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Speciale 08 Apr 2021

Outriders, cinque feature che lo differenziano da un GAAS

Non è stato un esordio indolore quello di Outriders, penalizzato e mortificato dal prevedibile assalto ai server dei videogiocatori di tutto il mondo durante il day one, arrembaggio che ha mandato in tilt il sistema, rendendo fondamentalmente ingiocabile la produzione Square-Enix durante i suoi primi giorni di vita.

In attesa che la situazione si stabilizzi definitivamente, nonostante qualche piccolo problema di gioventù permanga ancora, in attesa della nostra recensione, che ha subito un ovvio slittamento, ci sembrava comunque il caso di commentare, sottolineare ed analizzare alcune feature del gioco, caratteristiche che, a ben vedere, rendono il gioco di Square-Enix quanto di più lontano dal concetto canonico di GAAS, definizione invero appioppatagli più dall’utenza, che dagli sviluppatori stessi che, anzi, hanno spesso rifiutato l’inclusione della loro creatura a questo genere.

In effetti, ci sono bastate poche battaglie per renderci conto di quanto Outriders sia intrinsecamente e nettamente differente da Destiny o da The Division, titoli che come la produzione Square-Enix fanno del multiplayer co-op la loro ragione d’essere, ma che non puntano su fattori invece portanti di questo interessante, per quanto non perfetto, sparatutto in terza persona con elementi ruolistici.

Ecco dunque elencate cinque feature che distanziano Outriders da qualsiasi altro GAAS.

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1 La centralità della trama

Non che titoli come The Division o lo stesso Destiny siano sprovvisti di un comparto narrativo di tutto rispetto (soprattutto la produzione Bungie vanta una lore estremamente suggestiva e dalle dimensioni titaniche). Eppure, nei giochi sopracitati, la sensazione che si ha costantemente è che la trama sia poco più che un mero pretesto per inscenare e giustificare innumerevoli battaglie, il cui unico scopo, in fondo, è quello di raccogliere nuovo e sempre più potente loot.

Con Outriders le cose sono ben diverse. Tanto per cominciare non ci si sente mai un guerriero qualsiasi, uno tra i molti che, pur distinguendosi su tutti, combatte una guerra ben più grande delle proprie, solitarie, gesta.

Il vostro personaggio è al centro di un intreccio ben definito, che si snoda attraverso momenti topici chiari, che conducono ad una conclusione univoca e (quasi) definitiva. Con i propri amici è possibile riavvolgere le lancette del tempo in qualsiasi istante, andando a completare nuovamente missioni già affrontate in precedenza, ma non si perde mai traccia dei propri progressi, né ci si scopre in balia di una lore a tratti imperscrutabile e confusionaria.

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2 Difficoltà scalabile

Outriders propone un buon livello di sfida, un livello di sfida a tratti semplicemente folle, ma resta in ogni caso un’esperienza alla portata di tutti, nel vero e autentico senso della parola. I Mondi, selezionabili in qualsiasi momento dal menù apposito, non sono altro che diversi gradi di difficoltà del gioco. Più è alto, maggiori sono le ricompense ottenibili, ovviamente, ma anche i meno abili con il pad, i peggio equipaggiati, chi è semplicemente in cerca di un passatempo senza troppe pretese, potrà selezionare il Mondo più basso e godersi la carneficina, e la trama, senza alcun grattacapo.

Tutto il contrario di altri GAAS, dove, pur essendoci livelli di forza minimi per partecipare a determinate sfide, non è possibile in nessun caso diminuire l’aggressività degli avversari.

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3 Gestione dell’inventario

Outriders punta molto sulla costruzione e potenziamento di mod ed equipaggiamento. Con un minimo di fortuna e tantissima astuzia, è possibile dare forma ad una build che si modelli perfettamente non solo al proprio stile di gioco, ma anche alla classe del personaggio scelta all’inizio dell’avventura.

Tuttavia, molto meno che in altri GAAS, Destiny su tutti, per dare forma e vita ad un personaggio all’altezza di ogni situazione bisogna affidarsi quantomai al continuo e spesso repentino ricambio di armi e armature varie, ad appannaggio di item semplicemente più potenti ed efficienti.

La differenza, in questo senso, è certamente minima, apprezzabile solo da una ristretta cerchia di videogiocatori, più attenta ai dettagli, ma soprattutto nelle fasi avanzate dell’avventura diventa evidente che, pur potenziando il più possibile la propria arma preferita, prima o poi la si deve abbandonare per forza, se si vuole continuare a sgominare le orde nemiche.

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4 Ripetere aiuta, ma non è fondamentale

Caratteristica comune di ogni GAAS riguarda l’importanza fondamentale rivestita dal ripetere, ancora e ancora, sempre le stesse missioni. Sia per potenziare il proprio personaggio, sia per sperare di ottenere loot più potente, sia per recuperare proprio quell’oggetto lì, che insieme a quegli altri là, servirà per ottenere questa roba qui.

Con Outriders non esiste nulla di tutto ciò. L’importanza rivestita dalla trama, che a tratti sovrasta la stessa struttura ludica, unita alla scalabilità del livello di difficoltà, rende assolutamente inutile, di per sé, tornare sui propri passi. Come anticipato, recuperare risorse o ottenere particolari oggetti non è fondamentale per dare forma ad una build che vi permetta di avanzare nell’avventura, ulteriore fattore che allieterà chi non apprezza la cronica ripetitività di Destiny.

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5 Va bene in compagnia, va bene da soli

Certo, nessuno vi vieta, teoricamente, di sconfiggere completamente da soli il potente Crota, uno dei primissimi nemici di Destiny, ma in quanti ci sono riusciti senza il supporto di affiatati e abili compagni d’armi? Nessuno, esatto.

Con Outriders potrete benissimo cavarvela anche da soli, senza che per questo il multiplayer diventi un accessorio di cui se ne può benissimo fare a meno. La produzione Square-Enix, in questo senso, riesce a miscelare perfettamente i due tipi di esperienza, single player e multy co-op, sempre grazie all’espediente dei Mondi.

Dopo l’ennesimo game over, anche il giocatore solitario può abbattere l’odiato boss scalando la difficoltà. Mentre si potrà nuovamente alzare il livello di sfida, così da ottenere ricompense più ricche, una volta che è stato raggiunto dal suo fidato team.

Pratico e funzionale.

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