Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion
17 Lug 2018

Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion – Recensione

Se è la prima volta che sentite parlare di Adventure Time è arrivato il momento di rimediare (sono anche disponibili le prime 3 stagioni su Netflix, ndr), perché vi siete probabilmente persi una delle serie più riuscite di Cartoon Network.

L’intera serie segue le bizzarre avventure di Finn l’umano e Jake il cane, con l’obiettivo di proteggere il mondo da varie minacce, il tutto condito da una vena umoristica straordinaria. Se poi pensate che l’autore si è ispirato ad alcune grandi passioni di gamer e nerd in generale, ovvero videogiochi e Dungeons & Dragons, allora potrete perfettamente capire cosa trovarvi tra le mani.

E proprio a proposito di videogiochi, negli anni ne sono stati creati diversi a tema: abbiamo assistito ad avventure in pieno stile Zelda, in cui Finn e Jake si addentravano in diversi dungeon fino a vederli in veste di detective portando avanti il mestiere dei loro genitori (se ve lo state domandando, i due amici si definiscono fratelli).

Però questi esperimenti sono riusciti solo in parte, perché da un lato confezionavano prodotti in pieno stile della serie, ma dall’altro offrivano un gameplay e una struttura di gioco fin troppo semplicistici.

Ma questa volta Finn e Jake, con la complicità di Marceline e BMO, dovranno (nuovamente) salvare la terra di Ooo da una minaccia inaspettata: il mondo è diventato una enorme distesa oceanica. Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion vi proietta in una nuova storia con l’obiettivo di far divertire tutti i corsari… ehm, gli appassionati della serie. Avrà fatto centro? Per mille spingarde, scopriamolo!

Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion
Ehi chi è quello a bordo? Ah è solo Gunter!

Dopo una bellissima giornata passata ad oziare, gli eroi si trovano loro malgrado dinnanzi ad una nuova minaccia: qualche cattivone ha messo le mani su un Enchiridion, probabilmente arrivato da un’altra realtà, e lo ha usato per inondare completamente l’intera terra di Ooo. Finn & Jake, dopo un meritato pisolino sulla barca posta in cima alla casa sull’albero, si risvegliano in alta marea. Per fortuna vicino a loro è presente una nuovissima imbarcazione più adatta allo scopo, che permette di navigare in alto mare al fine di risolvere questo strano mistero e riportare la normalità – anche se è un po’ difficile in Adventure Time – per tutti gli abitanti della Terra.

È meglio precisarlo fin da subito: questo videogioco è ambientato cronologicamente nella decima stagione del cartone animato, e lo deduciamo dai personaggi presenti e dallo sviluppo degli eventi. Ci teniamo anche a dirvi che nonostante possa essere giocato da chiunque, solo i fan più accaniti riusciranno a goderne pienamente.

Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion è un’avventura in terza persona con uno stile cel-shading, con personaggi in linea e riprodotti abbastanza fedelmente a quelli del cartone animato. Un’avventura che vi fa addentrare in alcuni dei luoghi più iconici della terra di Ooo, come il regno di Dolcelandia, il regno di Fuoco, senza dimenticarsi della Foresta Malvagia. Il vostro obiettivo è quello di scoprire cosa sta succedendo in questi posti, e perché alcuni degli abitanti (tra cui guardie banana, scagnozzi della principessa Fiamma e pochi altri tipi di avversari) non esitano ad attaccarvi.

Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion ha una difficoltà complessiva tarata al ribasso

A questo punto parte inevitabilmente la battaglia: il vostro scopo è quello di difendervi e attaccare al momento giusto, e per farlo dovrete tener conto della componente strategica, come nel più classico gioco di ruolo a turni vecchia scuola. Gli eroi si schierano sul campo di battaglia frontalmente agli avversari avendo a disposizione un menù per consentir loro di effettuare una mossa tra: un attacco normale, una tecnica speciale e un’abilità peculiare unica per ogni personaggio (Marceline ad esempio può ricaricare la propria salute e BMO la barra dell’energia delle tecniche), o perché no darvela a gambe levate.

Oltre alle suddette, in ogni turno può essere utilizzato insieme alla scelta principale anche un oggetto, un aspetto da non sottovalutare: potreste ottenere dei potenziamenti e vantaggi in attacco, ma anche resistere a determinati tipi di colpi basati su cambiamenti di status.

Dulcis in fundo è l’abilità decisiva, ovvero il più comune rage dei giochi di ruolo (chiamato anche Limit nei più classici Final Fantasy) che quando viene riempita al massimo consente di poter eseguire qualcosa di spettacolare: sia Finn che Jake possono scagliare degli attacchi devastanti – quest’ultimo poi si trasforma in un bulldozer, per l’infelicità degli avversari – mentre BMO effettua una danza che guarisce e potenzia l’intero team. Ogni personaggio carica questo contatore in modo diverso e non necessariamente subendo dei colpi.

Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion
Ok, meglio scappare o picchiarli per benino?

Come avrete capito il sistema di combattimento mette in risalto delle idee davvero interessanti che si rifanno ai titoli più classici, ma tenta di impreziosire il tutto con caratteristiche in un certo senso uniche. Il vero problema sussiste però nel livello di sfida tarato al ribasso, che non mette realmente in crisi il giocatore più avvezzo e navigato del genere: una scelta probabilmente atta a consentire un approccio meno frustrante ai videogiocatori più giovani. Fatto sta che questo aspetto mette in discussione la natura stessa del genere, che dovrebbe alternare momenti semplici ad altrettanti più complessi. In termini di Boss Battle né abbiamo affrontate tre nel corso di tutta l’avventura, che può essere completata in circa 10 ore.

