Intruders: Hide and Seek – Recensione

Mai come in questo caso, il titolo spiega, racconta, illustra ciò che Intruders: Hide and Seek intende offrire al suo pubblico, per forza di cose piuttosto ridotto, essendo riservato a chiunque cerchi un’esperienza dai ritmi pacati ma dai toni relativamente forti.

Hide and Seek, espressione che in inglese definisce il gioco del nascondino (tradotto letteralmente: “nasconditi e cerca“) riassume efficacemente il (debole) gameplay sul quale si erge la creatura di Tessera Studios: non un semplice walking simulator, quanto uno stealth game all’acqua di rose, indissolubilmente vincolato ad un intreccio narrativo tutt’altro che originale, eppure sufficientemente ben scritto da alimentare regolarmente la curiosità del videogiocatore.

Una cosa è certa, e si evince facilmente dal cappello di questa recensione: il gioco in questione è tutt’altro che un prodotto imprescindibile, titolo destinato a far parlare di sé a lungo, nonché pietra miliare di un catalogo, quello di PlayStation VR, ormai allettante.

Siamo di fronte ad un’avventura poco longeva (tre ore sono sufficienti per raggiungere agevolmente l’epilogo), per nulla stupefacente sotto il profilo tecnico, sia con che senza il visore di Sony, sorretta da un gameplay elementare, sordo a qualsiasi tipo di progressione.

Intruders Hide and Seek screenshot

Le premesse, beninteso, sono intriganti. Nei panni di un bambino di dieci anni, dovrete difendervi e salvare la vostra famiglia dalla violenta irruzione di un terzetto di malintenzionati, desiderosi di mettere la mani su qualcosa che, almeno all’inizio, non vi sarà affatto chiaro. La gigantesca villa in cui è ambientato il videogioco, alcune frasi che si scambiano i due genitori, la presenza di una panic room segreta, sono tutti indizi che celano una verità che si scopre poco alla volta, per lo più ascoltando i dialoghi dei nemici che, naturalmente, non potrete combattere a viso aperto.

Ombre e luoghi in cui nascondersi diventeranno preziosi alleati del piccolo Ben, aiutato dalla sorellina via walkie-talkie, al sicuro nella stanza blindata di cui sopra, a reperire tutto il necessario per soccorrere la famiglia e, magari, chiamare aiuto.

Non ci sono enigmi veri e propri, né è previsto l’utilizzo di item

Si tratterà, in soldoni, di raggiungere di volta in volta una determinata location, a caccia di un oggetto in particolare, stando ben attenti a non farsi scoprire dai tre ladri che, nel mentre, sono intenti a mettere a soqquadro ogni metro quadrato della magione. Nella migliore delle ipotesi vi basterà studiare il pattern di movimenti di ogni nemico. In rari casi verrete scoperti, eventualità che vi costringerà a mettervi in fuga, alla disperata ricerca di un ripostiglio in cui nascondersi, sperando di non essere ugualmente catturati.

Non ci sono enigmi veri e propri, né è previsto l’utilizzo di item o oggetti dell’equipaggiamento, ad esclusione della torcia con cui farsi strada tra le tenebre, imprescindibili per districarsi nelle situazioni più complesse o per sbarazzarsi di qualche ostacolo che si frappone tra voi e l’obiettivo successivo.

Conclusioni

Più che un horror, Intruders: Hide and Seek è un thriller in tutto e per tutto. Non si sfocia nel paranormale, né sinistre visioni minacceranno la vostra sensibilità. Celati nell’oscurità, soprattutto indossando il PlayStation VR (consigliato ma non obbligatorio), la tensione diventa puntualmente palpabile quando verrete braccati dai malintenzionati che hanno fatto irruzione nella gigantesca villa del giovane protagonista.

Eppure, nonostante le intriganti premesse e un epilogo comunque efficace, la creatura di Tessera Studios non stupisce, non ammalia, non lascia il segno. Scorre via, mescolandosi nel mare di produzioni certo non mediocri, ma apprezzabili solo da un ristretto gruppo di appassionati.

La storia c’è, ma manca tutto il resto. Il gameplay non evolve, la grafica non rende giustizia agli attuali hardware, l’art design non brilla particolarmente.

 

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