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Farming Simulator 19 – Recensione

Per una simulazione a suo modo intransigente, ferrea, inflessibile è piuttosto arduo rinnovarsi. Del resto, i ragazzi di Giants Software, fautori di una saga ormai decennale, sin dal capitolo originale hanno lasciato ben poco al caso, imprimendo alla loro creatura un’identità fortissima, architettando un gameplay granitico, difendendo strenuamente, anno dopo anno, un concept sulla carta perdente, in realtà elogiato ed incensato dai fieri fan del brand.

Non desta stupore, insomma, che Farming Simulator 19 rappresenti l’ennesima iterazione che si limita a riproporre la stessa formula, opportunamente rinverdita da una spolverata al comparto tecnico e da un paio di novità tutto sommato secondarie.

Per chi non ne avesse mai sentito parlare (per i pochi rimasti, verrebbe da dire), basti sapere che si tratta di un profondo, complesso ed impegnativo simulatore di fattore. Non ci sono ambizioni ruolistiche in stile Harvest Moon, né tanto meno avrete a che fare con un gestionale puro, alla Theme Park per intenderci. Farming Simulator 19, esattamente come i suoi predecessori, pretende che vi sporchiate le mani, garantendo ovviamente la stabilità economica alla vostra nascente azienda agricola, ma incentivandovi e costringendovi a svolgere in prima persona la maggior parte delle attività necessarie per allevare il bestiame, coltivare la terra, tagliare e poi vendere la legna raccolta.

Farming Simulator 19 screenshot

Il gameplay del gioco, difatti, può dirsi sostanzialmente tripartito attorno alla sovrastruttura gestionale che le sottende e ne influenza l’andamento. Farming Simulator 19 è a tutti gli effetti un sandbox, anche e soprattutto nella misura in cui non propone alcun obiettivo specifico, né instrada il videogiocatore all’interno di una modalità carriera. L’unico parametro da rispettare è l’autosufficienza economica, fattore che vi costringerà, sin da subito, a fare scelte di un certo peso.

Sia che decidiate di partire da zero, senza un appezzamento di terra, né denaro, sia che optiate per prendere le redini di un’attività già avviata, le prime ore di gioco saranno le più difficili da smaltire, ma anche quelle più “emozionanti”.

Il gameplay del gioco può dirsi sostanzialmente tripartito attorno alla sovrastruttura gestionale che le sottende e ne influenza l’andamento

Alcuni incarichi e lavori che potrete svolgere per conto di terzi, utilizzando mezzi non propri, vi permetteranno di entrare nel mood della produzione, apprendere appieno il funzionamento delle operazioni basilari, accumulare il primo gruzzoletto da reinvestire senza pensarci due volte.

Sarà questa fase, ben più di altre, a sancire se siete o meno utenti ideali di questa particolarissima simulazione. Laddove un qualsiasi altro gestionale tradurrebbe istantaneamente i vostri comandi in operazioni già svolte, qui dovrete letteralmente salire sul trattore di turno ed effettuare, lentamente, l’operazione di semina, raccolta, spargimento del concime e così via.

Il ritmo è blando, lentissimo, soddisfacente solo se si è attratti dall’idea di costruire passo dopo passo un’attività florida, capace di espandersi progressivamente.

Farming Simulator 19 screenshot

I mezzi a disposizione, per esempio, sono oltre trecento, ognuno in grado di compiere, con diversi gradi di efficienza, un compito ben specifico. Tra l’altro, questa iterazione segna l’esordio dei macchinari targati John Deere, marchio ovviamente ben noto agli appassionati, new entry che amplia ulteriormente il numero di aziende già coinvolte come CNH, New Holland e Steyr.

Sempre nell’ambito delle novità, per la prima volta in assoluto potrete allevare i cavalli, animali che potrete persino utilizzare come mezzi di trasporto per raggiungere le varie location presenti nella mappa. Purtroppo, ci siamo accorti sin da subito che prendersi cura dei cavalli non è così remunerativo come sperato. Farli crescere costa molto e dalla loro vendita non otterrete chissà quanto denaro.

I mezzi a disposizione sono oltre trecento

Non va poi dimenticato l’ulteriore ammodernamento del motore grafico e fisico. L’upgrade, in generale, non è particolarmente marcato, beninteso, ma entrando nel dettaglio va riconosciuto che le texture non sono mai state tanto definite, né abbiamo riscontrato una tale pulizia d’immagine prima d’ora. Siamo ancora ben lontani dai picchi grafici toccati da altre produzioni, ma se è sempre vero che anche l’occhio voglia la sua parte, da questo punto di vista Farming Simulator 19 si attesta sopra il par.

Più controverso il discorso per quanto concerne la fisica del gioco. Da una parte si denotano migliorie nel feeling dei vari mezzi, nel modo in cui il loro controllo cambi sensibilmente a seconda del tipo di terreno. Dall’altra, affrontare certi avvallamenti con troppa foga causerà contraccolpi, sbandamenti e ribaltamenti tutt’altro che credibili e realistici.

Conclusioni

Farming Simulator 19 non cambia di una virgola, accontentandosi di apportare migliorie di contorno ad una formula dalla comprovata efficacia. Vista la natura di concept e gameplay, si tratta di un limite relativamente insormontabile e di per sé giustificabile.

Un parco mezzi sconfinato, un sistema di controllo ben realizzato, una grafica più che degna e, soprattutto, un buon numero di attività diverse a cui dedicarsi, tra allevamento, coltivazione e silvicoltura, dipingono le fattezze di una simulazione di per sé ottima, intransigente al punto giusto, intrisa di puro realismo.

Lascia l’amaro in bocca una fisica non sempre perfetta e un non perfetto bilanciamento dell’economia interna del gioco, visto che svolgere certe attività, come l’allevare i cavalli, non si rivelano quasi mai convenienti.

Non convincerà chi non ha mai dato una possibilità alla saga, ma soddisferà appieno gli aspiranti fattori di tutto il mondo

 

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