News 29 Giu 2012

Resistance: Burning Skies – La Recensione

Dopo aver invaso le PS3 di tutto il globo con 3 capitoli e le PSP con un solo atto, la saga targata Insomniac e le sue locuste vogliono invadere anche i lidi della neonata PSVita, la cui doppia razione di stick analogici si appresta ad accogliere ben più dignitosamente un FPS come mai prima d’ora, senza esagerare con le innovative funzionalità touch. Un nuovo sviluppatore, Nihilistic Software, si appresta a raccogliere la pesante eredità per questo nuovo capitolo portatile…riuscirà la serie, orfana di padre, a risplendere anche su di un OLED?

Lo ameranno: gli amanti degli FPS e in particolare quelli della serie Resistance
Lo odieranno: i detrattori degli FPS e della serie Resistance
E’ simile a:  Killzone, Call of Duty (e ovviamente la serie Resistance)

Titolo: Resistance: Burning Skies
Piattaforma: PSVita
Sviluppatore: Nihilistic Software
Publisher: Sony Computer Entertainment
Giocatori: 1
Online: 4-8
Lingua : Italiano

Un'ascia per amica!

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STORYBOARD

Io e i Chimera abbiamo una cosa in comune: l’amore per gli Stati Uniti. Non li vedrete mai mangiare un frankfurter a Times Square, ma la loro passione per l’East Coast è palese in buona parte della serie Resistance. In questo capitolo portatile si torna a New York, ai tempi del primo capitolo: è il 14 Agosto 1951, qualche anno prima delle (dis)avventure di Hale e Capelli, ma stavolta il nostro protagonista non ha gradi militari di cui fregiarsi. Il nostro Tom Riley è uno dei tanti eroi silenziosi e valorosi che preferiscono la discrezione e un basso profilo, rispetto ai lustrini di soldati graduati, come ogni semplice pompiere che si rispetti. Ma questo non gli impedisce di impugnare prima la sua ascia e poi un arsenale composto dalle migliori armi che la tecnologia terrestre (e aliena) ha da offrire, per permetterci di salvare (ancora una volta) il nostro tormentato pianeta.

Ecco come si presentano le cut-scenes iniziali che ci accompagneranno lungo tutta l'avventura

Nihilistic Software (già, niente Insomniac…e si vede. NdK) non si allontana troppo dagli stilemi ormai classici della serie, optando per la classica ambientazione a stelle e strisce post-bellica pullulante di alieni cattivissimi, navicelle, corridoi organici e così via, elementi che ci accompagneranno attraverso lunghi capitoli in strutture di gameplay abbastanza ripetitive ma che scorrono in maniera fluida. I fan della serie apprezzeranno certamente qualche riferimento ai precedenti capitoli sparso qua e là, in una trama non imprescindibile ma comunque dotata di momenti davvero interessanti.

Preparatevi ad un mare di piombo e laser!

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GAMEPLAY

In qualità di primo vero e proprio FPS su console portatile Sony dotato di 2 ambitissimi stick analogici, Resistance: Burning Skies si pone fin da subito come una boccata d’aria fresca per gli amanti del genere. Nella sua impostazione ai limiti dell’old-school, i controlli “fisici” sono davvero funzionali, con i controlli touch relegati a funzioni secondarie o di scorta, non deludendo quindi i fan più smaliziati che avrebbero certamente storto il naso se le loro “fraggate” fossero state interrotte da sessioni di realtà aumentata o mini-giochi di dubbio gusto. Toccheremo lo schermo in vari frangenti: in primis, negli attacchi secondari delle armi. Come nei precedenti capitoli, l’arsenale è ancora una volta uno dei punti di forza, con un armamentario solido ed originale, con qualche classica arma (il Bullseye, l’Auger o la Carabina) e un manipolo di nuove, devastanti armi: il SixEye per cecchinare, la già citata (e “cafona”) ascia da pompiere (la cui icona sarà presente perennemente sullo schermo così come quella delle granate, per essere rapidamente utilizzata), o il Lancia-missili S.W.A.R.M.. Queste vi daranno l’opportunità di affrontare in tanti modi diversi le orde di nemici, sfruttando o il classico attacco (mirando e sparando con i tasti dorsali) o, come detto, toccando lo schermo per sprigionare un colpo secondario (dalle granate, ai mini-droni, passando per esplosivi adesivi o la fantastica corazza dell’Auger, ancora presente). Solo lo scatto si è rivelato “scomodo” da eseguire, relegato al retro-touch (e doppio tocco, non sempre andato a buon fine) o al tasto direzionale verso il basso, scomodo da premere mentre si guida il personaggio con lo stick sinistro. Per il resto, la classica assegnazione dei tasti fila liscia come l’olio.

