1More Spearhead VRX – Recensione

Vi abbiamo già parlato di un paio di cuffie targate 1More, azienda cinese specializzata in questa tipologia di accessorio audio, dal catalogo sempre più vasto e con tutte le tasche sotto il suo mirino, anche quelle più capienti. Le impressioni, in quel caso, sono state più che positive, ma si trattava di un prodotto pensato per un utilizzo generico.

Con le Spearhead VRX, nuovissimo modello di cui vi parliamo quest’oggi, le Quad Driver condividono la fascia di prezzo, non proprio abbordabile (le prime costano 209,98 € qui in Italia), ma anche un livello qualitativo decisamente elevato, che non accetta compromessi, prendere o lasciare.

La differenza più evidente però, oltre alla natura over-ear delle Spearhead, sta nella loro estrema specificità: vi diciamo da subito, infatti, che il loro punto di forza, che è anche tra i motivi del loro costo per nulla contenuto, è che sono pensate per il gaming, ma in particolare per la Realtà Virtuale.

Sono infatti dotate di head-tracking, tecnologia che segue il movimento della vostra testa, con cui le Spearhead VRX illudono il vostro cervello, immergendovi ancora di più nella dimensione digitale in cui intendete perdervi.

Ma l’attenzione alla VR è evidente sin dal design davvero particolare delle cuffie di 1More, studiate per risultare comode tanto nell’utilizzo classico, quanto, soprattutto, indossando un visore, Oculus e HTC Vive in primis. Basta un primo contatto con la confezione per capire di avere tra le mani qualcosa di altissima qualità: solida anch’essa, in cartone ruvido, nasconde all’interno delle illustrazioni, che sembrano disegnate a mano, le quali “smontano” il prodotto e ne spiegano i punti di forza.

Nascosti in un doppio fondo ci sono, oltre alla manualistica, le due tipologie di cavo con cui è possibile connetterle ai propri device, ovvero USB e jack da 3,5mm (lunghi rispettivamente 2 m e 1,3 m, di buona fattura e resistenti), e un sacchettino con cui portarle in giro. Una cura nei dettagli e un occhio di riguardo alla qualità evidente anche nel device stesso, il cui design è una sorta di puzzle in cui ogni singolo pezzo, per quanto sulla carta differente dagli altri, nell’insieme crea qualcosa di bello e intrigante (oltre che incredibilmente comodo).

I morbidi copri-padiglioni sono in simil-pelle, e anche dopo svariate ore di utilizzo non fanno sudare minimamente, né arrecano qualsivoglia fastidio, e isolano quanto basta per godersi al massimo film, musica e videogiochi; l’archetto, regolabile, è in un morbido tessuto, coperto al di sopra da una solida cornice di metallo, che lo protegge dagli urti (nel caso vi venga voglia di scapocciare), come in metallo sono alcuni dei dettagli delle cuffie stesse, che le rendono robuste, ma al contempo accattivanti.

Le Spearhead VRX sono solide ma al contempo leggere, oltre che comode

La forma, studiata, come detto, per calzare comodamente anche in combinazione con un (meno comodo) visore, è molto snella, al punto da non appesantire minimamente le cuffie, che risultano molto leggere nonostante i materiali scelti da 1More per garantirne la solidità, e forse solo il microfono, retrattile e dalla forma di una cannuccia di plastica, ci ha dato l’impressione di essere un po’ più fragile, ma si tratta, appunto, di un’impressione. Chiudono il cerchio un bottone per attivare il microfono e la rondellina per il volume, che può essere premuta per passare alla regolazione di una leggera vibrazione che va ad enfatizzare i bassi.

La ciliegina sulla torta sono i led, che illuminano il logo (presente su entrambi i lati), l’aura dei copri-padiglioni e il microfono stesso, il quale si illumina nel momento in cui riceve un input, così, giusto per fare ancor più bella figura con gli amici o con i propri spettatori su Twitch. Led, peraltro, programmabili a proprio piacimento tramite il pratico software, da scaricare categoricamente al primo utilizzo (in inglese, ma estremamente intuitivo e semplice da utilizzare). Si può scegliere se attivarli o meno, regolarne l’intensità, il ritmo, il tipo di intermittenza (tra 4, non molti, a dirla tutta) e tra vari colori, sia basic che personalizzabili.

Col software è inoltre possibile attivare l’ENC (environmental noise cancellation) per il microfono, che fa emergere la propria voce anche in situazioni più affollate e rumorose (anche se l’abbiamo messo sotto stress e, pur non riuscendo a rimuovere completamente il sottofondo, riesce comunque a far spiccare la voce), attivare/disattivare/resettare la posizione della propria testa per l’head-tracking (in qualche caso perde l’equilibrio e conviene ripristinarlo alla posizione originale) e, cosa ancor più importante, è possibile regolare l’equalizzazione, sfruttando uno degli 8 preset o salvandone fino a 4 propri, impostando le frequenze secondo il proprio gusto e le proprie esigenze.

