Ci siamo ormai, tra pochi giorni e precisamente il 28 febbraio arriverà finalmente nelle sale italiane Dragon Ball Super: Broly, 20° film dedicato all’immortale saga creata da Akira Toriyama. Proprio il mangaka originale, che in questo momento svolge il ruolo unicamente di supervisore per il suo erede Toyotaro, si è personalmente occupato di sceneggiatura e character design del film, e il risultato si sente.
I fan sanno bene come i precedenti film, salvo rare eccezioni, non siano mai stati particolarmente brillanti a livello di trama o caratterizzazione dei personaggi, ma esclusi “La Battaglia degli Dei” e “La Resurrezione di F” si trattava di storie completamente slegate dalla narrazione canonica e create da team esterni, con Toriyama che, per sua stessa ammissione, a malapena sapeva dell’esistenza di queste pellicole.
Anche lo stesso Broly, apparso per la prima volta nel film “Il Super Saiyan della Leggenda” nel 1993, era stato solo disegnato da Toriyama, ma per il resto il mangaka non aveva idea di come avrebbero utilizzato il personaggio, e se ripensiamo alla sua caratterizzazione sarebbe meglio stendere un velo pietoso: odiare Kakaroth solo perché piangeva nella culla vicino a lui era un motivo stupido perfino per gli standard di Dragon Ball. Negli anni Broly è apparso in altri due film… anche se forse pure su Bio-Broly più che un velo pietoso sarebbe proprio il caso di cancellarlo dalla memoria. Nonostante tutto il personaggio si è guadagnato un enorme amore dai fan di Dragon Ball grazie al suo aspetto minaccioso e la forza selvaggia smisurata, tanto che Toriyama ha deciso di recuperarlo e dargli la giustizia che merita.
Non solo Dragon Ball Super: Broly riscrive le origini del personaggio e gli dona una vera caratterizzazione, ma lo inserisce anche in un film canonico a tutti gli effetti, “cancellando” così le assurde storie del passato (no seriamente, eliminate Bio Broly da qualsiasi archivio della storia per favore) e inserendolo nella continuity ufficiale della serie.
La pellicola infatti si divide sostanzialmente in due parti, con la prima metà incentrata quasi esclusivamente sul passato di Broly e della razza Saiyan, mentre la seconda parte è ambientata nel presente subito dopo gli eventi del Torneo Del Potere. Il film si colloca quindi tra la fine dell’anime di Dragon Ball Super e l’inizio della nuova saga di Moro attualmente in corso nel manga in Giappone. Se seguite la programmazione italiana probabilmente non avrete la più pallida idea di cosa stiamo parlando considerato che attualmente la serie è ferma alla saga di Zamasu, ma non temete: salvo qualche piccolo riferimento il film è tranquillamente godibile per tutti, per cui potete anche andare al cinema e recuperare il Torneo del Potere quando andrà in onda sulle nostre televisioni.
Dragon Ball Super: Broly riscrive le origini del personaggio e gli dona una vera caratterizzazione
Come accennato la prima parte del film è incentrata sia su Broly che sulla razza Saiyan, Toriyama infatti ne ha approfittato per rendere canonici anche alcuni eventi e personaggi dello special televisivo “Le origini del Mito” che narrava la storia di Bardack, il padre di Goku. Bardack è un altro personaggio che negli anni ha saputo conquistare il cuore dei fan, e rivederlo sul grande schermo fa sempre un certo effetto, soprattutto insieme a sua moglie Gine, la madre biologica di Goku. Il corso degli eventi, salvo qualche eccezione, è quello che tutti conosciamo, ma il film arricchisce la storia con numerosi dettagli e citazioni che i fan non faticheranno a riconoscere. Apprezzabile inoltre il ritorno anche solo come comparse di numerosi personaggi come la squadra Ginew, Zarbon, Dodoria e perfino dei giovani Radditz e Nappa, oltre ad un piccolo accenno al fratello di Vegeta visto nel cortometraggio “Il Ritorno di Son Goku e Compagni” che, per quanto apparentemente insignificante, potrebbe aprire ad un eventuale ritorno nel futuro del manga essendo ora canonico.