Uno dei titanici boss che ci troveremo ad affrontare

Altra piacevole novità è la “Tecnologia Grigia” e la sua influenza sul gameplay: esplorando le location troveremo dei cubi celesti (legati alla trama stessa) i quali, tramite menù dell’arsenale, potranno essere incastonati nelle armi per potenziarle con upgrade legati alla potenza di attacco, velocità di ricarica o particolari vantaggi, per un massimo di 2 alla volta, aumentando così le già molte possibilità di approccio a nostra disposizione. Buonissimo il sistema di coperture, sempre più raro da vedere negli FPS, ma qui presente grazie ai tasti direzionali, i quali ci permetteranno di sbucare dal nostro riparo e massacrare (quasi) indisturbati i maledetti Chimera, abilissimi a nascondersi dai nostri attacchi ed intelligenti, al contrario della nostra alleata Ellie: durante le nostre peripezie la vedremo spesso bloccata dietro un muro, dietro di noi ed un attimo dopo, magicamente, nella stanza davanti a noi, o semplicemente rimanendo ferma a gustarsi il panorama. Il gameplay Resistance: Burning Skies si presenta comunque solido e divertente, minato da una gestione dei checkpoint da rivedere, una ripetitività di fondo e delle cut-scene (fumettose e, soprattutto, non skippabili) di inizio capitolo pregevoli ma riproposte ogni volta che caricheremo la partita dal menù principale. Fortemente old-school (ma scordatevi la barra della vita come nei predecessori e date il benvenuto al “copriti=curati”) nell’animo e un buon punto d’inizio per PSVita.

Devo ricordare al tuo dentista di andarci piano con il Napalm la prossima volta.

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GRAPHIC & SOUND

Sono passati più di 3 mesi e la maturità della console sul lato puramente tecnico è ancora lontana. Per quanto fluido possa essere il gioco, texture ambientali di scarsa qualità, un’interazione con l’ambiente pressoché inesistente, così come vistosi glitch grafici e caricamenti non sempre rapidissimi (nonostante la versione provata fosse quella digitale e non in cartuccia), lo azzoppano in più di un’occasione. L’atmosfera, comunque, è davvero immersiva, con l’ibrido tra fantascienza e anni ’50 americani ancora una volta vincente; unito a pregevoli musiche orchestrali, con una New York devastata a farci da sfondo e uno splendido doppiaggio in italiano ad arricchire il tutto. La caratterizzazione dei personaggi è di buon livello, sia dal punto di vista tecnico che artistico, dalle vaghissime sfumature quasi “cartoon” per quanto riguarda la fazione dei “buoni”, mentre i Chimera saranno più cattivi e disgustosi che mai, dotati inoltre di IA quasi sempre perfetta ed efficiente. Rimane comunque al momento un titolo sopra la media, tra le produzioni PSVita, ma la sensazione che lascia è che qualcosa in più si sarebbe potuta fare.

BOOOM....SPLAFF

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ONLINE & REPLAY

Come detto qualche riga più sopra, ci troveremo dei capitoli molto lunghi, con svariate missioni da compiere e sessioni di puro combattimento che ci terranno impegnati per un buonissimo numero di ore, amplificato da esplorazioni (alla ricerca di Tecnologia Grigia oppure di documenti dell’Intelligence) o semplice reload del checkpoint per sperimentare un vasto numero di tattiche. Ad estendere la longevità ci pensa il comparto multiplayer, un po’ povero a dir la verità: 2 modalità classicissime (Deathmatch tutti contro tutti e a squadre) e “Sopravvivenza”, interessante come idea ma spesso dalla breve durata, per match da disputare in livelli tatticamente ottimi ma assolutamente dispersivi, dato il basso numero di giocatori possibili (4 per le partite “piccole” e 6-8 per le “grandi”), con la conseguente noia nel dover girarsi le vaste mappe in lungo e in largo in cerca di qualche anima pia da lasciarsi ammazzare, davvero “desolante” in più di un frangente.

Un'occasione sfumata per offrire l'online portatile definitivo...

Eppure con quell’arsenale, sfruttato in un contesto online (come nell’ultimo capitolo della serie “maggiore”), si potrebbero far faville, unito anche ad un comunque buonissimo impianto di crescita basato su punti esperienza con nuove armi e perks da sbloccare di livello in livello. Desolazione enfatizzata dal pessimo match-making, che fatica a trovare partire. Tante potenzialità non sfruttate lasciano certamente l’amaro in bocca, soprattutto perché la possibilità di giocare ovunque online è un’idea che alletta i tantissimi fanatici degli FPS sparsi per il globo, i quali però troveranno qualche intoppo con Resistance: Burning Skies.

Nella modalità online "Sopravvivenza", chi morirà passerà dalla parte dei Chimera...uccidere i nostri ex-commilitoni, anche se sconosciuti, non sarà un compito da eseguire a cuor leggero, ma abbiamo bisogno di tanti punti XP!

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IN CONCLUSIONE…

Visto dal punto di vista di primo VERO FPS su una console hand-held dotata di ben 2 stick analogici, Resistance: Burning Skies è una graditissima novità per gli amanti del genere, i quali gusteranno un titolo assolutamente divertente in grado di tenere allenati i polpastrelli anche sulla metro, (per poi magari tornare a casa e continuare a massacrare i nemici, online e non, in altri contesti), ma da un punto di vista critico, delle buonissime potenzialità vengono azzoppate da una realizzazione altalenante. Se dal punto di vista narrativo e del gameplay (che per chi scrive equivalgono comunque ai 3/5 del valore di un titolo ) il gioco si presenta ottimamente, la grafica non sempre all’altezza e un comparto online povero e mal sfruttato non ci permettono di gridare al miracolo, bollando Resistance: Burning Skies come un primo, buonissimo esempio di FPS “portatile” ma non il capostipite che molti si aspettavano.

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