Kingdom Hearts è una serie che non è estranea a titoli secondari o a progetti sì importanti per il canon, ma distanti per forma dalla serie principale. Se ne parla ormai da anni, del resto. Una lotta tra fan e non fan battuta a colpi di “non è uno spin-off”. Del resto Tetsuya Nomura è un furbacchione, e lo amiamo per il suo genio sregolato (a volte anche troppo).
Kingdom Hearts Melody of Memory porta per la prima volta la serie verso un nuovo genere, il rhythm game. A farlo è un team esperto, Indies Zero, autori del bellissimo e riuscito esperimento musicale a tema Final Fantasy. Ma se Theatrhythm Final Fantasy era un omaggio alla storia musicale della serie Square Enix, questo Melody of Memory si pone in modo un po’ diverso.
Lo fa reclamando la sua importanza, con un sottotitolo e un artwork del personaggio di Kairi pronto a suggerire un certo peso nell’universo di Kingdom Hearts. Non solo un rhythm game basato sulla serie di Nomura, ma un vero e proprio titolo che prosegue il percorso del terzo capitolo. Siamo davvero di fronte all’ennesima follia del director, desideroso di seminare pezzi del suo puzzle narrativo in ogni dove? Fortunatamente, ho una recensione intera per rispondere a questa domanda.
Come ogni gioco musicale che si rispetti anche Kingdom Hearts Melody of Memory ha diversi approcci per impreziosire la sua natura ritmica. Del resto la regola è sempre quella: premere i tasti al momento giusto per seguire il ritmo della canzone. La combinazione qui è semplice, e richiede l’utilizzo di quattro tasti del controller.
La nostra squadra composta da Sora, Paperino e Pippo scorre su uno spartito musicale. All’inizio il layout dei tasti può apparire scomodo e controintuitivo, soprattutto a difficoltà superiori. Una volta presa la mano, però, la memoria muscolare fa il suo dovere, e si nota una certa semplicità nel layout scelto da Indies Zero, con due tasti dorsali e due sul controller per colpire le note a tempo.
Kingdom Hearts Melody of Memory è una grande lettera d’amore alla serie
A seconda della modalità della canzone, cambierà il gameplay. Questo perché Melody of Memory propone diversi tipi di scenari musicali: la Battaglia sul campo, dove si affrontano i nemici a tempo di musica; le Battaglie boss, uno scenario speciale dove colpire le note per sconfiggere un boss; e i Tuffi musicali, veri e propri montaggi video con momenti iconici della serie. Nonostante questa apparente varietà, Kingdom Hearts Melody of Memory è fortemente sbilanciato verso i primi. Le battaglie sul campo sono il focus dell’esperienza, e anche le principali protagoniste del Tour Mondiale, la modalità “storia” del titolo.
Il Tour Mondiale è una grande lettera d’amore alla serie. Nella nostra gummiship ci potremo spostare attraverso i vari mondi Disney e non, ripercorrendo tutta la timeline della serie cronologicamente. Da Kingdom Hearts a Kingdom Hearts 3. Ogni Mondo avrà un paio di canzoni a lui dedicate da completare, insieme a un set di missioni che ci permetteranno di sbloccare i mondi più avanzati.
Pur con grande carisma, non è perfetto
In questo senso Kingdom Hearts Melody of Memory stupisce: non solo il suo gameplay è immediato e piuttosto divertente, ma avere degli obiettivi da portare a termine rendono l’esperienza musicale meno fine a sé stessa. Ad aggiungere un ulteriore livello di gradimento è la presenza di piccoli filmati riassuntivi dedicati ad ogni gioco e sparsi qua e là, narrati dalla voce di Kairi.
Di fatto Melody of Memory è un letterale viaggio nei ricordi di Kairi, e conseguentemente in quelli del giocatore. Un viaggio fatto di ricordi musicali, uno dei migliori aspetti della serie Square Enix. Le composizioni sono assolutamente meravigliose, e il lavoro di Yoko Shimomura può tranquillamente rivaleggiare con un mostro sacro come Nobuo Uematsu. Poter giocare le sue melodie ripercorrendo i momenti migliori della saga è davvero divertente, oltre che emozionante. Provate a non piangere su Sanctuary di Utada Hikaru, vi sfido.
La sezione finale è poi dedicata ad una piccola porzione narrativa, che conclude il tour mondiale con un parte tutta dedicata a Kairi. Come dicevamo all’inizio, Nomura ha colto l’occasione inserendo anche in questo titolo dei brevi filmati (siamo sotto i 30 minuti complessivi) che vogliono suggerire e svelare alcuni snodi narrativi della serie che vedremo nel prossimo gioco. Di fatto, Kingdom Hearts Melody of Memory si rivela un tassello importante per gli appassionati della linea narrativa di Sora e compagni, ma non imprescindibile. Il focus del titolo resta il rhythm game, e in questo è piuttosto onesto.
Circa 140 le canzoni disponibili, insieme a una modalità online e a una serie di collezionabili da creare attraverso l’elaborazione dei materiali. Questo non è l’unico rimando alla parte più da gioco di ruolo della serie, con la possibilità di selezionare tra 4 squadre differenti e di farle salire di livello.
L’influenza di questi aspetti è però minima, limitandosi a farci prendere meno danni dalle note sbagliate o a rendere migliori le valutazioni dei brani. Un po’ come l’uso degli oggetti durante le canzoni, sono aggiunte che impreziosiscono l’esperienza ma non la rivoluzionano. Kingdom Hearts Melody of Memory è prima e soprattutto un rhythm game.
Kingdom Hearts Melody of Memory è un buon rhythm game, che ripercorre tutta la storia della serie attraverso i suoi brani più iconici e belli. Pur con grande carisma, non è perfetto: i difetti più grandi infatti sono due ingenuità di design piuttosto palesi. Da un lato una modalità online competitiva che non permette di sfidare i propri amici. Dall’altra un impianto grafico che ricalca in tutto e per tutto l’ambiente 3D della serie, al prezzo però di una poca chiarezza degli elementi a schermo. Nonostante tutto, Kingdom Hearts Melody of Memory è divertentissimo. Ci permette di rivivere la sua storia attraverso la sua musica, una melodia per tutti i giocatori che negli anni hanno seguito Sora & Co. nel suo viaggio. Questo è per loro, e per nessuno altro. Kingdom Hearts Melody of Memory è disponibile ora su PS4, Switch e Xbox One |
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