Huntdown

Huntdown – Recensione

Potrebbe sembrare un luogo comune ma gli ’80 sono stati anni davvero incredibili, a tratti scanzonati, a volte un po’ inconscenti, capaci di consegnarci anche scene artistiche, letterarie e visionarie di un futuro distopico definito comunemente come cyberpunk. E nonostante questa corrente sia stata (forse) un pochino abusata nell’ultima decade, non deve per forza risultare indigesta, soprattutto se palesata in modo costruttivo e affascinante.

Ed è stata una bella sorpresa “chiuderci come dei ricci” su Huntdown, una vera e propria prelibatezza che qualsiasi amante di run and gun dovrebbe per forza giocare almeno una volta nella vita. Si tratta di una produzione peculiare a base di fantascienza, nella fattispecie quella più visionaria e spietata, condita da un gameplay che celebra il ritorno di un genere in modo quasi perfetto.

Huntdown cattura tutto il meglio del genere cyberpunk, dalla futura dittatura capitalista in cui le megacorporazioni assumono le veci dello stato, alle bande di criminali fuori di testa pronte a prendersi quello che gli spetta. Nell’attesa di Cyberpunk 2077, meglio ripulire le strade popolate da bande clandestine prepotenti e arriviste.

Huntdown

Siamo nel ventunesimo secolo, le nazioni sono ormai collassate a seguito di guerre e altri malcontenti societari. Dalle rovine dei conflitti si erge una società alimentata dall’avidità e in cui le speculazioni delle grandi corporazioni sono senza freno, fornendo protezione e lavoro a chiunque viva secondo i loro principi. L’unica alternativa valida in una società del genere è la criminalità: le bande sono costantemente impegnate in lotte all’ultimo uomo e contro le autorità.

E qui entriamo in gioco noi, cacciatori di taglie senza alcun interesse nell’affiliarci ai banditi o a seguire i dettami del sistema cittadino: ciò che conta realmente è il voto di lealtà al miglior offerente. Il denaro, il vile ma sempre importante denaro, muoverà i nostri passi all’interno dei quartieri più malfamati di Huntdown.

Huntdown cattura tutto il meglio del genere cyberpunk

Prima cosa da fare è selezionare uno dei tre mercenari a disposizione (Anna Conda, John Sawyer e Mow Man) e optare per un livello di difficoltà consono alle nostre abilità di tiratori scelti. L’obiettivo del gioco è molto semplice: correre e sparare abbattendo tutto ciò che si muove su schermo, facendo attenzione ai proiettili vaganti capaci di azzerare le cinque tacche di energia a nostra disposizione.

Gli sviluppatori non hanno lasciato nulla al caso pensando altresì a un sistema di schivata utile per districarsi in situazioni assai compromettenti (in modalità Hard sarà fondamentale). Tutto questo, unito a un sistema di copertura, permette al giocatore di spremere le meningi per risolvere situazioni complesse e boss battle spietate.

Huntdown

La campagna è suddivisa in quattro macro aree e si riesce a completare in circa tre ore alle difficoltà più semplici. Ma se siete navigati nei run and gun allora saprete sicuramente che questo indicatore non deve essere preso minimamente in considerazione. Huntdown dà il meglio di sé alla difficoltà più alta, quella definita “cazzuta” (si chiama proprio così, ndr) che sarà disponibile finendo la campagna una prima volta, un’esperienza hardcore che farà letteralmente impazzire. Senza dimenticare che ogni livello per essere completato al 100% deve soddisfare determinati requisiti: eliminare ogni villain, raccogliere tre valigette e non morire mai.

Un divertente gioco d’azione, spavaldo e con una rigiocabilità elevatissima

Potrebbe a volte sembrare una passeggiata, ma fidatevi quando vi diciamo che ci sarà da sudare anche a difficoltà più blasonate, ed è giusto così per un titolo di questo stampo. Tuttavia l’esperienza cambia leggermente quando un amico si unisce alla nostra partita: in questo caso sarà molto più semplice ripulire le strade e la possibilità di essere rianimati permette di perdere meno vite del previsto, sempre che i cattivoni lo permettano.

Il gameplay di Huntdown è appagante, ma abbiamo notato che alcuni proiettili impattavano sul nostro personaggio nonostante fossimo ben riparati mentre e altre volte siamo stati colpiti da colpi invisibili. Piccolissimi problemi, si intende, che di certo non mettono Huntdown in cattiva luce.

Huntdown

Dal punto di vista grafico il 16 bit dell’era SNES si sposa perfettamente con l’universo distopico, con scenari realizzati con uno stile pixel art davvero brillante. Ci è piaciuta molto anche la realizzazione delle armi secondarie ottenibili in ogni livello, dalle gatling al canne mozze, che restituiscono un feeling molto interessante. I tre mercenari sono convincenti e spesso e volentieri si esprimeranno con una sfacciata ironia ispirata ai film d’azione degli anni ’80 come Commando e Robocop, il tutto condito con una colonna sonora elettrizzante.

I livelli di Huntdown non sono molto lunghi, perlopiù compatti ma progettati in maniera intelligente e perfetti per partite mordi e fuggi. Abbiamo giocato tutta la campagna su Nintendo Switch in modalità portatile, e fidatevi quando vi diciamo che questo gioco è perfetto su questa console. Menzione d’onore agli spettacolari combattimenti contro i boss, caratterizzati in modo fantastico e con personalità stereotipate ma uniche. Bisogna riconoscere che alcune boss battle sono abbastanza punitive, ma il trial & error non risulta mai particolarmente frustrante e spinge a dare sempre il meglio.

Huntdown offre un’esperienza unica per gli amanti del genere alla “Contra”, con stage ricchi di oggetti distruttibili e una notevole quantità di armi secondarie, per appagare un desideroso senso di devastazione che in questi giochi non sembra mai abbastanza.

Conclusioni

Chi pensava che l’era 16 bit fosse morta e sepolta si sbagliava. Huntdown è una delle tante eccezioni che ripropone in modo soddisfacente l’era intramontabile dei “corri e spara”, traendo la sua forza dai film d’azione degli anni ’80 e dalle idee basiche del genere cyberpunk.

Mettendo da parte il fattore nostalgico, Huntdown è un videogioco realizzato con una ricerca maniacale, con pochissime sbavature tecniche e delizioso, sia per i giocatori hardcore per una sfida sopra le righe che per coloro in attesa di passare un pomeriggio in compagnia di un amico a sparare a cattivoni ispiratissimi.

Huntdown è un divertente gioco d’azione pieno di fascino, spavaldo e dotato di una rigiocabilità elevatissima. Tra l’altro il prezzo di lancio fissato a 19,99 € rende questo cocktail retrò ancora più esplosivo.

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