News 12 Lug 2012

Table Top Tanks – La Recensione

Lo ameranno: i futuristici amanti della realtà aumentata

Lo odieranno: chi è sprovvisto di pazienza per combattere con le play cards

E’ simile a: Gatling Gears, ma in una versione decisamente ristretta

Titolo: Table Top Tanks

Piattaforma: PSVita

Sviluppatore: Devil’s Details

Publisher: Sony Computer Entertainment

Giocatori: 1

Online: 2-4 (Ad hoc)

Lingua: Italiano (Testi)

Table Top Tanks
Combattimenti esplosivi su ogni piano, anche improvvisato

[hr]

Kaboom

Dagli autori della versione pc di Sonic Generation, i giovani inglesi della Devil’s Details, arriva sulla nostra amata Sony Playstation Vita, Table Top Tanks, titolo disponibile a basso costo ed in grado di sfruttare le features legate alla realtà aumentata dell’ultima console della casa giapponese.
Table Top Tanks, è un piccolo action game in cui, alla guida di un piccolo carro armato, ci dovremo districare tra svariati livelli, sfruttando bonus e potenziamenti vari, nell’intento di distruggere quanto prima il nostro obiettivo principale.
Come vi abbiamo già detto, il titolo sfrutta la tecnologia della realtà aumentata, e ciò significa che per giocare saranno assolutamente necessarie sia le play cards contenute nella confezione della console, che un piano di gioco “reale” su cui posizionare la nostra guerra digitale.

Table Top Tanks
Attacco aereo pronto

Tre le modalità di gioco presenti nel titolo: sfida, creazione e multigiocatore. Nella prima, quella che tra l’altro possiamo a tutti gli effetti definire principale, dovremo affrontare una serie di livelli in cui ci verrà richiesto di volta in volta di completare un determinato obiettivo, come per esempio distruggere alcuni inermi bersagli oppure un numero predefinito di nemici, vincere una partita di cattura la bandiera o un deathmatch e così via. Nella modalità di creazione invece, potremo modellare il nostro campo di battaglia, donando più realismo al piano di gioco virtuale e definendo i parametri di difficoltà degli avversari con cui ci scontreremo fino all’ultimo proiettile. La modalità multigiocatore infine, permette di giocare contro un massimo di tre amici (possibilmente umani) in battaglie senza quartiere a suon di cannonate, ma che sfortunatamente si potranno svolgere solo in connessione Ad Hoc, ovvero a breve distanza uno dall’altro senza passare dalla connessione online (sia essa in 3G o wi-fi).
Peccato però che tutto ben di dio sia stato inserito in un sistema di riconoscimento delle play cards non proprio precisissimo, che, in mancanza di un piano di gioco adeguato o perfettamente illuminato, tende a mostrare il fianco alla picca nemica e ne mina inevitabilmente l’esperienza di gioco.
Passando ai dettagli tecnici, graficamente il titolo gestisce un numero di oggetti non eccessivamente ampio, ma nonostante questo il livello grafico non è di altissimo livello. Certo, paragonarlo alle prestazioni di titoli come Uncharted L’abisso d’oro è sicuramente fuori luogo, ma una cura maggiore nei dettagli non avrebbe guastato. Il sonoro invece, come direbbe il sommo poeta, va ad ingrossare le lunghe fila degli ignavi, e dopo poche esplosioni passa quasi del tutto inosservato.
I controlli infine sono abbastanza semplici, designando i due stick analogici ai movimenti del carro e della torretta mentre, cosa più importante, la visuale di gioco e della telecamera, viene controllata semplicemente spostando la console intorno alle play cards utilizzate sul piano di gioco.

IN CONCLUSIONE

Table Top Tanks, anche se sbarca sul mercato ad un prezzo poco più alto di una prima e deliziosa colazione a base di cappuccino e pasticciotto leccese gustati comodamente seduti di fronte a piazza Sant’Oronzo (ndr: si sente che ho nostalgia di casa?), colpisce ma non convince del tutto. Una maggiore incisività nella qualità grafica ed un supporto maggiore sul comparto online lo avrebbero sicuramente reso più interessante. Al tempo stesso però, il fatto che aumentino i titoli che fanno uso della realtà aumentata (l’avete capita? 😀 Aumentino, realtà aumentata… no eh?!… T_T), non dovrebbe far altro che renderci felici, perché più le software house ne saranno interessate e più noi speranzosi giocatori potremo veder nascere nuovi ed avvincenti titoli che ne fanno uso, per il resto, come diceva un famoso drammaturgo di origini milanesi “ai posteri l’ardua sentenza”.

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