Dopo 531 giorni di assenza dai nostri schermi, il tanto amato format di Nintendo fatto di annunci e novità è tornato. Sto parlando ovviamente del Nintendo Direct, che fin dai tempi di 3DS e del compianto Satoru Iwata ci regala momenti di hype ma, soprattutto, di aggregazione e confronto. Dopo più di un anno fatto di Nintendo Direct Mini e di comunicazioni un po’ casuali (l’annuncio di un nuovo Paper Mario su twitter resta il punto più alto e basso toccato in questo senso), Nintendo è finalmente tornata. O almeno così sembrava.
Ben 50 minuti di annunci con il solito ritmo incalzante, un format in cui Nintendo è ancora padrona indiscussa. Di eventi digitali nel 2020 ne abbiamo visti tanti del resto, ma nessuno è mai stato in grado di replicare la chiarezza dell’esposizione e i ritmi tenuti da mamma Nintendo. Tanto che alcune delle conferenze del 2020 è meglio dimenticarle completamente, un po’ come un brutto sogno il cui vago ricordo ti tormenta anche da sveglio.
Eppure Nintendo, lo scorso 17 febbraio, ha completamente sbagliato il colpo, cadendo paradossalmente in una trappola che si è creata da sola. Nel 2020 la strategia di Nintendo era piuttosto chiara e semplice, ovvero mitigare alla fonte le aspettative dei fan con annunci improvvisi o con mini direct pre-registrati. Un po’ triste, ma almeno ci si arrendeva al fatto che per colpa del COVID questa sarebbe diventata la nuova normalità, in vista di tempi migliori. Arrivare dopo più di un anno con un Nintendo Direct così opaco e sottotono è invece davvero inspiegabile, e getta qualche ombra su un 2021 finora davvero privo di guizzi per Switch (e non solo, a ben vedere).
Nei 50 lunghi minuti che ci hanno accompagnato verso la mezzanotte, Nintendo è tornata con annunci tutto sommato prevedibili. Un nuovo lottatore per Super Smash Bros. Ultimate, il consueto aggiornamento di Animal Crossing, un Pass espansione per Hyrule Warriors L’era della Calamità, ma anche una data per il folle ritorno di Suda51 e di No More Heroes 3.
Il supporto costante di Nintendo ai suoi titoli è lodevole e sempre interessante, anche nel rapporto contenuti/prezzo, come nell’espansione di Hyrule Warriors, di per sé un titolo già bello ricco. Se poi dovessi scegliere un motivo per tornare sulla mia isola di Animal Crossing, sicuramente quello di riempirla di oggetti e accessori di Super Mario mi sembra il migliore possibile. A guardare questi primi annunci, uno potrebbe anche (e giustamente) dire: “Oh, buttali via!”, ma ciò che fa davvero storcere il naso è la quantità di spazio occupata da titoli stantii, uguali a sé stessi o semplicemente vecchi.
Impossibile restare entusiasti davanti a una collection di Ninja Gaiden, o ad un Fall Guys che aveva già detto tutto una settimana dopo il lancio. Ma soprattutto non è possibile doversi sorbire la sequela di free to play di Electronic Arts, presentati con un minutaggio davvero eccessivo. Il Nintendo Direct è una vetrina, un gigantesco carosello pubblicitario che serve in fin dei conti a far conoscere prodotti che poi verranno acquistati da noi utenti. Ma serve anche a consolidare l’immagine di Nintendo e della sua console, che nonostante il successo incredibile inizia ad accusare una certa stanchezza, e non necessariamente (né esclusivamente) tecnologica.
Nell’ultimo anno abbiamo visto un output di software che comprendeva tantissimi porting di titoli passati. Lo stesso Super Mario 3D World, pur essendo un capolavoro e offrendo nuovi contenuti, non è un progetto di per sé “nuovo”. Non lo è Miitopia, che riprende la versione 3DS e la riadatta agli standard di Switch, perdendone però tutta l’iconografia legata ai Mii, completamente assente sulla nuova console. Né, tristemente, The Legend of Zelda Skyward Sword HD, uno dei capitoli più amati dal sottoscritto e riproposto con una stravagante pigrizia a prezzo pieno (60€!).