Anche la storia di Broly in parte riprende gli eventi del film originale con Re Vegeta che non riesce a sopportare la vista di un comune Saiyan con un potenziale combattivo superiore a quello di suo figlio, decidendo così di condannarlo a morte esiliandolo sull’inospitale pianeta Vampa insieme al padre Paragas. Questo è solo l’incipit narrativo della storia, e senza entrare troppo nei dettagli alla fine Broly e Paragas incroceranno la propria strada con Freezer, e l’Imperatore del Male naturalmente ne approfitterà per testare la forza del Saiyan contro i tanto odiati Goku e Vegeta.
La seconda parte del film abbandona i ritmi più lenti e narrativi per entrare in un combattimento serratissimo che non lascia un attimo di respiro, con Broly che progredisce man mano durante il combattimento e Goku e Vegeta che tentano di fermarlo utilizzando quasi tutte le trasformazioni conosciute.
La furia di Broly lo rende probabilmente l’avversario più forte mai incontrato finora, tanto da costringere i nostri eroi a ricorrere ad una tecnica che vorrei rimanesse una sorpresa, ma considerato che è stata spiattellata in bella mostra nei trailer, materiale e promozionale e perfino nei videogiochi ormai non è assolutamente un segreto. Nel remoto caso abbiate comunque vissuto in una caverna negli ultimi 3 mesi e non sappiate di cosa si parla non dirò nient’altro, mentre per chi ha capito sappiate che l’effetto a schermo è semplicemente meraviglioso.
Ecco, se dovessi trovare il più grande difetto di Dragon Ball Super: Broly è stata la sua massiccia campagna marketing.
Tra trailer, anticipazioni e spoiler rivelati dagli stessi canali ufficiali praticamente non sono rimaste sorprese per gli spettatori. I colpi di scena non mancano, ma tutti gli elementi principali sono già stati resi noti con mesi di anticipo, rovinando buona parte dello stupore che invece può esserci per chi vedrà questo film senza sapere o aver visto nulla. Si tratta in realtà di un “problema” sempre più comune in diversi ambiti sia per i film che per i videogiochi, ma è un discorso ampio che meriterebbe un discorso a parte.
A livello tecnico Dragon Ball Super: Broly è fantastico da vedere, ma ci sono tuttavia alcuni alti e bassi. In alcune sequenze la qualità raggiunge livelli elevatissimi che lasciano a bocca aperta come la prima parte dello scontro tra Broly e Vegeta, ma ci sono anche scene dove invece purtroppo è stata riposta molta meno attenzione e sembrano essere state realizzate in fretta e furia, tanto da arrivare a livelli dei penosi primi episodi dell’anime di Dragon Ball Super (lo scontro tra Beerus e Goku Super Saiyan 3 ancora me lo sogno tra i peggiori incubi visivi).
Fortunatamente si tratta di scene minori e di dialogo, mentre durante i combattimenti l’animazione è sempre fluida e ben realizzata, con tanto di esplosioni ed effetti speciali in 3D che ad un primo impatto potrebbero risultare strani e “stonare” con il resto del film, ma che alla fine ammetto di aver apprezzato.
Degno di nota anche il doppiaggio italiano, e ammetto di aver avuto parecchio timore per l’adattamento (sono una delle bestie che preferisce sempre il doppiaggio originale, perdonatemi), ma il cast si è rivelato invece all’altezza delle aspettative, con voci storiche come Emanuela Pacotto per Bulma. Gianluca Iacono per Vegeta e Claudio Moneta per Goku. Broly invece è stato interpretato da Mario Bombardieri, il doppiatore originale sempre di Broly nei vecchi film, e anche se forse il suo tono è un po’ troppo profondo quantomeno in questa pellicola ha avuto anche qualche linea di dialogo effettivo invece di sole urla e grugniti.
A livello tecnico Dragon Ball Super: Broly è fantastico da vedere
In conclusione Dragon Ball Super: Broly è un film obbligatorio per i fan di Dragon Ball, sia perché sarà un collegamento canonico per il futuro della serie sia perché comunque è senza ombra di dubbio il miglior film mai realizzato finora.
C’è tanta azione, una trama solida che rende canonici alcuni elementi della lore storica e un pizzico di umorismo quasi demenziale tipico della serie, il tutto con un’animazione all’avanguardia che lascia veramente stupiti.
Non manca qualche piccolo difetto, peccato inoltre che praticamente tutto il film sia stato anticipato dalla campagna marketing, ma sicuramente potrete uscire dalla sala soddisfatti e tornare ai tempi in cui da bambini cercavate di lanciare una Kamehameha o trasformarvi in Super Saiyan… ma forse non avete mai smesso.
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