Hitman è da sempre una serie molto affascinante. Un gioco stealth sì, ma atipico nelle dinamiche e nello svolgimento, che trova massima espressione nel reboot iniziato nel 2016, il cui seguito sarà ufficialmente disponibile a partire dal 13 novembre per Xbox One, PlayStation 4 e PC.
I ragazzi di IO Interactive hanno lavorato duramente per portare alla ribalta un personaggio così iconico come l’Agente 47, talvolta oscurato da un gameplay mediocre o una trama non del tutto convincente: ecco perché c’era bisogno di riavviare la saga, di ripensare alcune delle dinamiche meno riuscite e focalizzarsi su ciò che ha reso Hitman così popolare.
Con Hitman 2, la software house danese riesce nel difficile tentativo di migliorare ulteriormente la fortunata formula di gioco del precedente capitolo, consegnandoci un titolo maturo, profondo ed estremamente godibile, che non solo porta avanti il discorso narrativo con dovizia e coerenza, ma riesce a spingere la curiosità e l’astuzia del giocatore oltre il classico limite, facendo leva sulla perfetta esecuzione del più efferato dei crimini: l’assassinio. La storia di Hitman 2 inizia dove termina l’ultima missione del primo capitolo, in Colorado. L’agente 47 è sulle tracce del misterioso Cliente Ombra, figura che ha assoldato l’agenzia ICA per compiere una lunga serie di omicidi aventi come unico scopo quello di danneggiare Providence, una spietata organizzazione che ha uomini di potere ovunque e segretamente controlla ogni aspetto dell’economia mondiale.
Insieme a Diana Burnwood, la sua fida assistente, il sicario calvo intraprende una solitaria missione per riuscire a catturare la sua nemesi e cercare allo stesso tempo prove sul suo oscuro passato.
Nonostante appaia abbastanza chiaro che l’intera vicenda avrà una qualche spettacolare conclusione in un ipotetico terzo capitolo, IO Interactive cambia le carte in tavola rispetto al passato, abbandonando la formula episodica che ha caratterizzato l’uscita del primo Hitman (e di sicuro scomoda, oltre che poco fruibile) e presentandoci questa volta un gioco “completo” fin da subito, con una serie di differenti ambientazioni e contratti selezionabili e giocabili in qualsiasi momento. Una scelta non certo doverosa da parte degli sviluppatori, ma intelligente e molto attenta, che simboleggia l’orecchio teso non solo verso i complimenti, ma anche verso le critiche, concentrate soprattutto sul fastidioso frazionamento della campagna (tant’è vero che a fine 2017 è uscita la versione fisica del gioco completo).
Addirittura, chi ha giocato il primo capitolo, potrà scaricare gratuitamente e sulla stessa console i precedenti episodi grazie alla formula Legacy, per poterli riprendere ancora una volta e magari completare quelle sfide lasciate in sospeso, senza però dover passare da un titolo all’altro.
La natura sandbox di Hitman 2 ne garantisce l’assoluta libertà di movimento e d’azione
Lo scopo in Hitman 2 è sempre e solo uno: eliminare il bersaglio designato e farlo nel modo più fantasioso e discreto possibile, per ottenere un punteggio alto e sbloccare nuovi extra da riutilizzare nella stessa missione. Ancora una volta la rigiocabilità svolge un ruolo chiave non solo per le meccaniche di gioco, ma anche per la longevità stessa del titolo, portata ai massimi livelli proprio grazie alla possibilità di perfezionarsi tentativo dopo tentativo e diventare finalmente dei sicari perfetti.
La natura sandbox di Hitman 2 ne garantisce l’assoluta libertà di movimento e d’azione, tanto che è quasi impossibile riuscire a carpire i segreti delle enormi ambientazioni in una sola volta: occorrerà sperimentare, fallire clamorosamente ed avere anche un pizzico di fortuna, ma il risultato sarà sempre appagante.
Le location sono 6 in tutto (ma non escludiamo ne arrivino delle altre tramite DLC) e, come successo nel primo episodio, sono tutte liberamente esplorabili, sature di oggetti da raccogliere, travestimenti ed opportunità nascoste che se colte al momento giusto, possono rivelarci importanti informazioni sui bersagli designati.
Infatti sono proprio queste opportunità, che in Hitman 2 vengono sagacemente rinominate “storie”, a permettervi di orientarvi in un contesto così vasto e pulsante di vita da risultare spaesante: appaiono come puntini luminosi sul radar dell’HUB e se seguite, vi consentono di carpire alcuni dei principali punti deboli dei nemici, che possono essere sfruttati per i nostri loschi scopi. Ovviamente nessuna di queste possibilità è obbligatoria, né tantomeno indicativa ai fini del punteggio totale, dato che al giocatore viene sempre lasciata la massima libertà e anche nel peggiore dei casi, si può ricorrere alla forza bruta e allo scontro a fuoco per portare a termine il contratto.
Dopotutto Hitman non è mai stato un gioco che premia l’avventatezza: completare una missione può voler dire impiegare ore ad affinare i movimenti giusti, a trovare la finestra temporale adeguata, a sfruttare un travestimento piuttosto che un altro, a memorizzare i movimenti e gli imprevisti in cui incappano i singoli bersagli. Ecco perché il tempo è una componente fondamentale della produzione Warner Bros. e ancor più significativa per il giocatore.
