09 Giu 2021

Guilty Gear -Strive- – Recensione

Guilty Gear -Strive- non è di certo la prima opera di Arc System Works che si conferma come una vera e propria istituzione del fighting game. Basti pensare a BlazBlue in generale, probabilmente il “picchia-picchia” più tecnico e complicato da padroneggiare, fino ad arrivare all’ultimo meritato successo con Dragon Ball FighterZ: e non è per nulla scontato realizzare un qualcosa di così magnifico partendo da un brand tanto famoso.

Fatto sta tra i fiori all’occhiello di questo talentuoso team di sviluppo si annovera la saga di Guilty Gear, picchiaduro caratterizzato da incontri a 2.5D ancora più squisitamente stuzzicanti sul già citato versante tecnico.

Ma con Guilty Gear -Strive-, senza tanti giri di parole, ci siamo trovati di fronte al miglior capitolo del franchise, un picchiaduro capace di conquistare i nostri cuori e far dolorare per ore e ore le mani da provetti combattenti.

C’è stata un’evoluzione coraggiosa del brand, che rimane tecnico per i giocatori più abili ed estremamente accessibile per coloro che vogliono addentrarsi per la prima volta nel mondo del picchiaduro.

Strano solamente a pensarlo, ma Guilty Gear -Strive- è come un gustoso pacchetto di patatine: quando ne assaggi una vuoi mangiarle tutte. D’altronde le sensazioni furono più che positive in fase di beta, momento in cui gli sviluppatori hanno raccolto tutti i feedback necessari dai giocatori per consegnarci un prodotto davvero all’altezza delle aspettative.

L’aspetto che più ci è piaciuto, come vi abbiamo già anticipato, è la completa accessibilità per i giocatori occasionali: nelle scorse iterazioni (compreso il meraviglioso Guilty Gear Xrd Rev. 2) un qualunque “comune mortale” si sentiva inerme dinnanzi a una modalità arcade che non lasciava scampo fin dal livello normale.

Questa caratteristica rendeva il titolo fruibile solo ai professionisti tramutandosi inevitabilmente in un picchiaduro molto di nicchia. Farlo diventare più accessibile di certo non annulla quanto di buono è stato fatto negli scorsi capitoli: l’uso del Roman Cancel (con cui si annulla il tempo di recupero di una tecnica), effettuare parate perfette e utilizzare il Dust Attack (una speciale contromossa capace di colpire gli avversari che tendono a parare da accovacciati).

Guilty Gear -Strive- è il miglior capitolo del franchise

Rispetto a Dragon Ball FighterZ è stata rimossa la possibilità di eseguire combo automatiche, che a dirci la verità non ci ha mai entusiasmato. Il picchiaduro è fatto di tecnica, improvvisazione e reattività sopra ogni immaginazione. D’altro canto realizzare anche una catena convincente non sarà così complicato e molto facilmente ci si sentirà a proprio agio con il personaggio scelto, soprattutto se lo stesso ha più di 4 stelle nella “facilità d’uso”.

Una modalità single player che abbiamo apprezzato è il dettagliatissimo tutorial (chiamata missione) che mette a proprio agio qualsiasi tipo di giocatore con spiegazioni dettagliate sulle funzionalità del combat system ed esempi da replicare. Quest’ultima si suddivide in 4 livelli di difficoltà, e chiaramente quelli più elevati daranno del filo da torcere ai più novizi: ma niente che non si possa risolvere con un sano impegno.

Introdurre “un libretto di istruzioni” così interattivo è stata una mossa vincente e utilissima se si vogliono raggiungere risultati eclatanti. Non pensiamo neanche lontanamente, data la natura così accessibile, che Guilty Gear -Strive- sia un Beat ‘em up a incontri in cui basti schiacciare qualche pulsante per buttare al tappeto l’avversario. Occorre testa, un po’ di esperienza e soprattutto sfruttare per bene i punti deboli del proprio avversario.

La CPU già dalla difficoltà normale metterà a segno qualche combo niente male, e nella modalità Arcade quando vi troverete dinnanzi all’ultima battaglia contro Nagorbiyuki vorreste lanciare (a volte) il controller fuori dalla finestra per l’incredibile danno che vi arrecherà. La nota positiva, che sia CPU o avversario reale, è che non potremo mai accusare lunghe juggle dai nostri avversari poiché l’offensiva non è mai massiccia come in altri fighting game.

Da non sottovalutare neanche per una frazione di secondo è il Roman Cancel, delle particolari manovre che permettono di ottenere svariati vantaggi prima di scagliare la prossima mossa. Spingendo il rispettivo tasto sul nostro controller (meglio programmarne uno specifico) potremo usufruire di 4 distinti effetti in base all’azione in essere. Per farvi un esempio, sarà possibile rallentare l’avversario prima che ci colpisca e continuare la combo in tutta scioltezza, oppure attivarla mentre bloccheremo un attacco per rallentare il tempo e uscire da una situazione complessa.