Ed è qui che le Spearhead VRX danno il meglio di sé: tramite qualche click e grazie al suono potente e cristallino, è possibile adattarle a qualsiasi tipo di esigenza e contenuto, non necessariamente in VR. Le abbiamo testate con film, musica (dai Carpenter Brut al black metal più furioso), e ovviamente giochi, restando stupiti in ogni caso dell’alta fedeltà – al punto da storcere il naso quando la sorgente è un disco mal prodotto o un film in streaming dalla bassa qualità sonora (consigliatissimo, in tal senso, la visione su Blu-Ray) –, dell’enorme pulizia e nitidezza con cui è possibile distinguere nettamente ogni strumento, ogni voce, oppure ogni singolo rumore, ed immergersi completamente.

Sono compatibili anche con PS4, Xbox One e qualsiasi altro device, ma danno il massimo su PC e con la VR

In PlayerUknown’s Battlegrounds abbiamo individuato con precisione la posizione dei nemici ad ogni loro singolo passo o sparo grazie all’audio 3D, merito della tecnologia Nx brevettata da Waves, che con i suoi algoritmi e con gli speaker da 50 mm in grafene delle Spearhead VRX riesce a restituire una performance e un realismo unici; in Kingdom Come: Deliverance abbiamo assaporato le splendide atmosfere medievali, lo scoccare di una freccia, le voci austere delle guardie e dei signorotti locali, pronti ad affibbiarci i peggiori lavori; in Gravity e in Doctor Strange, il silenzio assordante dello spazio e le pompose colonne sonore tipiche dei cinecomic.

È però con i giochi VR che danno il loro meglio, merito del già citato head-tracking, che segue con estrema precisione e rapidità i movimenti della nostra testa: la tecnologia in questione “inganna” il nostro cervello, modulando il suono in modo tale da fargli credere che l’onda sonora stia arrivando con una diversa intensità per via della posizione del nostro orecchio. In combinazione con l’illusione visiva offerta da un visore, voilà, il gioco è fatto: immersione completa. È talmente precisa e credibile, e le cuffie sono talmente comode e leggere, che in più di un’occasione ci è capitato di alzarci di colpo dalla nostra postazione di gioco/lavoro, a rischio di trascinarci il case del PC dietro, convinti di stare ascoltando musica dalla soundbar presente sotto il monitor, dato che, ruotando la sedia verso destra, il suono si sposta in maniera naturale verso l’orecchio sinistro.

È pur vero però che si tratta di un enorme, splendido gimmick, che ha senso quasi esclusivamente per gli ambienti VR, e che al massimo può regalarvi qualche piccola emozione ascoltando un concerto live e chiudendo gli occhi per un attimo, ma che all’atto pratico si rivela tanto bello quanto inutile. Ancor più dolorosa è la mancata compatibilità con PSVR, un passo falso, alla luce della per nulla ignorabile user base del visore di Sony: head-tracking, ENC, vibrazione ed equalizzazione sono infatti compatibili unicamente su PC, dove è possibile installare driver e software, mentre su PS4 e Xbox One, così come qualsiasi altro device dotato di jack 3,5mm, avrete esclusivamente accesso ad audio e microfono.

La qualità elevata resta la stessa, ma la minore personalizzazione, e l’head-tracking con PSVR, sono fattori da tenere a mente in fase di acquisto, alla luce del non proprio accessibile prezzo. Anche l’efficacia dell’audio 3D è ridotta, ma potrete godere di una buona emulazione 7.1 anche su console, seppur non paragonabile a quella su PC.

Conclusioni

Le 1More Spearhead VRX sono delle cuffie eccellenti, che valgono il prezzo che costano se intendete sfruttarle su PC e con un buon visore VR. L’head-tracking e l’audio 3D sono i veri punti di forza, che grazie a precisione e fedeltà di altissimo livello riescono ad illudere il nostro cervello in un ambiente virtuale in maniera davvero credibile anche lato sonoro, e non solo visivo, modulando il suono in base non solo alla direzione della sorgente in-game, ma anche alla posizione della nostra testa rispetto alla stessa. Sempre su PC, ma non necessariamente in VR, si difendono alla grande anche con altri tipi di contenuto, restituendo un suono potente e cristallino, e un’alta fedeltà che inizierà a farvi rivalutare la bontà di un film in Blu-Ray rispetto ad uno in streaming, o di un disco registrato come si deve.

Ottima anche la personalizzazione via software, sia lato performance che estetico con i led adattabili alla propria postazione di gioco, e la qualità generale delle cuffie in sé, elevata anch’essa, solide, eleganti e comode come sono.

Se intendete usarle esclusivamente su console o per ascoltare musica dove capita, i 209,98 € richiesti, per quanto buone, diventano davvero troppi, e il consiglio che ci sentiamo di darvi è di guardare altrove.

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