Le location sono 6 in tutto e sono liberamente esplorabili
Completando gli obiettivi e le sfide prefissate avremo accesso ad una serie di implementazioni che potremo sfruttare per la stessa missione. Ad esempio nuovi oggetti da portare con noi, come esplosivi a distanza o armi ad alto calibro silenziate; ma anche inediti punti di inizio, travestimenti o anfratti dove farsi depositare un particolare equipaggiamento. Chi ha già giocato il primo Hitman noterà che in fondo non c’è differenza rispetto al capitolo precedente e, almeno su questo fronte, IO Interactive non ha ideato nessuna novità degna di nota.
Uno degli aspetti che più fanno storcere il naso nella recente produzione danese è proprio la carenza di nuove introduzioni nelle ormai rodate meccaniche di gioco. Hitman 2 è quasi identico al suo predecessore, se si escludono alcune leggere migliorie tecniche e le nuove ambientazioni.
Certo, la qualità stessa delle location è nettamente aumentata, anche solo per la complessità architettonica e per la mole di NPC su schermo che talvolta ci ritroveremo a fronteggiare. Ma al di là di questi canonici accorgimenti, il titolo non gode di rilevanti novità ludiche, ma si limita ad esprimere la medesima (altissima) qualità a cui eravamo già abituati. In questo modo, tornano anche alcune lacune passate, come il sistema di mira e di coperture, che mostra maggiormente il fianco nei momenti più concitati e un pattern di comandi non eccelso che più di una volta ha messo a repentaglio la nostra copertura a causa della scarsa intuitività.
Non si tratta di difetti insormontabili, ma ci avrebbe fatto piacere un maggior focus anche su questi aspetti, che purtroppo invece sono rimasti inalterati anche in Hitman 2.
Nei mesi antecedenti l’uscita del gioco, si è parlato molto anche della modalità Ghost, un multiplayer competitivo che permette a due giocatori di sfidarsi su una stessa mappa (giocata però separatamente) a chi per primo riesce a compiere i 5 omicidi richiesti.
Purtroppo questa modalità, per quanto possa risultare intrigante sulla carta, pad alla mano si è rivelata esattamente l’opposto. I ritmi sono troppo serrati, scanditi dalla fretta del voler terminare prima dell’avversario, la confusione che genera il suo fantasma nella nostra mappa (perché ogni giocatore vedrà il proprio rivale in diretta, come una figura intangibile sullo schermo, mentre agisce nel proprio mondo) è spesso frustrante e i bersagli sono casuali e quindi privi del carisma che invece trasuda da quelli “ufficiali” della campagna single-player. La modalità è ancora in beta e c’è quindi un discreto margine di miglioramento, ma dubitiamo che possa mai diventare l’anima della produzione o comunque avere un peso rilevante nel futuro prossimo del brand.
Anche la modalità Sniper Assassin che chi ha prenotato il gioco ha potuto provare in anteprima non aggiunge nulla di significativo al pacchetto principale, poiché si basa solo ed esclusivamente sul ripetere una singola missione, sbloccando ad ogni completamento nuovo equipaggiamento. In questo caso però, l’Agente 47 non interagisce in alcun modo con l’ambiente, se non attraverso il suo fucile da cecchino: potete quindi ben immaginare quanto poco tempo questa insipida appendice vi porterà via, al netto della longevità generale.
Sul fronte tecnico non sono molti i miglioramenti apportati dalla casa di sviluppo, al di là di una miglior fruibilità del menù di gioco, un’alta velocità dei caricamenti ed una stabilità del frame-rate soddisfacente (almeno su PS4 Pro), la quale può essere modificata nelle impostazioni, decidendo se si preferisce bloccare i fps a 30, oppure godere di un risalto visivo migliore, ma accontentarsi di un frame-rate più ballerino.
In generale non abbiamo riscontrato chissà quali novità su questo fronte e anzi, ribadiamo alcuni concetti già espressi con la recensione del primo Hitman: animazioni non sempre perfette, effetti speciali piuttosto stantii e modelli poligonali senza troppi dettagli. Piccole pecche che non inficiano la qualità complessiva del prodotto, ma è in ogni caso un peccato vedere che si ripetono indelebili, anno dopo anno.
Hitman 2 è un ottimo sequel del primo capitolo, uscito lo scorso anno. IO Interactive ci presenta un videogioco ambizioso, che si riafferma prepotente come uno dei migliori stealth-game attualmente in circolazione, profondo, curato e fedele alla formula originale che ha forgiato la saga in ogni sua sfaccettatura. Non rinuncia a qualche piccola novità in ambito di gameplay, ma di fatto Hitman 2 è una fedele riproduzione di quanto di buono si era già visto, senza infamia e con molte lodi. Resta il fatto che si sarebbe potuto osare di più, ma la svolta siamo sicuri sia solo rimandata. Nota dolente sono proprio le tanto attese modalità extra, Sniper e Ghost Mode, che da qualsiasi punto di vista le si guardi, non riescono proprio ad accontentare; fortunatamente i contratti dell’utenza connessa e i bersagli elusivi che periodicamente affolleranno le nuove ambientazioni saranno un surplus più che sufficiente per tutti gli aspiranti assassini in cerca di nuove sfide. |