Non voglio apparire come uno di quegli appassionati incontentabili, che chiedono la Luna e piangono se gli offrono una stella
Ben venga il lavoro di adattamento dei controlli di movimento, un po’ meno quello grafico che sembra più vicino a un porting che ad una vera rimasterizzazione. Basti ricordare la versione HD di Twilight Princess, ammodernata sì graficamente ma anche con ottimi interventi di gameplay. Skyward Sword ne aveva bisogno, per snellire alcune sezioni e migliorare un titolo di per sé ricco di grandi idee ma controverso. Un’occasione sprecata se vogliamo, nonostante la mia profonda gioia nel rivedere i colorati pennuti di Oltrenuvola.
Ahimè, tutte riedizioni vendute a prezzo pieno o quasi, secondo gli standard a cui volente o nolente Nintendo ci ha abituati. Non sono le mie aspettative (di per sé molto basse) ad aver reso questo Direct deludente, né quelle di milioni di giocatori. Nintendo si è presentata all’interrogazione con l’argomento della settimana prima, rimpastato con sfacciata pigrizia. Non è sempre stato così: anche nei tempi più bui di Wii U, la compagnia di Kyoto ha sempre dimostrato un grande impegno.
A scanso di equivoci, non sono mancate piacevoli sorprese: Mario Golf sembra delizioso, così come Project Triangle Strategy di Square Enix. Quest’ultimo che sembra ripescare con gusto dai capolavori tattici della compagnia, come Final Fantasy Tactics o Tactics Ogre. Ma anche World’s End Club, nuova avventura dagli autori di Danganronpa e Zero Escape. Qualcosa di buono c’è, e su questo non c’è dubbio. Non voglio apparire come uno di quegli appassionati incontentabili, che chiedono la Luna e piangono se gli offrono una stella. Ma non voglio nemmeno celebrare qualcosa che non c’è, o giustificare in toto alcune scelte.
Il ruolo di bomba di chiusura stavolta è toccato a Splatoon 3, una sorpresa inaspettata ma di cui non se ne sentiva sinceramente la necessità. La serie, figlia di una Nintendo giovane e che sperimenta, è sicuramente l’IP più fresca degli ultimi tempi. Un ritrovato amore per il multiplayer competitivo, ma anche una grande direzione artistica e un gameplay eccezionale e divertente. Stupisce quindi che i fan lo abbiano accolto con un misto di entusiasmo e tiepida sorpresa.
Si parla di nuove aree, di nuove opzioni di personalizzazione, ma il trailer non fa trasparire molto altro. Ci saranno nuove modalità? Il single player avrà una struttura differente? Splatoon 2 sembrava aver già detto tutto, e un seguito in tempi così brevi potrebbe rischiare l’effetto more of the same. Soprattutto, molto sottotono il trailer con cui è stato mostrato: inspiegabile a tratti, così dilazionato e privo di contesto da apparire confuso. Un po’ anticlimatico, ed arriverà nel 2022, come molte delle novità più interessanti di questa diretta. Insomma: uno due domande se le pone.
Nintendo Switch è una grande console che regalerà esperienze eccezionali ancora per lungo tempo, ne sono sicuro. Ma se la strategia di Nintendo è quella di temporeggiare in vista di tempi migliori, questo non è il modo migliore per farlo. Nessuno si aspettava Bayonetta 3, Breath of the Wild 2 o Metroid, ma nemmeno DC Super Heroes Teen Power.
Shinya Takahashi, uno dei pezzi grossi della compagnia, nonché presentatore di questo Direct, ha più volte esordito con un “Che ve ne pare?” durante la diretta. Una domanda che cela una riposta dal retrogusto amaro. Che ce ne pare? Non il massimo, caro Takahashi. Non il massimo.
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