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Two Point Hospital – Recensione

La puntualità con cui Two Point Hospital si riaffaccia sul mercato, dopo l’esordio su PC avvenuto nel 2018, ha certamente del tragicomico. Ingegnarsi nell’edificazione di ospedali nuovi di zecca al tempo del Coronavirus, strutture perfettamente in grado di accogliere quanti più pazienti possibile, è a suo modo straniante, catartico per certi versi.

Il potenziale imbarazzo, fortunatamente, non potrà che durare una manciata di secondi, giusto il tempo di entrare nello spirito di questo gestionale dalle meccaniche certamente profonde, ma dal feeling scanzonato ed ironico, autentica boccata di buonumore in questi giorni non proprio sereni.

Se ricordate ancora con affetto Theme Hospital è possibile che sappiate perfettamente che genere di esperienza intenta e possa offrire la produzione SEGA. Come nell’indimenticabile titolo sviluppato da Bullfrog Productions, e come già suggerito, a partire da una visuale isometrica dovrete costruire, stanza per stanza, un edificio in grado di accogliere e curare un numero possibilmente crescente di malati.

Partirete dal banco dell’accettazione ed un singolo ambulatorio del medico di base, per finire a dover dirigere numerosi reparti, ognuno dotato di macchinari e personale altamente specializzato.

Non è sufficiente muovere il cursore con l’aiuto dell’analogico per erigere muri e posizionare l’arredamento come si preferisce. Bisogna innanzitutto tenere in considerazione i bisogni dell’utenza, preoccuparsi della manutenzione, occuparsi delle assunzioni e degli stipendi.

Nonostante la presenza di diversi livelli, la campagna si compone di una quindicina di scenari diversi, e l’obiettivo da raggiungere sarà fondamentalmente duplice ed identico a sé stesso: ampliare il più possibile il bacino di utenti, stando attenti che i conti non vi condannino ad un’irreversibile banca rotta.

Two Point Hospital, esattamente come la fonte d’ispirazione a cui si rifà, non ha alcuna velleità simulativa

La trasposizione da PC a console è stata indolore quanto basta da riproporre un’interfaccia chiara ed esplicativa in ogni sua parte costituente. Sebbene navigare tra i menù tramite pulsanti e analogici risulti ovviamente meno intuitivo e fluido rispetto a quanto esperito con mouse e tastiera, icone, indicatori di ogni tipo e didascalie permettono anche al meno avvezzo al genere di orientarsi, senza mai perdere il polso della situazione.

Two Point Hospital, esattamente come la fonte d’ispirazione a cui si rifà, non ha alcuna velleità simulativa. Ciò non è riconducibile solo alla fase gestionale, profonda e stratificata per quanto semplificata in alcuni passaggi, ma anche al contesto in cui si sviluppa la campagna.

Non combatterete malattie reali, ma infezioni dai nomi e dai decorsi improbabili. Tra le corsie, per esempio, vi ritroverete pazienti con una lampadina al posto della testa o con l’irrefrenabile, e mortale, desiderio di esibirsi come sosia di Freddie Mercury. Allo stesso tempo avrete a che fare con un personale quanto mai bizzarro e dai comportamenti imprevedibili.

Ambientazione e gameplay, insomma, rendono Two Point Hospital un titolo ideale anche ai neofiti del genere, pronti ad essere iniziati da un esaustivo tutorial che li immergerà gradualmente alle meccaniche ludiche e agli ambiti da gestire con perizia e crescente attenzione.

L’approdo su console, del resto, incentiva l’apertura ad un ampio pubblico. Soprattutto su Nintendo Switch, piattaforma su cui abbiamo effettivamente testato le qualità della trasposizione, la produzione SEGA si trova estremamente a suo agio. Proseguire la partita anche lontano dalle mura di casa è un plus a cui faticherete a rinunciarci dopo la prima partita, qualità che vi farà soprassedere su qualche rallentamento di troppo nelle situazioni in cui molti personaggi si affolleranno sullo schermo.

Conclusioni

Two Point Hospital è il classico gestionale che elargisce enormi gioie, senza mai essere troppo severo con il videogiocatore di turno. Ambientazione e meccaniche ludiche concorrono a generare un’esperienza piacevole, solo tenuamente impegnativa, a suo modo comica ed ironica.

La progressiva introduzione di nuove malattie con cui vedersela, complicano e variano gradualmente la situazione, mantenendo così alto l’interesse anche del videogiocatore più navigato.

I fan del genere si ritroveranno tra le mani un divertente erede spirituale di Theme Hospital, che volontariamente offre un grado di sfida tarato verso il basso. I meno smaliziati, dal canto loro, troveranno nella produzione SEGA il titolo ideale con cui farsi le ossa con i gestionali.

 

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