26 Apr 2022

Lost Judgement, Il Dossier di Kaito – Recensione

Sono passati diversi mesi dall’ultimo caso dell’agenzia Yagami, che abbiamo vissuto e amato in Lost Judgement. Una bellissima esperienza crime, che sulla base di Yakuza costruiva qualcosa di diverso, pur con un sapore simile. Oggi invece siamo in compagnia di Kaito, personaggio secondario e vera e propria spalla, che trova in questo DLC standalone (o incluso nel Season Pass) le luci della ribalta.

Una nuova storia, raccontata nell’arco di quattro capitoli, che lo vede come assoluto protagonista. Il buon Yagami è impegnato altrove, a ficcanasare con un divorzio e un padre in fuga. Una bella gatta da pelare, tanto da far sentire il burbero omaccione Kaito un po’ solo. I guai non vengono mai da soli, e da un drink si passa ad un nuovo, interessante caso.

Nell’arco dei suoi quattro capitoli, il Dossier di Kaito dona al personaggio di Masaharu uno spessore tutto nuovo. Ne arricchisce il suo passato, alla ricerca di una donna che ha fatto parte della sua vita qualche anno prima, Mikiko. Un caso bizzarro e angoscioso, che lo vede riesumare il suo passato nella Yakuza per trovare qualcuno che potrebbe addirittura non esistere. Già Lost Judgement ci raccontava, con grande cura e stile, una storia che scavava nel quotidiano della società giapponese e nelle sue zone d’ombra. Un racconto moderno e politico, che riusciva ad intrattenere e a far riflettere con grande personalità e carisma.

Il dossier di Kaito non tradisce questa tendenza, con un racconto che seppur breve, tocca temi sensibili e contemporanei alla nostra società, non solo giapponese. Si parla di suicidio, abusi familiari e tanto altro, senza rinunciare alla maschera dissacrante e caricaturale che contraddistingue il microcosmo di Kamurocho.

Il DLC è infatti ambientato tutto in quest’ultimo distretto di Tokyo, che non offre nulla di diverso rispetto al passato. Anzi, le attività secondarie sono molto limitate, con un contenuto che si prefigge il compito di raccontare “semplicemente” il personaggio di Kaito.

Quest’ultimo, a livello di gameplay, non si discosta molto da Yagami, con delle sezioni di inseguimento, investigazione e stealth a dare il ritmo alle diverse vicende che caratterizzano ogni capitolo. Ci sono anche gli scontri a colpi di pugni e biciclette, certo, con qualche elemento ludico in più a differenziare lo stile, rispetto a Lost Judgement. Del resto, Kaito è un personaggio fisicamente importante, con uno stile e delle meccaniche tutte legate alla resistenza e al contrattacco. Kaito è un personaggio pesante, ma se avete già tirato botte in quel di Kamurocho in passato, vi ritroverete a casa.

Nonostante l’introduzione dei Sensi Primitivi, anche le investigazioni sono piuttosto familiari. Kaito può analizzare gli odori e i suoni delle ambientazioni per carpire dei dettagli utili, ma a livello pratico questo non cambia la natura lineare e guidata delle investigazioni. Anzi, le rende ancora più confusionarie rispetto al passato, visto che alcuni elementi non sono sempre chiari nello scenario.

Conclusioni

Con il Dossier di Kaito, Lost Judgement si arricchisce di un’importante tassello. Questa parentesi dedicata alla spalla del detective Yagami ha gli stessi pregi dell’esperienza originale, tra cui una narrazione avvincente e matura, ma anche gli stessi difetti. Esasperati qui dalla natura contenuta e secondaria dell’esperienza. Kaito è un po’ una versione discount di Kiryu , con una natura investigativa che cozza con l’indole del personaggio.

Il risultato è quasi bizzarro, ma non inficia un’esperienza comunque appagante e avvincente. Certo, la struttura è ripetitiva e non c’è molto altro da fare in quel di Kamurocho oltre la storia, ma una buona narrazione e qualche chicca post finale sono un motivo più che sufficiente per ritornare per le strade del Giappone made in Sega.

Potete recuperare una copia di Lost Judgment sullo shop online di GameStop!

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