Nell’ultimo anno, il mercato dei videogiochi ha visto diversi cambiamenti. L’alba della nuova generazione ha portato con sé un forte scossone da parte di Microsoft, con l’acquisto di Bethesda/Zenimax e, di recente, di Activision Blizzard. Scossoni così grandi non ce ne sono mai stati prima d’ora, ma è anche vero che la percezione da appassionato di videogiochi può tradire. Microsoft non è l’unica ad aver mostrato mire espansionistiche, con diversi colossi dell’intrattenimento che negli ultimi anni hanno, nemmeno tanto timidamente, fagocitato piccole o grandi realtà al loro interno. Take Two ha acquisito Zynga per 12 miliardi, affermando ulteriormente la propria posizione sul mercato e aprendosi prepotentemente al settore mobile.
Tencent, colosso cinese, è letteralmente ovunque, con azioni e finanziamenti che danno capitale a molteplici realtà e studi di sviluppo internazionali. Nonostante questo, a far più rumore è stata Microsoft, che con il suo avanzare ha acquisito due publisher di estrema rilevanza nel mercato moderno. Nonostante l’importanza storica dell’evento in sé, è chiaro che nella bolla degli appassionati di videogiochi, il primo pensiero andrà a The Elder Scrolls VI, piuttosto che a Call of Duty o Diablo, e di certo non al Candy Crush di King, facente anch’essa parte del lotto.
Si torna sempre ai giochi, alla fine. Ma mai come questa volta, non è proprio questo il punto. Il nostro Icilio lo ha spiegato bene nel suo articolo, definendo l’operato di Microsoft uno scacco a Take Two e Tencent, e non a Sony, storica diretta concorrente del mercato console. Ed è verissimo, tanto che è un discorso che estesi a suo tempo anche al progetto Xbox Cloud di Microsoft, definendolo una mossa contro il fantomatico (e ad ora irrealizzato) Amazon Luna.
Dopo tante chiacchiere e un po’ di console war spicciola, è stato lo stesso Phil Spencer a spiegare il punto di vista del colosso di Redmond: “Nintendo non farà nulla che danneggi i videogiochi a lungo termine perché questo è il loro business. Lo stesso per Sony e mi fido di loro. Ma Google, Amazon e Meta hanno una storia diversa con i videogiochi”.
Il timore che colossi delle comunicazioni come Google, Amazon e Meta possano interferire con l’industria dei videogiochi è reale, ed è qualcosa che abbiamo visto evolversi nel tempo. Diversi team sono stati acquisiti da queste tre aziende, con risultati spesso altalenanti e con una visione generale piuttosto diversa da ciò che potremmo definire “gaming tradizionale”. Basta vedere quanto fatto da Facebook con Oculus, divenuto parte integrante della piattaforma e cavallo di troia per offrire al pubblico una propria versione del “Metaverso“.
Microsoft guarda lontano, ben oltre il semplice potenziamento del suo Game Pass, così tanto che è davvero difficile immaginare il mercato nei prossimi 10 anni. Come si sposteranno gli equilibri, e quanto il rischio di un monopolio si concretizzerà sempre di più. Si tratta però di una visione ben specifica, che non appartiene solo a Microsoft: in un mercato dai costi sempre più elevati come quello dei videogiochi, acquisire aziende con esperienza e un know how specifico è, spesso, l’unica soluzione per sopravvivere o fare breccia in specifici mercati.
Con King e Activision Blizzard non si acquisiscono solo giochi o studi leggendari, ma anche la possibilità di inserirsi nel mercato mobile, e in quello online e legato ad una visione del Metaverso differente. Così è per Microsoft, e così è per Take Two. Lo è anche per Sony, che con l’acquisizione di Bungie ha lasciato tutti a bocca aperta, ma anche confusi. Una risposta a Microsoft? Decisamente no, ancora una volta.
Sony non ha solo acquisito Destiny e le future IP di Bungie, ma la sua esperienza con i giochi servizio. Nella strategia di Sony, ci sono 10 “giochi servizio” che usciranno entro il 2026. Una dichiarazione d’intenti molto forte, che si sposa alla perfezione con l’acquisizione di Bungie. Un team con una grande esperienza, che viene tolto dal mercato e dalle mire espansionistiche di altri colossi.
Un colpo strategico, che vedrà Sony sempre più in crescita nei servizi online, forte anche della sua apertura al proficuo mercato PC. Curiosamente, anche piuttosto importante nella strategia di Sony di portare i suoi videogiochi su altri lidi, come quello della serialità televisiva o del cinema. Uncharted, la serie di The Last of Us e, potenzialmente, un universo cinematografico basato sulle incredibili storie di Destiny.
Ancora una volta, si apre il portafogli per comprare l’esperienza e i mezzi, sempre più importanti in un mercato dai costi e rischi elevatissimi. Ognuno dei giocatori in gara muove le pedine per espandere la propria visione, mai realmente parallela ad altri, nonostante gli obbiettivi siano spesso gli stessi. Tra cui, è bene ricordarlo, quello di aumentare i guadagni oltre che la propria posizione sul mercato.
Non spendi di certo miliardi per beneficenza, no (vero Microsoft e Sony)? E non saranno le uniche acquisizioni ad arrivare alle nostre orecchie, nei prossimi anni, questo è certo.
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