In ogni momento non correremo comunque il rischio di trovarci all’angolo chiusi dalla morsa dell’attacco. Grazie al Wall Break quando subiremo un numero prestabilito di colpi ci ritroveremo catapultati in un’altra area dell’arena, pronti a prendere un po’ di respiro e provare un’efficace controffensiva. Tutte queste piccole (ma grandi) caratteristiche rendono il titolo onesto nei confronti di tutti.

Il primo grande picchiaduro della nuova generazione

È chiaro come Guilty Gear -Strive- sia dunque “facile da apprendere ma complesso da padroneggiare”, una descrizione perfetta fornita dagli sviluppatori. E in questa frase non c’è nulla di sbagliato poiché per diventare dei veri e propri professionisti si dovrà sudare parecchio, farsi indolenzire i polsi sull’arcade stick o i polpastrelli su qualsiasi controller classico: ma questo gli esperti lo sanno bene.

Dal punto di vista del roster potremo utilizzare 15 personaggi, ognuno caratterizzato dalla facilità d’uso e dal tipo di approccio in battaglia (velocità, tiratore, grappler ecc.). Avendoli provati tutti, anche a difficoltà più elevate, possiamo affermare che sono tutti ben bilanciati.

Prima di parlarvi del comparto online, volevamo spendere giusto due paroline per la modalità storia. Si tratta della storia nel vero senso del termine, quindi dimenticate eventi intervallati da battaglie come avveniva in Mortal Kombat 11: qui ci godremo la storia suddivisa in formato episodico e realizzata con lo stesso motore di gioco (si potrà anche salvare in qualsiasi momento). E stranamente il risultato è convincente, evitando anche alcune contraddizioni derivanti da una scelta di gameplay.

Si tratta di una vera e propria novità, che permette ai giocatori di godersi l’intera lore di Guilty Gear che può essere approfondita con la sezione “Mondo di GG”, una sorta di enorme glossario che riassume gli eventi e le relazioni dei personaggi del mondo di gioco: dopotutto Arc System voleva avvicinare nuove leve al brand.

Nonostante tutte le “semplificazioni”, Guilty Gear -Strive- resta pur sempre un picchiaduro competitivo. E la vera competizione la si vive online, sfidando in scontri all’ultimo sangue giocatori di tutto il globo. Per realizzare coerentemente tutto questo occorre sposare una filosofia importante: il netcode rollback (un algoritmo “predittivo” che va a limare il fastidiosissimo lag da connessione). Tutte le partite disputate sono filate lisce come l’olio (ovviamente possedere la fibra aiuta soprattutto in termini di delay). In altri termini non abbiamo riscontrato problemi di connessione, nemmeno con avversari oltreoceano.

Nonostante tutte le “semplificazioni”, Guilty Gear -Strive- resta pur sempre un picchiaduro competitivo

Continuano a non piacerci le lobby in 8 bit che appaiono troppo confusionarie e poco adatte a gestire il grande flusso di giocatori, anche se ora si può giocare nelle lobby del giocatore con diversi tipi di settaggi. Per quanto riguarda le classificate saremo trasportati su un piano in base alle nostre peculiari abilità, in cui si potrà salire accumulando vittorie.

Artisticamente e graficamente è strabiliante: un anime interattivo capace di far letteralmente scintille su PlayStation 5 (ma anche su PS4). Non parliamo poi della musica in game, hard rock e metal, che permette al giocatore di gasarsi e immedesimarsi maggiormente in tutti gli scontri.

Conclusioni

Il futuro di Arc System Works non potrebbe essere più roseo: Guilty Gear -Strive- è un picchiaduro che si mostra in forma smagliante, con un combat system semplice ma al tempo stesso molto stratificato. Il tempo che abbiamo dedicato al titolo è volato velocemente e non ricordavamo da tempo quel desiderio di ripartire da zero con un nuovo arcade o sfidare un altro combattente online.

Non è scontato realizzare un beat ‘em up a incontri adatto a tutti, essendo la saga di per sé sempre stata sconsigliata per i semplici picchiatori occasionali. Qui ci si diverte e parecchio, si impara, e tra un calcio ben assestato e una combo mal incassata il tempo volerà senza accorgersene. I giocatori più competitivi potranno affinare le proprie tecniche e dare il meglio online grazie a un ottimo netcode: la cosa importante è rialzarsi dopo ogni battaglia.

Siamo sicuri che questa strada sia quella giusta da percorrere per il futuro dei fighting game e possiamo dirlo senza riserve: tra le mani abbiamo il primo grande picchiaduro della nuova generazione.

Guilty Gear -Strike- è disponibile da GameStopZing.

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