My Friend Pedro

My Friend Pedro – Recensione

Devolver Digital e la follia vanno spesso a braccetto: sono un’accoppiata vincente, non c’è che dire. Alle volte sembra che il publisher abbia preso come missione personale quella di scovare e raccogliere i giochi più assurdi là fuori, tra gatti robot e mostri alieni mangia-umani, e probabilmente è così. My Friend Pedro, possiamo dirlo a gran voce, è l’apice di questa ricerca.

Questo gioco è folle a livelli multipli: lasciando per un secondo perdere il fatto che stiamo seguendo gli ordini di una banana volante (ed è una cosa davvero difficile da ignorare), il gameplay stesso è descrivibile solo come “una roba da matti”. Ed è per questo che è incredibilmente, assurdamente bellissimo. Gli ingredienti fondamentali sono: spettacolarità, violenza e un tocco di platforming che non guasta mai.

Il tutto inizia quando una banana parlante di nome Pedro vi sveglia all’interno di quello che a quanto pare è il covo segreto di un cattivone, tale Mitch the Butcher, che fa cose molto ma molto cattive… di cui a noi fondamentalmente non interessa un accidenti. Perché la storia di My Friend Pedro è totalmente secondaria al gameplay e potreste seguire solo gli ultimi 10 secondi per avere lo stesso grado di soddisfazione (quelli sono davvero belli però). Ciò che vi interessa è che dovete far fuori chiunque vi si pari dinnanzi e farlo in fretta, perché a differenza dei cattivi dei film americani, questi maledetti hanno una gran bella mira e le pallottole, non ci crederete, ma fanno davvero male.

My Friend Pedro è un gioco eccezionale: un miscuglio vincente di follia, azione e spettacolarità

Per farvi strada tra le orde di gangster, cacciatori di taglie, nerd incalliti e hater (non fate domande), My Friend Pedro mette a disposizione delle armi davvero spettacolari. E non parliamo di armi da fuoco, perché al diavolo il fucile a pompa e l’AK (no beh, quello ha le granate, è figo) quando le due pistole di base hanno munizioni infinite e permettono di mirare in due direzioni contemporaneamente. Immaginate di lanciarvi in un backflip al rallentatore, fermare la mira di una pistola col click destro su un nemico e mirare con l’altra al secondo malcapitato, fare fuoco fino ad eliminarli dall’esistenza e atterrare con una capriola come se niente fosse mentre lasciate che il tempo torni a scorrere normalmente. Fidatevi di chi ci l’ha provato: solo piantare uno skateboard in fronte a qualcuno dà altrettanta soddisfazione e questo è il succo del gioco.

Il fatto poi che vi riempiano di strumenti diversi per seminare distruzione è solo un bonus: il sopracitato skateboard è uno dei più interessanti e vi porterà a morire parecchie volte nel tentativo di sembrare fighi… del resto per fighi apparire bisogna soffrire. Ma indubbiamente padelle e segnali metallici, che permettono di far rimbalzare i proiettili in faccia ai nemici, otterranno un posticino speciale nel vostro cuore. È presente anche una decente selezione di armi da fuoco, che vi verranno puntate in mezzo agli occhi mano a mano che proseguirete nei livelli: una menzione speciale merita il fucile a pompa che fa a letterali brandelli i nemici, brandelli che possono poi essere calciati addosso ad altri malcapitati ovviamente.

My Friend Pedro è un boost al vostro ego. Si possono fare talmente tante cose fighe, con un livello di sforzo accettabile (né da pro, né da schiappa totale), che vi sentirete come una divinità della distruzione in movimento. Il fatto poi che a fine livello vi venga mostrata l’azione più spettacolare, con tanto di possibilità di salvarla come gif non aiuta a mantenere l’umiltà. Aiuta invece il fischio di derisione che vi propina Pedro quando prendete una deludente C, con un’espressione dal finto sbalordito all’indifferente.

My Friend Pedro è un boost al vostro ego: vi fa sentire come una divinità della distruzione

Un difetto che un gioco del genere potrebbe avere è la ripetitività degli ambienti, ma anche qui DeadToast spezza la monotonia degli spazi chiusi e tetri che caratterizzano la maggior parte del gioco con degli scontri con i boss in situazioni decisamente inusuali, per non parlare dell’incredibile viaggio nel Mondo di Pedro. Sparare e far esplodere cose a destra e a manca è faticoso dopo un po’. Quindi perché non prendersi una bella pausa e visitare questo mondo coloratissimo, divertirsi a saltellare sui tappeti elastici e darsi ad un po’ di sano platforming? No, sul serio, perché? È una delle cose più folli che abbiamo mai visto in vita nostra, è bellissima e ci darà gli incubi per il resto della nostra vita.

Un’altra cosa che non ci toglieremo dalla testa tanto facilmente è la colonna sonora. Il vibe ricorda all’istante Hotline Miami, e il livello è quasi lo stesso… insomma, non c’è Hydrogen, ma per il resto se la giocano. Più di una volta ci siamo trovati fermi all’inizio di un livello per goderci un po’ di buona musica, e questo la dice lunga, considerando quanto My Friend Pedro inciti all’azione non-stop.

Conclusioni

My Friend Pedro è un gioco eccezionale: un miscuglio vincente di follia, azione e spettacolarità. La facilità di controllo e la fluidità dei movimenti danno un senso di soddisfazione incredibile nell’effettuare acrobazie mentre si distribuiscono pallottole a destra e a manca.

La possibilità di rallentare il tempo, il dual-aim e il ricochet (il rimbalzo dei proiettili su superfici metalliche) sono le meccaniche più entusiasmanti, ma oltre a questo il gioco non si risparmia in variabilità di strumenti messi a disposizione, con skateboard, barili, esplosivi e una scelta decente di armi da fuoco.

La fisica di gioco può alle volte impazzire, con cadaveri danzanti e arti che si muovono in modo innaturale, ma nel complesso niente che vada ad infierire a livello di gameplay. Chiude in bellezza una colonna sonora da urlo e un finale che lascia a bocca aperta.


 

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