Colonia – Quando si pensa a un animale nobile, forte, una belva che sia allo stesso tempo feroce ma dotata di una intensa spiritualità, è quasi naturale che nella nostra mente si formi la figura di un lupo. Spesso utilizzato come animale totemico dalle tribù indigene, questo predatore è stato scelto anche dai ragazzi tedeschi di Mooneye Studios quando hanno deciso di impegnarsi nello sviluppo di Lost Ember, un gioco d’avventura open world che ci mette proprio nei panni di un lupo impegnato nella ricerca di una civiltà perduta con l’obiettivo di trovare il suo posto nel mondo – essendo l’unico rimasto della sua razza. Nella nostra ricerca della città di Machu Kila dovremo interagire con il mondo che ci circonda attraverso una prospettiva particolare: quella degli altri animali che popolano questo mondo puro ma al tempo stesso desolato, dove la natura è alla sua massima espressione. Il lupo è infatti in grado di prendere possesso delle creature a livello spirituale, senza dunque arrecare loro alcun danno, e sfrutterà le loro peculiarità per raggiungere la sua meta.
L’abbiamo provato alla gamescom, oltre ad approfittare del tempo a nostra disposizione per porre qualche domanda agli sviluppatori, e la prima parola a esserci venuta in mente una volta poggiato il controller è stata: rilassante. Sebbene ci sia una certa urgenza di fondo, dettata dal desiderio di sapere, non c’è davvero nulla che metta fretta a noi e al nostro compagno di viaggio. Possiamo anche prenderci del tempo ed esplorare il mondo di gioco senza altro scopo che perderci nel paesaggio lussureggiante in cui siamo immersi.
Come abbiamo scritto, il gameplay si concentra sulla scoperta del mondo attraverso la prospettiva degli animali di cui possiamo prendere possesso. Ciascuno di loro offre nuove possibilità e opportunità per avere una visione mozzafiato del mondo: immergetevi in acque cristalline e lasciatevi trascinare dalla corrente come un pesce, guardate il mondo dall’alto mentre seguite la direzione del vento e lasciate che accarezzi le vostre piume, scavate una buca come farebbero le talpe, oppure ancora arrampicatevi lungo ripide scogliere impersonando una capra di montagna. I giocatori saranno in grado di muoversi attraverso il mondo al proprio ritmo senza interrompere il flusso del gioco con combattimenti, puzzle troppo complessi o addirittura morire: nulla di tutto questo era nella mente degli sviluppatori, che volevano offrire un’esperienza coinvolgente ma assolutamente tranquilla nella sua evoluzione. Il nostro lupo può possedere qualunque animale sia stato implementato e adibito a questo uso ma non tutti si possono trovare ovunque, alcuni di loro abitano zone specifiche e starà a noi scovarli.
Il progetto Lost Ember, ci è stato raccontato, è nato nel 2016 come una visione approssimativa di un titolo che permette al giocatore di rilassarsi e tuffarsi in un mondo pieno di possibilità. Nei primi mesi sono stati sviluppati più prototipi e modificate le meccaniche di base abbastanza frequentemente. Mooneye Studios stava cercando di eliminare tutto ciò che distraeva dalla loro idea principale: via enigmi o nemici troppo complessi che avrebbero potuto essere frustranti, togliendo al giocatore la libertà di agire secondo le sue volontà e i suoi tempi. A farci compagnia ora ci sono solo innocui animali e una sorta di luce guida che passo dopo passo ci mostra il passato di una civiltà ormai dimenticata.
Forme stilizzate ma rendering di alta qualità. Questa è fondamentalmente la chiave nello stile in Lost Ember, scelta per andare a parlare indirettamente a bambini e adulti, nonché per comunicare emozioni o dettagli della storia in maniera semplice pur senza avvalersi del dialogo. L’atmosfera del momento definisce il tipo di forma utilizzata. Ad esempio, taglienti per situazioni aggressive o spaventose, arrotondate e pulite nei momenti più allegri. Tutto questo l’abbiamo provato in prima persona mentre trotterellavamo, nuotavamo e volavamo nel mezzo di questo mondo che potremmo quasi definire vergine, se alcune testimonianze della presenza umana non ci ricordassero che è successo qualcosa – ed è nostro compito scoprirlo.
Avendo provato una versione alpha del gioco, non è stata una sorpresa trovare qualche piccolo bug qua e là come problemi di telecamera, collisione e in un’occasione addirittura il nostro lupo ha ripreso la sua forma principale sul fondo di un lago, quindi abbiamo nuotato per raggiungere la superficie quando logicamente non sarebbe possibile. Gli stessi sviluppatori sono coscienti di queste piccole imperfezioni e ci stanno già lavorando, dunque nulla di cui preoccuparsi. Il rischio con questi giochi fortemente narrativi e senza un particolare coinvolgimento del giocatore, sebbene qui le possibilità di interazione ci siano, è che finiscano relegati ancora più a fondo in una nicchia che già appartiene loro, rischiando di essere ingiustamente snobbati. Lost Ember ha le potenzialità per diventare un’esperienza breve (pare non superi le cinque ore, che possono aumentare volendo cercare tutti i segreti) ma che vale la pena ricordare: potremo esserne certi solo di fronte a una versione più completa del gioco.
Lost Ember è un gioco interessante che punta alla varietà permettendo al giocatore di utilizzare più personaggi rimanendo al contempo uno solo: la meccanica di possessione, che nella nostra demo non è stata spiegata ma abbiamo comunque inteso, è un tocco particolare per dare vita a un viaggio che non abbiamo idea di come possa concludersi – ed è proprio questo il bello. Forte di un grafica semplice ma efficace nei suoi intenti, nonché di colori sgargianti che rendono ancora più affascinante il mondo di gioco, Lost Ember è previsto su PlayStation 4, Xbox One e PC entro la primavera del 2019 e noi saremo pronti a valutare il lavoro completo di Mooneye Studios.