Le stesse non ci hanno messo particolarmente messo in crisi, dimostrandosi nuovamente più facili del previsto: tenete comunque in considerazione che chi vi scrive ama particolarmente livellare nei GdR e quindi a volte si ritrova, suo malgrado, ad avere sempre personaggi di pari livello o più forti rispetto a quelli avversari.

Un videogioco basato su questa caratteristica, però, deve offrire una difficoltà sempre crescente e il giocatore deve essere messo in crisi anche se i suoi attacchi sono più potenti del normale, così come accade in altre produzioni dello stesso genere.

Il sistema ruolistico che introduce questa produzione è riuscito solamente a metà

Sia chiaro: le varie battaglie, nonostante tutto, divertono, perché potrete assistere a dei colpi molto particolari (come vedere Jake utilizzare la sua “metamorfosi” praticamente per ogni tipo di attacco). Però ci sono troppi pochi scontri e il level-cap massimo si ferma a 10, dopodiché potete solo accumulare del “vile” denaro.

Proprio quest’ultimo può essere usato per fare praticamente ogni cosa nel mondo di gioco (i pirati, d’altro canto, puntano tantissimo al bottino): in primis vi consente di potenziare le caratteristiche del team capitanato da Finn, tra cui livello di energia massima, potenza dei colpi e anche la forza dei vari attacchi speciali. Inoltre i soldi possono essere estratti anche dalle varie rocce, dolcetti e blocchi di ghiaccio delle varie lande che andrete a visitare, ed essere spesi dall’immancabile Oca-Loca – il mercante che parla esclusivamente in rima – per l’acquisto di pozioni e altro materiale interessante.

Come abbiamo detto, tramite la vostra imbarcazione potrete spostarvi nella imponente distesa acquatica che ricopre la terra di Ooo, una sorta di open world. In mare avrete la possibilità di raccogliere casse – grazie a Jake che ingrandirà notevolmente le sue mani – e abbattere a colpi di cannone relitti con tesori che contengono denaro o altri oggetti utili.

Il tutto purtroppo è relegato a questo, a parte una missione secondaria in cui potrete prendere parte a della battaglie sul pontile. E a proposito, sono proprio le missioni secondarie che non ci hanno pienamente convinto: in sostanza, nella maggior parte dei casi si tratta di compiere alcune missioni di recupero di naufraghi (come i Dolcibotti e i Gunter) disseminati un po’ ovunque o ripulire certe zone con il cannone della Jeff (la vostra unica imbarcazione navale).

Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion
Ehi amico, vacci piano altrimenti non parlerà!

Ovviamente in Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion per portare avanti le vicende principali dovrete scendere sulle varie isole e, oltre a ripulire le varie zone dai cattivoni, usare abilità peculiari di ogni singolo eroe della squadra: Finn ad esempio può scoprire l’ubicazione dei vari tesori mentre Marceline con un colpo d’ascia può aprire gli scrigni. In diversi momenti, probabilmente per dare quel tocco di investigazione tipico della serie, sono presenti eventi chiamati per l’appunto Investigation Time.

In pratica dovrete giocare al poliziotto buono o cattivo cercando di estorcere preziose informazioni che vi consentono di avanzare nella storia: tramite una ruota potrete selezionare il tipo di approccio di Finn e Jake nei confronti del malcapitato. Ci è sembrata quasi una forzatura all’interno della produzione, anche perché gli stessi personaggi ci suggeriscono l’approccio da utilizzare.

Da punto di vista del sonoro sono presenti delle ottime tracce 8 bit davvero simpatiche durante gli scontri e le voci dei personaggi si rifanno a quelle della serie originale americana con sottotitoli in italiano. Esilaranti le canzoni che intonano sulla nave, in pieno stile piratesco, che si rifanno all’impresa da compiere in quel preciso momento. Peccato per la mancanza di sottotitoli in alcuni frangenti di gioco non relegati alle vicende principali.

Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion riesce comunque a trasportare i giocatori nel fascino della serie di Cartoon Network, proponendo una nuova storia originale con un taglio decisamente leggero e adatto a tutti. Il gioco purtroppo ha alcuni cali di frame rate riscontrabili durante le esplorazioni e piccoli rallentamenti nelle porzioni navali quando ci si addentra in un nuovo regno, ciononostante non dà grossi grattacapi e si riesce a completare tranquillamente.

Conclusioni

Tirando le somme siamo convinti che si poteva fare molto di più con Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, e non solo in termini di ottimizzazione di gioco, ma anche dal punto di vista dello stesso gameplay. Il sistema ruolistico che introduce questa produzione è riuscito a metà: da un lato offre delle battaglie divertenti con diverse possibilità di scelta dal punto di visto strategico, ma dall’altro risultano essere troppo semplici relegando il tutto ad una sfida molto leggera. Il titolo dura circa 10 ore, non molto incoraggiante per essere un GdR e non è presente alcun post-end-game per potersi dedicare ad attività collaterali, che appaiono ripetitive e in numero veramente esiguo.

Una produzione che, tutto sommato, offre qualcosa di diverso, ma che non è sviluppata nel migliore dei modi, soprattutto perché la serie presenta un gran numero di spunti che consentono di consegnare qualcosa di molto più completo nelle mani dei fan. L’avventura, anche se breve, riesce comunque a regalare delle ore di divertimento, catturando il fascino della serie e mettendo in scena alcuni dei tratti caratteriali dei protagonisti più iconici. Certo è che conoscere bene la serie e i suoi personaggi è decisamente importante per godere appieno della storia.

A chi lo consigliamo? Ai veri appassionati che possono chiudere un occhio su alcune mancanze e a coloro che amano i GdR leggeri, semplici e senza troppe pretese.

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