Arise: A Simple Story – Recensione

Nel vasto panorama videoludico, di tanto in tanto, spuntano quelle piccole produzioni indipendenti che riescono nell’obiettivo più difficile: regalare un’esperienza unica e immersiva. Esperienze da non sottovalutare, come per il caso di Arise: A Simple Story, la primissima avventura sviluppata da Piccolo Studio, team spagnolo che ha dimostrato di possedere tutte le carte in regola per regalare esperienze mozzafiato.

Tagliamo subito la testa al toro: Arise: A Simple Story è probabilmente una delle esperienze più toccanti che, chi vi scrive, ha avuto modo di vivere su pelle in questo 2019 videoludico. Un viaggio malinconicamente incantevole, forse non troppo longevo, ma capace di far emozionare e far scendere quella piccola ma sofferta lacrima sul viso. Un’avventura che non possiamo fare a meno di consigliarvi.

Arise: A Simple Story

L’arte narrata con Arise: A Simple Story potremo riassumerla con un termine molto comune tra i brasiliani: la saudade. In altre parole, l’opera prima di Piccolo Studio mette al centro quella malinconia nel ritornare in determinati luoghi, rivedere persone care e rivivere certi elementi portanti della propria esistenza. Il protagonista di questa storia è un vissuto vecchietto barbuto che, dopo aver lasciato la vita terrena in un’era presumibilmente vichinga, intraprenderà un “nuovo” cammino costernato da mutevoli paesaggi di ricordi, pieni di sentimenti, di amore intenso e perdita.

Quello che abbiamo vissuto nelle nostre 8 ore di viaggio è difficile da riassumere in poche righe, perché siamo dell’idea che questa dedica alla vita avrà un impatto emotivo diverso a seconda del videogiocatore. Quello che è sicuro è che le emozioni non mancheranno, ed è affascinante pensare di rivedere la propria esistenza sotto una luce diversa, magica ma al tempo stesso molto dolorosa da sopportare.

Arise: A Simple Story è probabilmente una delle esperienze più toccanti del 2019

Arise: A Simple Story fa leva sulle emozioni, mettendo in scena un gameplay dalle meccaniche semplici basate sul controllo del flusso temporale. Semplicemente inclinando l’analogico destro del controller, si potranno far trascorrere alcuni momenti o delle stagioni intere mentre si affronteranno delle sezioni platforming 3D: oscillare da una zona all’altra con un rampino, saltare dalle sporgenze e arrampicarsi sugli speroni di roccia. D’altro canto è assai improbabile ritrovarsi in situazioni di stallo, perché il gioco scorre in modo così naturale da non sentire il peso della frustrazione.

Arise: A Simple Story

Come era doveroso aspettarsi non è possibile in alcun modo ruotare la telecamera di gioco: questo si traduce in una gestione automatica delle situazioni che a volte può dare qualche grattacapo nella precisione di alcuni salti e far finire l’arzillo signore in un precipizio. D’altro canto il respawn, dopo una “morte apparente”, è davvero immediato e non rompe in nessun modo il ritmo.

Arise è dolce e malinconica arte

La vita nel limbo si plasma strada facendo, una sorta di resa dei conti con la propria esistenza, caratterizzata da momenti estremamente felici ad altri in cui la malinconia prende il sopravvento. Ogni evento viene rappresentato da sculture rocciose, come a significare l’immortalità di quel momento nella sua memoria, che niente potrà scalfire o addirittura cambiare. In Arise: A Simple Story non esistono sezioni recitate, e tutto viene narrato da scene visive toccanti deliziate da note musicali di David García (Hellblade: Senua’s Sacrifice, RiME) capaci di scaldare anche i cuori più freddi.

Arise: A Simple Story

Ogni livello del gioco dunque è unico e originale, e non vi nascondiamo che alcuni elementi ci hanno fatto pensare a una forte ispirazione disneyana, che permetteranno di entrare in perfetta empatia con la semplice vita amorosa di un signore che non si è mai arreso dinnanzi a essa. Dal punto di vista del level design siamo rimasti piacevolmente colpiti: una qualità artistica fortemente stimolante intrisa da una bellezza davvero disarmante.

Arise: A Simple Story è un titolo che fa riflettere, che commuove, che ci dà dei messaggi molto toccanti sulla vita umana e soprattutto sugli affetti più cari. Inoltre, è possibile condividere questa esperienza in coppia, con una seconda persona che controllerà il tempo, anche se riteniamo sia un’esperienza da vivere completamente in prima persona.

Conclusioni

L’opera prima di Piccolo Studio ci ha emozionato, ci ha fatto scendere quella piccola lacrimuccia che tanto mancava in quest’ultimo anno videoludico. Un’esperienza che mette l’accento sul concetto di “videogioco come arte”, un’arte visiva profonda e suggestiva da vivere almeno una volta nella vita.

Il titolo eccelle in tantissimi aspetti, da una storia da togliere il fiato a un gameplay basato sulla gestione del tempo, probabilmente non molto originale ma ben contestualizzato. Qualche problemino nella gestione delle telecamere che a volte portano a degli inevitabili errori, ma niente di così drammatico.

Raccontare le esperienze di una vita in un modo così originale non è affatto facile, ma con Arise: A Simple Story il team ha centrato l’obiettivo, e a noi piace pensare a questa esperienza come a una dolce quanto malinconica arte.

Commenti

Recensioni correlate

Tutte le recensioni