The Pedestrian è l’opera prima di Skookum Arts, piccolo team che lo ha originariamente realizzato e distribuito su PC, un anno fa, grazie al supporto ricevuto dagli utenti via Kickstarter.
Per il lancio su console sono state scelte PlayStation 4 e PlayStation 5 come palco di debutto, in attesa di vedere arrivare questo piccolo, brillante platform anche su Nintendo Switch e console Microsoft, sebbene l’importante è che arrivi un po’ ovunque, perché sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire questo peculiare mix di puzzle e platform.
L’idea dietro il gioco è semplice quanto geniale: entrare negli anonimi cartelli di cui pullulano strade ed edifici pubblici, nei panni di quella sagoma ormai iconica senza tratti distintivi né volto (e spesso “personalizzata” con pennarelli e bombolette da qualche burlone), e spostarsi tra di essi, collegandoli tra loro, risolvendo enigmi ambientali, e muovendosi, in 2D, in un mondo tridimensionale che subisce l’impatto dei nostri gesti e azioni.
Se già l’idea vi intriga, ci teniamo a precisare che The Pedestrian è anche dannatamente bello da giocare, con i suoi puzzle che diventano via via più complessi, e che stravolgono un po’ la prospettiva tipica dei due generi che il gioco si propone di toccare. Oltre a dover attivamente muoverci nei livelli, spostando scatole da usare come supporto per raggiungere punti più elevati, azionando leve e interruttori, schivando pericolosi raggi laser o lame rotanti, sfruttando lo slancio offerto da trampolini per schizzare in punti irraggiungibili, dovremo, prima di ogni altra cosa, studiare e creare noi stessi il percorso che, di sezione in sezione, ci porterà alla fine di uno dei macro-livelli in cui è diviso il mondo di gioco.
L’idea dietro The Pedestrian è semplice quanto geniale
Ogni area è infatti scomposta in cartelli e tasselli più piccoli, con punti di connessione tra scale e porte che dovremo noi stessi collegare tra loro, così da poterci spostare tra l’uno e l’altro e raggiungere l’ambita meta finale. La pianificazione è cruciale, in quanto cambiare una connessione, magari dopo un vicolo cieco, ci riporterà all’inizio della sezione, vanificando l’effetto di eventuali chiavi trovate o interruttori sbloccati, ma salvo qualche meccanica appena introdotta ma spiegata non troppo chiaramente, che ha quindi richiesto qualche tentativo di troppo, non si ha mai la sensazione di trovarsi davanti all’ennesima sagra di trial & error in cui ci si viene sommersi da puzzle game mal calibrati.
The Pedestrian, salvo rari casi (come alcune sezioni platform inutilmente toste), non è mai ingiusto, e stimola il giocatore a sperimentare con i livelli, a indovinare il percorso stabilito o, in qualche frangente, persino a cercare una strategia originale per avanzare. Non aspettatevi chissà che tipo di esperienza sandbox o un ampio margine di libertà, limitata all’ordine di completamento di alcuni livelli strutturati ad hub, con varie diramazioni che possono essere affrontate a discrezione del giocatore, ma sempre con la medesima meta finale.
La soddisfazione di giocare al titolo di Skookum Arts risiede altrove, ovvero nella presa di coscienza di aver risolto un puzzle bello articolato, il tutto mentre ci si muove nei deliziosi fondali del gioco, come detto realizzati in 3D e in certi casi influenzati dalle nostre azioni. Riattivare la corrente tramite un fusibile aprirà un cancello che ci sbarra la strada, mentre una volta compreso il codice di avvio della plancia di comando della metropolitana, ci si potrà spostare tra un’area all’altra della città, dal caotico centro al più tranquillo college (ma non per questo avaro di sfide, tutt’altro). Il tutto accompagnati da una splendida musica di accompagnamento, che sottolinea l’avvicinamento alla conclusione di un livello, a dimostrazione dell’enorme cura riposta dal team non solo nel design dei puzzle, ma anche nell’intero comparto artistico, tutto fuorché minimale, nonostante il nostro protagonista non abbia nemmeno naso, né orecchie.
The Pedestrian è una piccola perla, brillante tanto nell’idea di fondo, quanto nel modo in cui stimola il giocatore ad avanzare. È inoltre impreziosito da un comparto artistico riuscitissimo, tra sound design intelligente e l’alternanza di elementi 2D e 3D che ne incorniciano i deliziosi puzzle. Peccato solo per una durata non proprio stellare (siamo sotto le 4 ore) e per qualche meccanica un po’ criptica che richiede qualche tentativo di troppo, così come per sezioni platform a volte esageratamente complicate, senza però mai risultare realmente frustranti. |
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