Devolver Digital è per lo più conosciuta per le sue conferenze decisamente “extra” e i suoi giochi al limite dell’assurdo (voglio dire, l’avete visto My Friend Pedro? ndr). Questa volta però l’eccentrico publisher si è ritrovato tra le mani qualcosa di assai diverso dal suo solito: un’avventura di una bellezza disarmante nella sua arte acquarellata, dall’atmosfera seria e composta e dal gameplay semplice, che lascia spazio all’esplorazione dei magnifici paesaggi.
Neanche Devolver ha saputo resistere a GRIS, il piccolo capolavoro di Nomada Studio, capace di guidare i giocatori in un viaggio di tre ore votato alla ricostruzione di un mondo bellissimo nella sua desolazione, per poi risputarli nella realtà con un senso di smarrimento e meraviglia.
Vagare senza uno scopo apparente è però alle volte pesante e di sicuro GRIS non è fatto per gli amanti dei platform usuali. Chi si addentra nella selva emozionale di questo gioco è bene che sia ben conscio di cosa lo attende: non una sfida a livello di gameplay, ma una storia silenziosa narrata dall’avanzare di una ragazza attraverso le difficoltà della vita.
Gris è il nome della protagonista dell’aventura, una ragazza che sta attraversando un momento difficile della sua vita e che si ritrova ad affrontare un senso di desolazione e disperazione che si riflettono nel mondo che la circonda. La storia viene dunque raccontata non attraverso le parole, tanto che non troverete una singola linea di testo in tutto il gioco, ma attraverso l’esplorazione e l’evoluzione delle ambientazioni che rappresentano il suo “Io” interiore.
Partendo da un mondo completamente in bianco e nero, nel quale Gris avanza a fatica, potendo solo camminare e saltare con le sue gracili gambe (disegnate come stecchini, giusto per dare un’idea di fragilità ancora maggiore), la ragazza aggiungerà piano piano colori nuovi, modificando profondamente il paesaggio e acquisirà nuove abilità, sbloccando percorsi prima inaccessibili. A cambiare non è però il mondo, ma piuttosto il modo in cui lo percepisce, grazie all’aggiunta dei colori uno dopo l’altro, a rappresentare passo dopo passo la riacquisizione di una visione chiara non solo di ciò che la circonda, ma anche del suo essere.
La storia viene raccontata attraverso l’esplorazione e l’evoluzione delle ambientazioni che rappresentano l’Io interiore della protagonista
Per percorrere questa strada è però necessario ritrovare in sé il desiderio di andare avanti, ed è qui che entrano in gioco le abilità che Gris apprenderà nel suo percorso. Così la protagonista affronterà potenti tempeste di sabbia piantando con fermezza i piedi per terra, supererà distanze che prima sembravano troppo ampie con slancio grazie al classico doppio-salto, e ritroverà l’integrità del suo essere esplorando sia gli abissi più profondi che le altezze più vertiginose, in un’aumentare di complessità che non si rispecchia tanto nel gameplay, quanto piuttosto nel magnifico level design.
La direzione artistica di Gris è una meraviglia assoluta: gli acquerelli che compongono le ambientazioni di una bellezza disarmante, sono accompagnati da una colonna sonora che rispecchia in ogni momento lo stato d’animo della protagonista, fondendosi con il paesaggio in modo perfetto. Insieme questi due elementi riescono a comunicare al giocatore la desolazione, l’ansia, il senso di smarrimento e il desiderio di rinascita della ragazza, trascinandoli in un viaggio a dir poco magico.
La meravigliosa colonna sonora si fonde con gli acquerelli che compongono il paesaggio, comunicando ai giocatori lo stato d’animo della protagonista in maniera perfetta
Per tre ore ci siamo letteralmente persi nell’universo di GRIS, avanzando in un percorso di cui non consocevamo la destinazione, guidati dalla necessità di superare gli ostacoli che ci si ponevano davanti e dal desiderio di scoprire che cosa ci riservasse il futuro.
L’evolversi delle ambientazioni è in primis il meccanismo in grado di tenere i giocatori incollati allo schermo, mentre solo i più tenaci amanti dell’arte e delle avventure non impegnative riusciranno ad arrivare in fondo senza una pausa caffè per non cedere agli sbadigli dovuti alla totale assenza di sfida a livello di gameplay.
Arte e videogiochi sono un connubio sempre più frequente, ma sono pochi i giochi capaci di unire davvero l’arte all’aspetto ludico: uno di questi è sicuramente GRIS. L’uscita della versione per dispositivi iOS (al prezzo di 5.49 euro compatibile con iPhone ed iPad) è stata per me l’occasione per giocare finalmente questo piccolo capolavoro, che si esprime al massimo, proprio su iPad. Non amo giocare i platform con il touchscreen, non sarà mai preciso come una croce direzionale o uno stick, soprattutto in questi frangenti, ma per fortuna GRIS dietro il costume da platform nasconde un mondo interiore capace di mettere in secondo piano il sistema di controllo, che per lo più nella seconda parte potrebbe farvi storcere il naso. Giocarlo su iPad vuol dire però apprezzarne appieno il lato artistico: stupendo da vedere, soprattutto sugli iPad di ultima generazione con risoluzioni maggiori e schermi che ne esaltano i colori, grazie al suo stile unico (tanto che ho riempito di screenshot il mio). Fantastico da ascoltare poi (tassativamente con un paio di cuffie o auricolari), GRIS ha una colonna sonora capace di farvi immergere ancor di più nel suo mondo variopinto, che segue l’evolversi dell’azione esaltando l’esperienza (potete ascoltarla su Spotify). GRIS è un gioco talmente intimo e profondo che per toccare le corde del vostro cuore dovrete essere solo voi e il gioco, senza nessuna, e ripeto nessuna, distrazione. Se poi lo giocherete di notte, con un paio di buone cuffie e l’ampio, definito e colorato schermo di un iPad potreste ottenere di più, ovvero immergervi così tanto nel gioco da diventare una cosa sola. A cura di Pasquale Lello |
GRIS è un’avventura davvero magnifica, che sa accompagnare i giocatori alla scoperta di una storia raccontata non con le parole, ma attraverso l’evoluzione delle ambientazioni che rappresentano il mondo interiore di una ragazza provata dalle difficoltà della vita. Gli stupendi paesaggi acquarellati si fondono con una colonna sonora in grado di comunicare lo stato d’animo della protagonista e di causare empatia in chi gioca. GRIS ci ha lasciati con un senso di smarrimento e meraviglia, ma nel mezzo del cammin di nostra vita la totale assenza di sfida a livello di gameplay può risultare noiosa. In sostanza: un capolavoro, ma non per tutti. |
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