L’aspetto più curioso dei videogiochi sui cecchini è che sono molto rari, un sottogenere che possiamo tranquillamente definire di nicchia: sorprende, se si pensa a quanti titoli sulla guerra (o più in generale che comprendano questa meccanica) siano usciti nel corso degli anni, eppure il tiratore scelto sembra essere più un’arte che un semplice ruolo. Prendete un qualunque sparatutto, da Call of Duty a Destiny passando per Borderlands e Battlefield, nessuno di questi prende davvero in considerazione il mestiere del cecchino come dovrebbe, ovvero: vi basta imbracciare il vostro fucile, allineare il bersaglio alla croce del mirino e bang, i giochi sono fatti. Direzione del vento, traiettoria del proiettile, distanza, tremolio delle braccia, sono tutti dettagli tralasciati e messi in secondo piano – come del resto è anche giusto sia, l’esperienza TPS/FPS non si può prendere i tempi utili per trattarli al meglio.
Per questo serie come Sniper Elite e, nel caso specifico, Sniper Ghost Warrior sono preziose: più che sparatutto, si avvicinano al concetto di simulazione per quanta cura infondono nell’uso del nostro fidato fucile da cecchino ma soprattutto per restituirci la sensazione di cosa significhi davvero essere lì, sdraiati nelle gelide lande di un territorio inospitale, nascosti nel fogliame di una giungla tropicale mentre imperversa l’acquazzone, con la gola riarsa in un torrido deserto mentre i minuti diventano ore… insomma, avete capito. Dopo la tiepida accoglienza riservata all’ultimo capitolo, Sniper Ghost Warrior 3, che aveva tentato senza successo la carta dell’open world, gli sviluppatori sono tornati alle proprie radici con uno spin-off, Sniper Ghost Warrior Contracts.
Come suggerisce il nome stesso, il gioco si basa sui contratti che il nostro protagonista dovrà accettare per proseguire nella trama, attraverso cinque grosse mappe con altrettante missioni da concludere nel migliore dei modi.
La storia sembra ruotare tutta attorno alla Siberia, in cui stanno avendo luogo situazioni losche per le quali è nostro dovere indagare, reperire informazioni e nella maggior parte dei casi eliminare uno i più bersagli. Fino a qui nulla di strano, siamo cecchini dopotutto. Per questo stesso motivo, però, CI Games non ha alcuna intenzione di rendere le cose semplici, anzi: già in fase di tutorial è stato possibile capire la profonda pazienza che occorre per mandare a segno i nostri colpi ma un conto è prendersela con bersagli più o meno mobili, passivi di fronte al nostro fuoco, un altro è trovarsi sul campo a dover tenere in considerazione il minimo dettaglio per evitare di essere scoperti. Una volta scandagliata l’area, marcato i nemici, messo mano al nostro fido fucile e appoggiato l’occhio al mirino, ci troviamo a dover tenere in considerazione diversi importanti aspetti: la distanza, attorno alla quale ruoterà la gestione dell’ottica che dovrà andare a intersecarsi con la linea tratteggiata indicante il calcolo della caduta del proiettile (pensavate di scamparla, non vero?), il tutto considerando velocità e direzione del vento qualora ci fosse.
Questi elementi, tuttavia, riguardano strettamente quello che dovete fare per sparare. Bisogna tenere conto anche di tutta la pianificazione pregressa, dunque gli spostamenti dei nemici, la tipologia (è bene sbarazzarsi dei cecchini come prima cosa), se sono nel cono visivo di un loro compagno o una telecamera, se sono corazzati e in tal caso quale proiettile usare. Nel corso delle missioni avevamo a disposizione un solo modello ma durante il tutorial abbiamo potuto constatare che ce ne sono almeno sei, uno dei quali non tiene in alcuna considerazione fattori come vento e distanza. Inoltre dovete stare attenti anche alla vostra posizione – se siete troppo esposti, se ci sono vie di fuga, se avete i mezzi per sostenere uno scontro aperto (molto sconsigliato) oppure per coprire la vostra ritirata. Insomma, Sniper Ghost Warrior Contracts non è il classico gioco dove basta sparare per vincere: pretende tanto da voi e in cambio vi restituisce la gratificazione di essere riusciti nel vostro intento senza farvi scoprire. Certo, non è una ricompensa tangibile ma state tranquilli: vi aspettano anche premi in denaro proporzionali alla vostra efficacia.
Sniper Ghost Warrior Contracts fa del tiratore scelto un’arte più che un mestiere
Quando parliamo di pianificazione, però, non ci riferiamo solo agli appostamenti di per sé ma anche, se non soprattutto, alla gestione del contratto in sé: ciascun incarico prevede degli obiettivi che possono essere completati o meno, a discrezione del giocatore, e tuttavia cambiano l’esperienza di gioco in base a quali e quanti sono stati soddisfatti. Per fare un esempio pratico, una delle due missioni prevedeva assassinare una ricercatrice coinvolta in progetti di eugenetica assieme al suo assistente: lui non rappresentava un grande ostacolo ma lei, un po’ sullo stile di Padmé Amidala, aveva una sosia proprio per proteggersi dai sicari. Nel caso fosse stata uccisa, si sarebbe attivato un dispositivo che avrebbe avvisato il vero bersaglio dell’accaduto facendola fuggire – ed essendo un gioco dove prendere la mira è un’operazione complessa, potete ben immaginare quanto sia difficile farlo con una persona in corsa. Come fare, allora? Semplice, ci si deve prendere il tempo necessario per scoprire che la sosia della ricercatrice in realtà… vedrete con i vostri occhi quando giocherete, che gusto ci sarebbe a rovinarvi la sorpresa (e la fatica)?
Nel complesso, Sniper Ghost Warrior Contracts è un gradito ritorno alle radici della serie, con un focus ancora più mirato – è il caso di dirlo – sul cecchinaggio e una difficoltà che fa sentire il proprio peso anche nelle modalità più permissive. Non abbiamo potuto esplorare altro al di fuori dei contratti, dunque non sappiamo in che modo può essere speso il denaro ottenuto adempiendo ai nostri doveri in maniera più o meno perfetta ma abbiamo notato che è davvero tanto, perciò non escludiamo che quali siano le migliorie o le personalizzazioni cui andremo incontro non saranno a buon mercato. Come d’altronde sembra essere l’intera esperienza.
Sotto il profilo tecnico il gioco ha mostrato un po’ il fianco tra cali di frame rate, occasionali bug e una grafica non esattamente di prim’ordine (per la prima volta è stato aggiunto lo smembramento, quindi aspettatevi cervella ovunque), senza contare che la stessa IA dei nemici a volte è deficitaria: tutti aspetti sui quali c’è ancora tempo e modo di perfezionarsi, magari con una patch D1, e che fortunatamente non detraggono nulla dall’esperienza simulativa che offre Sniper Ghost Warrior Contracts. Siamo curiosi di sapere se il gioco, sul modello Hitman, proporrà una serie di nuovi contratti nel corso del tempo per mantenere viva la longevità.