Call of Duty: Warzone è tutto ciò che Blackout avrebbe dovuto essere, ma che per totale mancanza di applicazione ed ispirazione da parte degli sviluppatori non è stato. Black Ops IIII, più in generale, è la lampante dimostrazione che né la cassa di risonanza garantita da un brand di grande richiamo, né il pedissequo rispetto di un genere di riferimento possano automaticamente garantire successo ed approvazione da parte del pubblico pagante.
In questo senso, Modern Warfare va interpretato come il tentativo di redenzione da parte di Activision dopo fin troppi episodi della sua saga di punta non proprio memorabili. La nostra recensione, con i suoi toni entusiastici, la dice lunga in questo senso.
Evidentemente non era abbastanza per i vertici del publisher americano. La prova di forza dimostrata sotto il profilo squisitamente qualitativo nella campagna e nel multiplayer competitivo, era solo una parte della più ampia operazione volta al recupero della fiducia della fan base. Intenzionata ad invertire il trend di microtransazioni e contenuti aggiuntivi dal prezzo spropositato, una moda che la stessa Activision ha ampiamente contribuito ad accrescere nel corso degli anni, la già citata modalità Warzone, disponibile sugli store digitali da qualche giorno, è completamente gratuita, disponibile anche per chi non possiede il gioco base.
Come premesso, rispetto allo scialbo Blackout siamo su ben altri livelli. Laddove il battle royale di Black Ops IIII si limitava al compitino, nella speranza che bastasse la raffinatezza del gunplay a farlo svettare sulla concorrenza, in questo caso lo scarto, il tentativo di distinguere la propria proposta dalla concorrenza, è ravvisabile sin dalla prima schermata della partita vera e propria, quella che mostra l’aereo da cui paracadutarsi che scavalca e quindi plana su una gigantesca nuvola, brevissima clip che tuttavia regala un brivido di adrenalina al videogiocatore.
Non c’è la tuta alare di Blackout, unico contributo davvero interessante dell’offerta, sostituita da una più classica caduta libera, con annesso paracadute a consentirvi un maggior margine di manovra a pochi metri dal suolo o quando lo riterrete più utile alla causa.
Una volta atterrati si scopre la prima grande novità di Warzone. Non sarete disarmati, bensì equipaggiati di una pistola automatica. Certo non vi proteggerà contro avversari armati dalla testa ai piedi, ma un giocatore esperto può avere serie chance di spuntarla in uno scontro diretto, pur non essendo riuscito a recuperare nessun equipaggiamento sul campo, prima di incappare in brutti incontri.
Dando una rapida occhiata all’hud di gioco, tra l’altro, noterete subito l’esorbitante numero di utenti contemporaneamente coinvolti nella battaglia: 150, divisi in 50 squadre di tre soldati, oppure in totale solitaria, modalità introdotta proprio in queste ore. Viste le ragguardevoli dimensioni della singola mappa disponibile, non ai livelli di quelle di PUBG ma quasi, non vi renderete conto dell’effettivo affollamento dello scenario, ma la consapevolezza di dovervi confrontare con un così alto numero di avversari vi infonderà un pizzico di eccitazione in più, soprattutto quando opterete di paracadutarvi senza il supporto di nessun alleato.
L’ambientazione, inoltre, è insospettabilmente varia. Nulla di mai visto, beninteso, ma tra stadi, castelli e bunker più o meno nascosti, l’architettura dello scenario virtuale vi costringerà ad adottare diversi approcci a seconda di dove deciderete di combattere.
La prima volta che finirete al tappeto vi materializzerete all’interno del Gulag
Un’altra piccola feature che rende particolarmente intrigante Warzone si lega alla nuvola di gas che circonderà l’area sicura. Letale, come da tradizione per ogni battle royale, avrete comunque modo di sfruttare la nube tossica a vostro vantaggio. Recuperando dal campo di battaglia maschere filtranti, riuscirete a sopravvivere nella zona rossa per una manciata di preziosi secondi, permettendo ai più esperti di sbucare letteralmente dal nulla, alle spalle di ignari utenti.
Non è tutto. Casse di equipaggiamenti, che contengono i vostri loadout preferiti, vendendo paracadutate nell’arena, tendono a concentrare i videogiocatori in zone ristrette. Inanellando combo di uccisioni potrete attivare alcuni gadget che vi faciliteranno nell’eliminazione e individuazione degli avversari. I contratti trovati sulla mappa che vi imporranno specifici obiettivi, come il recupero di item o l’uccisione di specifici target, vi premieranno con denaro extra.
Ma a cosa vi servirà una borsa piena di soldi, in una modalità in cui il game over è irreversibile? In realtà non è così in Call of Duty: Warzone. Oltre a poter acquistare sul campo di battaglia alcuni power-up, con sufficiente credito potrete riportare in vita i compagni caduti, a patto di raggiungere le stazioni preposte al compito.
Non solo. La prima volta che finirete al tappeto vi materializzerete all’interno del Gulag. In questa arena di ridottissime dimensioni dovrete vedervela in battaglie 1vs1, in un set della durata di pochissimi secondi, il cui vincitore si garantirà il respawn.
Pur abiurando il fondamento su cui si basano tutti i battle royale, questa feature è particolarmente intrigante, l’ennesima caratteristica che concorre a rendere la modalità tanto emozionante ed eccitante.
Nello stesso aggiornamento con cui è stato introdotto Warzone, è stata aggiunta anche la modalità Malloppo, in cui l’obiettivo è semplicemente quello di accumulare un milione di crediti completando piccoli incarichi, raccogliendo soldi in giro per l’ambientazione, ovviamente eliminando gli avversari. Sempre a squadre di tre, una volta accumulato sufficiente denaro bisognerà raggiungere un punto di raccolta, con tutte le implicazioni tattiche che questa operazione implicherà. Abilitando il respawn, questa modalità è estremamente più classica, ma visto l’alto numero di partecipanti, anche questa volta 150, sarete testimoni di scontri armati su larga scala senza esclusione di colpi. Divertente sul breve periodo, Malloppo paga unicamente lo scotto di essere protagonista di partite fin troppo lunghe ed estenuanti.
Call of Duty: Warzone è il nuovo re dei battle royale? Dopo il fiacco ed inutile Blackout, finalmente anche la saga di Activision si è adeguata agli altissimi standard del genere. Difficile dire se sia o meno il migliore. Certamente ha moltissime frecce nel suo arco. Il respawn consentito sopravvivendo al Gulag è già di per sé una feature che distingue la modalità dai diretti concorrenti. Taglie, skill e stazioni di potenziamento concorrono a variare il gameplay e a rendere la vita più difficile ai camper. Inoltre, il solito raffinatissimo gunplay rende l’azione estremamente fluida, coinvolgente, emozionante. Warzone è un ottimo battle royale, imperdibile per i fan, tanto più che potete provarlo gratis, anche se non in possesso di una copia di Call of Duty: Modern Warfare. |