non sono andate giù certe scelte di design.
Ma il team ceco ha ancora qualche cartuccia da sparare, e la parola “Fine” non è ancora stata scritta del tutto: sono in arrivo un buon numero di DLC, tra contenuti e feature gratuiti, e altri a pagamento, come questo From The Ashes di cui ci accingiamo a parlarvi.
Peccato però che le premesse non siano delle migliori: cerchiamo di capire perché.
I problemi di From The Ashes sono molteplici, nonostante sulla carta fossimo davvero entusiasti di poter lasciare il nostro segno sulla Boemia digitale di Kingdom Come: Deliverance in modo definitivo: il contenuto si colloca idealmente subito dopo l’assedio di Pribyslavitz e lo scontro con Runt (anche iniziando una nuova partita, dovrete necessariamente superare quel punto della storia), con il villaggio completamente distrutto e abbandonato a se stesso, e il desiderio di Ser Divish di riportarlo ai fasti di un tempo. Il Signore di Talmberg ci fa sapere di aver inviato il suo locatore Marius a perlustrare la zona e a valutare un’eventuale ricostruzione, ma ha perso le sue tracce: spetta a noi andare a controllare la situazione e a salvarlo dall’inevitabile gruppo di banditi che lo ha rapito.
Il DLC entra nel vivo subito dopo: Divish ci affida infatti il ruolo di balivo di Pribyslavitz, scaricando su di noi l’onore e soprattutto gli oneri di dover ricostruire, in primis, e gestire, in seguito, un villaggio, senza minimamente sincerarsi delle nostre condizioni economiche. Spetterà quindi a noi rimediare l’enorme cifra (poco sotto i 100000 groschen) richiesta per ricostruire la maestosa chiesa distrutta dai saccheggi e le attività commerciali con cui ridare vita al borgo, le materie necessarie alla ricostruzione (come pietra e carbone), e ovviamente i cittadini, tra artigiani, mercanti, e popolani, offrendo, perché no, una nuova casa ai nostri ex-compaesani di Skalica, molti dei quali finiti loro malgrado ad elemosinare in giro per la Boemia.
I problemi di From The Ashes sono molteplici
Tante spese, insomma, e missioni da risolvere per poter permettere ai migliori artigiani del paese di venire da noi ad offrire i loro servigi, siano essi corazzai, macellai o armaioli, bloccati nei rispettivi villaggi da dispute e problemi, ma anche, una volta costruire le attività più redditizie, valutando bene quali costruire e quali no (non sono tutte presenti – come i bagni, ad esempio – e in certi casi una specifica attività impedirà la costruzione di un’altra struttura), lauti guadagni, con le tasse e le percentuali di profitti che rimpingueranno le tasche del povero Henry. Che, come se non bastasse, dovrà anche risolvere le dispute dei singoli cittadini, tra mariti ubriaconi e fedifraghi, e incivili che pretendono di espletare i propri bisogni nel fiume che costeggia il villaggio.
Il problema principale, però, è che tutto ciò non avrà alcun reale beneficio o impatto sulla nostra partita, o sulla reputazione di Henry: sì, si beccherà qualche groschen, che male non fa, ma salvo qualche cavallo in più, una volta ricostruito Pribyslavitz avrete solo una cittadina in più a disposizione in cui vendere le vostre merci (incluse quelle rubate: nessuno oserà dire qualcosa al balivo), o in cui sfidare a dadi qualche beone nella taverna, ma nulla di più. Non potrete posizionare voi stessi le singole attività, né lasciare il segno in modo tangibile sulla Boemia: dovrete semplicemente assicurarvi di lasciare in un forziere il denaro necessario a costruire le varie strutture e gli stipendi di costruttori e locatore – pena, proteste, malcontento e persino scioperi con annesse ribellioni – e di rimbalzare da un punto all’altro del mondo di gioco per risolvere questa o quell’altra missione per convincere un certo NPC a trasferirsi da voi, solo per poter potenziare un determinato edificio ed ottenere qualche lieve bonus in più, ma nulla di realmente utile o esclusivo. Il che significa che affrontare From The Ashes come contenuto end-game, magari con 200000 groschen già in tasca, vi porterà via una, due ore al massimo, privandovi dell’unica reale sfida proposta dal DLC, quella cioè di rimediare con fatica il denaro per costruire questa o quella attività (come le scuderie, il fornaio, o il municipio stesso), e vedere piano piano il passivo trasformarsi in attivo.
Il miglior modo per fruire di questo contenuto aggiuntivo è goderselo nel vivo della campagna
Va da sé che, anche volendo salvare il salvabile e dare una minima raison d’être a From The Ashes, il miglior modo per fruire di questo contenuto aggiuntivo è goderselo nel vivo della campagna, e non a bocce ferme dopo i titoli di coda. Per i veterani che stanno smaltendo le ultime missioni prima di mandare temporaneamente in pensione il prode Henry, tolto il vanto di diventare balivo, c’è ben poco da fare o con cui divertirsi in questo DLC.
Inspiegabile inoltre l’assenza di una vera e propria casa tutta per Henry, motivo per cui ha davvero poco senso usare quel luogo fresco di costruzione come propria base operativa, anche perché è in una posizione davvero poco scomoda, con tanto di assalti e rapine molto frequenti nella foresta che circonda Pribyslavitz che possono dare qualche grattacapo durante il viaggio rapido. L’idillio, insomma, finisce poco dopo aver concluso i lavori, più o meno con fatica a seconda della vostra disponibilità economica.
From the Ashes non è un brutto DLC: il suo problema è che costa non poco (9,99 €) e non offre chissà quale concreta utilità o interessante elemento narrativo, e in base al momento in cui lo si decide di affrontare, non richiederà nemmeno chissà quale effettivo sforzo. D’accordo, diventare balivo non è niente male, idem il poter fare il Salomone di turno, ma non c’è alcuna reale soddisfazione nel buttare del denaro in un forziere e far decidere al locatore Marius cosa costruire, soprattutto se si è già pieni di groschen una volta terminata la campagna. Se giocato nel bel mezzo della storia, la fatica e l’investimento vengono ripagati da entrate fisse, che male non fanno, ma nulla più: tra le misteriose assenze (una casa per Henry in primis) e il doversi precludere certe attività, Pribyslavitz non diventerà la vostra nuova base operativa, e non la sentirete nemmeno tanto vostra. L’idea di base del DLC era davvero intrigante, ma l’applicazione della stessa è da rivedere quasi in toto. |