La vita agreste e l’ambiente rurale temprano lo spirito, e i ticchettii dell’orologio sembrano andare più veloci. È quello che succede, più o meno, a tutti coloro che hanno deciso di vivere a contatto con la natura, mettendo da parte la caotica routine quotidiana.
Uno stile che è stato fonte di ispirazione per Harvest Moon, una vera e propria saga “bucolica” in cui diventare degli imprenditori agricoli di tutto rispetto. Una serie basata su dei capisaldi che a oggi funzionano ancora: coltivare la terra, creare nuovi arredi, prendersi cura degli animali della fattoria, ma soprattutto aumentare il numero delle proprie amicizie.
E cosa potrebbe succedere se unissimo i personaggi dell’intramontabile coppia di artisti Fujiko F. Fujio con il concept di Harvest Moon? Il risultato potrebbe essere più simpatico di quanto si pensi. Doraemon: Story of Seasons proietta i personaggi del gatto robot del XXII secolo in un contesto campagnolo, arricchito da una modalità storia sul filone del manga omonimo. Nobita riuscirà a diventare un perfetto fattore, o si ritroverà a chiedere (come al solito) l’aiuto del suo fidato compagno di avventure?
Se siete fan di Doraemon, o semplicemente avete passato la vostra infanzia a seguire le (dis)avventure di Nobita, allora saprete perfettamente quanto sia un ragazzino profondamente curioso. Un desiderio di conoscenza che lo porta a scoprire un misterioso seme magico che, una volta diventato un albero, trasporterà i cinque inseparabili amici in un mondo imprecisato chiamato Natura. Ma durante questo teletrasporto, il “gatto spaziale” perde la maggior parte dei suoi chiusky, rendendo il ritorno a casa più complicato del previsto.
Natura è un caratteristico paesino di gente umile e lavoratrice che accoglierà i nostri eroi a braccia aperte. L’unica cosa rimasta da fare è ambientarsi, dare una mano al villaggio, stringere amicizia con gli abitanti e ritrovare (quasi) tutti i marchingegni futuristici di Doraemon. Ovviamente a Nobita spetta il compito più importante e l’unico rimasto: occuparsi della vita campagnola e diventare un vero e proprio imprenditore agricolo, di certo impresa non proprio semplicissima.
Abbiamo apprezzato la voglia di inserire una narrazione che ruota intorno ai personaggi, ricca di senso dell’umorismo e di aiuto reciproco, un po’ come avviene in qualsiasi lungometraggio che si rispetti. Ma preparatevi: l’intro di gioco è davvero molto lunga e vi ci vorrà un’oretta e mezza prima di iniziare a coltivare.
Un titolo che richiede costanza e attenzione
Dal punto di vista del gameplay vi verrà fornito un appezzamento di terra, che dovrete trasformare in un campo a regola d’arte. Ma non credete che sia tutto così facile, almeno agli inizi: le attrezzature saranno poche e non molto efficienti, le colture risicate e gli introiti davvero poco consistenti. Passerete molto tempo a raccogliere oggetti, pescare, catturare insetti e a picconare materiali dalla miniera (utili per poi costruire nuove cose).
Tutto è strutturato in modo lento e graduale, con una crescita della fattoria direttamente proporzionale al tempo che investirete e alle strategie che metterete in gioco. È assolutamente necessario trovare un giusto equilibrio tra la vita di fattoria e quella sociale, fondamentale per raccogliere indizi importanti per tornare a casa.
Interessante il sistema di crafting e update, che vi consente di migliorare il vostro set da agricoltori, strutturato in modo convincente e non molto complicato. Ritorna anche il classico sistema a stagioni, che consente non solo di avere prodotti agricoli sempre diversificati, ma anche di poter prendere parte a particolari eventi come corse di cavalli (in cui dovrete essere parecchio abili) o competere per il miglior raccolto della stagione.
Doraemon: Story of Seasons è semplice e rilassante
Come avrete capito, si tratta di un gioco molto semplice, rilassante e indirizzato a tutti coloro che amano i life simulator e i personaggi del manga. Ovviamente si tratta di un titolo assai ripetitivo in cui farete spesso e volentieri le stesse cose, ma dopotutto è proprio il genere che lo impone. Abbiamo effettuato la nostra prova su Nintendo Switch e non abbiamo molto gradito in modalità portatile la mancata implementazione del touchscreen, perfetta per produzioni di questo tipo.
Un aspetto che non ci è piaciuto è anche la mancata possibilità di ruotare un pochino la telecamera: infatti, con la visuale per lo più isometrica, alcuni elementi dello scenario sono poco visibili e di difficile gestione, anche se capiamo la scelta. Potrebbe far storcere un po’ il naso un adattamento dal giapponese a volte impreciso (“panini” al posto di “dorayaki” è un offesa al povero gattone, ndr) e qualche piccolo calo di frame-rate, che comunque non compromettono la fruizione globale dell’esperienza.
Dal punto di vista grafico i disegni in stile pastello sono graziosi e tutto sommato si adattano perfettamente allo stile della vita contadina e a quello dell’opera giapponese. Insomma, questo particolarissimo farm-sim non lo riteniamo perfetto per tutti, perché nonostante il suo semplice gameplay richiede costanza e attenzione, proprio come dovrebbe fare un contadino modello.
Doraemon: Story of Seasons è il primissimo videogioco del micione blu che approda in Europa su Nintendo Switch e PC, unendo saggiamente la spensieratezza delle storie di Doraemon con la freschezza della formula di Harvest Moon. Il suo punto di forza è il gameplay semplice e rilassante e una storia sulla falsa riga del manga. Certo, sono presenti dei piccoli cali di frame-rate e il rischio di sentire una forte ripetitività è dietro l’angolo, ma dopotutto è proprio il genere che lo impone. Ciononostante, Doraemon: Story of Seasons non è un videogioco adatto a tutti ma rivolto a coloro che amano i simulatori di vita agreste e soprattutto lo storico gatto spaziale, e in questo riesce discretamente bene. |
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