Surgeon Simulator CPR – Recensione

A differenza di altre console di Nintendo, Switch è stata fin da subito la casa di tanti, tantissimi giochi indipendenti.

Tra le tante eccellenze che hanno debuttato nella nuova console ibrida disponibile oramai da poco più di un anno, di recente ha anche fatto capolino uno dei giochi che il mercato PC ha imparato non solo a conoscere benissimo, ma anche in qualche modo ad amare e farne una sorta di “icona” del mondo indipendente.

Parliamo, come avete potuto intuire, di Surgeon Simulator, che sbarca proprio su Switch con una versione ad hoc, chiamata per l’occasione Surgeon Simulator CPR.

Nato come progetto interno ad una jam, Surgeon Simulator arriva su Nintendo Switch come è già arrivato su tutte le altre piattaforme, a partire dal gameplay: non fatevi ingannare dal nome, il titolo di Bossa Studios è più che altro una sorta di simulatore di atrocità. A differenza infatti dei classici bisturi per operare si ha a disposizione un vasto range di strumenti come ad esempio una sega, un tagliapizza elettronico, un martello e chi più ne ha più ne metta.

L’obiettivo è portare a terminare operazioni chirurgiche di vasta complessità praticamente improvvisando. Il tutto, ovviamente, tenendo conto dei parametri vitali del paziente, indicati dal livello e dalla perdita di sangue per secondo del malcapitato. Facile a dirsi, difficile a farsi, soprattutto in virtù dei controlli.

Tra i controlli di movimento dei pad e l’HD Rumble diventa davvero, davvero difficile riuscire a giocare senza spazientirsi

Surgeon Simulator infatti ci obbliga a comandare, in prima persona, la mano del dottore sfruttando gli analogici dei pad. Ogni azione, dunque, corrisponde ad un movimento di uno dei due stick, controllando ovviamente anche la presa delle dita sugli oggetti. Complicato? Sì, ma mai quanto utilizzare i Joy-Con. Surgeon Simulator CPR infatti soffre di un unico, enorme problema: i controlli. Tra i controlli di movimento dei pad e l’HD Rumble diventa davvero, davvero difficile riuscire a giocare senza spazientirsi.

Fortunatamente è possibile operare (nel senso letterale del termine) evitando di utilizzare il giroscopio: basta collegare i Joy-Con alla console oppure sfruttare il grip-pad di Nintendo Switch. In quest’ultimo caso il gameplay non solo migliora, ma è anche possibile giocare provando un senso di soddisfazione incredibile quando si riesce a compiere comunque un’operazione abbastanza semplice, come ad esempio distruggere la cassa toracica del paziente. 

La caratteristica chiave di Surgeon Simulator CPR, tuttavia, resta la cooperativa. La famosa manovra medica del titolo diventa infatti un acronimo per Co-Op Play Ready. Non poteva essere altrimenti: basta passare un Joy-Con ad un amico per poter provare ad operare insieme, in maniera tale da avere due braccia e due mani. Risate assicurate, certo, ma anche in questo caso la frustrazione dovuta ai controlli è dietro l’angolo.

La caratteristica chiave di Surgeon Simulator CPR è la cooperativa

Per quanto riguarda il comparto tecnico, Surgeon Simulator CPR è letteralmente perfetto. Il gioco di casa Bossa Studios non perde un colpo in modalità portatile, consentendoci così di poter giocare anche in mobilità.

Anche graficamente la conversione si fa ammirare, consegnandoci il classico Surgeon Simulator che abbiamo visto su altre piattaforme. Senza infamia e senza lode, ma sicuramente il comparto tecnico è l’ultima cosa che bisogna guardare in un titolo del genere.

Conclusioni

Tralasciando i controlli non allo stato dell’arte, Surgeon Simulator CPR è l’ennesima conversione del bran di Bossa Studios che merita di essere nelle librerie di ogni appassionato del franchise e della scena indipendente.

Le risate sono assicurate e il prezzo budget (10,99 Euro) è sicuramente più che invitante per salire sulla giostra, a patto ovviamente di andare oltre la complessa gestione del giroscopio.

Siete pronti a diventare dei veri e propri chirurghi (per gioco)?

 


 

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