Durante la presentazione dell’Unreal Engine 5 di Epic Games, il team di Square Enix ha fatto un importante annuncio. Il nuovo Tomb Raider utilizzerà il famoso e avveniristico motore grafico. Un doppio annuncio in realtà, visto che ha confermato lo sviluppo di una nuova avventura di Lara Croft. Da allora i rumor si sono susseguiti nervosamente: qualcuno ha detto che si tratterà di un remake della prima storica avventura, mentre altri sono sicuri di avere di fronte un nuovo capitolo originale. In ogni caso, l’attesa sarà lunga e può essere interessante porsi una domanda, viste le recenti scorribande di Miss Croft. Cosa vorremmo dal prossimo Tomb Raider?
Sono passati quattro anni da Shadow of the Tomb Raider, l’ultimo capitolo della nuova trilogia di Crystal Dynamics dedicata all’amata archeologa. Un nuovo corso piuttosto altalenante, sia in termini di idee di gioco, che narrative. La nuova Lara era più giovane ed inesperta, lontana dalla figura leggendaria dei titoli precedenti. Una donna determinata e forte, ma con un lato emotivo a cui veniva dato ampio spazio, grazie anche ai diversi comprimari che la accompagnavano durante l’avventura.
Ma soprattutto, grazie soprattutto alla figura del padre, un cast che dava un senso e una direzione a tutti i suoi viaggi. Una ricerca incessante sui motivi dietro la morte dell’amato genitore, e sul dovere quasi morale di Lara di finire ciò che lui aveva iniziato. Quello della nuova trilogia è un percorso di crescita e un modo per Crystal Dynamics di plasmare la figura di Lara Croft con dei connotati più emotivi.
Meno supereroina e più donna, ma non per questo priva dell’energia che ha contraddistinto il personaggio nei decenni precedenti. Eppure, è indubbio che questo nuovo corso non sia privo di difetti, offrendo degli action adventure che in alcuni frangenti tiravano troppo la corda, presentando situazioni narrativamente mediocri e cadendo in cliché ormai stantii. La necessità di inseguire il fenomeno Uncharted è percepibile in ognuno dei tre capitoli, ma mentre il brand di Naughty Dog è riuscito ad evolversi con il 4° capitolo, la trilogia di Lara Croft è rimasta tendenzialmente uguale a sé stessa. Ognuno dei tre titoli offriva una quantità di sparatorie elevata, con degli elementi survival piuttosto interessanti ed un’esplorazione di mappe aperte spesso appagante.
Eppure, l’ultimo Shadow of the Tomb Raider era piuttosto dimenticabile, al di là delle fantastiche tombe sparse per l’avventura. Ingegnose, complesse e ricche di puzzle ed esplorazione, le tombe sono da sempre l’elemento più caratteristico di Tomb Raider. Giustamente, del resto la figura di Lara Croft è nata lì, con scenari esplorabili che richiedevano osservazione e acume per essere completati, senza necessariamente maciullare centinaia di soldati o elicotteri tra una mappa e l’altra.
Il ritorno ad un’esperienza più survival era già in parte avvenuto con Shadow of the Tomb Raider, ma l’ombra dei capitoli precedenti ed una narrazione sottotono non fecero spiccare il volo all’avventura, che comunque chiudeva l’arco narrativo della giovane Lara, dandole una rinnovata consapevolezza e maturità. Più o meno, visto che la giovane Lara, anche a causa di certe necessità di gameplay per forza di cose esasperate, è sempre rimasta a cavallo tra la figura di una donna delicata e quella di una stragista, viste le decine e decine di soldati decimati nel viaggio (rievocando, anche per questo, certi paradossi narrativi che rimandano al concetto di dissonanza ludonarrativa). Una trilogia che a livello di tono non ha mai realmente colpito nel segno.
Soprattutto, l’ombra di Lord Croft era ormai archiviata, lasciando presumibilmente al team l’opportunità futura di dare a Lara delle nuove sfide e conflitti emotivi. La stessa Rhianna Pratchett, autrice dei primi due capitoli del reboot, ha dichiarato che spera di vedere Lara “lontana e più libera dai problemi legati al padre”. Due genitori ingombranti, che la perseguitano da più di un capitolo e su di cui gli sceneggiatori fanno decisamente troppo affidamento.
Spogliata di questa eredità, la “nuova” Lara di Crystal Dynamics dovrà necessariamente affrontare nuove sfide e conflitti emotivi. Il tutto in un contesto narrativo che le permetta di incarnare davvero la figura femminile mitologica che rappresentava in passato. Dal nuovo Tomb Raider vorremmo la prosecuzione di quel percorso, al netto degli alti e bassi che lo hanno caratterizzato. Magari raccontando una Lara più matura e adulta, in un contesto più legato alla realtà e meno al sovrannaturale. Un’esperienza più viscerale, survival e intensa, che riprenda alcune delle idee viste in Tomb Raider Ascension, progetto scartato prima del reboot del 2013. Ascension sarebbe stato un Tomb Raider più survival, con delle forti tinte horror e ispirato a capolavori come ICO e Shadow of the Colossus.
Nel video rilasciato da Square Enix, Tomb Raider Ascension si mostrava come un’esperienza meno lineare e scriptata del recente reboot, enfatizzando l’esplorazione libera di vaste mappe e la ricerca di rovine ed elementi di interesse. Certo, la componente horror e sovrannaturale è forse un po’ eccessiva, ma l’idea di avere un Tomb Raider più survival ed esplorativo è davvero interessante. Questo perché una Lara più matura potrebbe sposarsi meglio con un viaggio più intimo, con delle sfide (anche emotive) differenti dal passato.
Con la serie di Uncharted non più in vista come un tempo, Crystal Dynamics ha l’occasione di creare un Tomb Raider più originale e coraggioso. Uno che possa assorbire il meglio dagli ultimi anni videoludici e dai titoli che li hanno caratterizzati. Come ha fatto Respawn Entertainment con Star Wars: Jedi Fallen Order, che unisce diverse idee per creare un action adventure appagante nell’universo di Star Wars.
L’auspicio è che il nuovo Tomb Raider possa stupire, non solo grazie ai prodigi tecnologici dell’Unreal Engine 5. Voi, piuttosto, cosa ne pensate? Avete desideri o aspettative per questo nuovo capitolo?
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