Quello tentato con Saints Row è un reboot particolarmente rischioso, per quanto dovuto, necessario, fondamentalmente imprescindibile. Alzare ulteriormente l’asticella del bizzarro e del trash, dopo aver impersonato il Presidente degli Stati Uniti d’America, coinvolti in uno scontro con una civiltà extraterrestre poco pacifica, del resto, è semplicemente impossibile. Raggiunti certi livelli, insomma, non puoi far altro che tirare una riga e ricominciare da capo, eventualmente con uno spirito, un piglio, un mood diverso, inedito, originale.
Ed è proprio in questa eventualità che si insinua il pericolo che sembra stia correndo Saints Row, titolo destinato a debuttare il prossimo 23 agosto su PC e su console di vecchia e attuale generazione.
Dopo avervi parlato abbondantemente della personalizzazione di avatar, armi, mezzi e molto altro in un articolo dedicato, pubblicato qualche settimana fa, siamo stati spettatori di un’altra presentazione esclusiva della produzione Deep Silver, questa volta molto più incentrata sul gameplay vero e proprio.
L’art design strizza in qualche modo l’occhio a Rage 2. Non c’è traccia dell’apocalisse che ha sconvolto il pianeta terra del titolo di Avalanche Studios, beninteso, ma l’accostamento tra distese desertiche e accesissimi colori al neon, delle insegne, dei veicoli e degli stessi abiti degli avatar, è estremamente simile.
Da quel poco che abbiamo visto, Santo Ileso è una regione che accosta efficacemente un habitat naturale afoso e soffocante, con lussuose ed opulenti città che hanno ben poco da invidiare, in tutti i sensi, alla peccaminosa Las Vegas.
Nonostante sia già ravvisabile l’arcinota rigidità plastica dei personaggi che abitano questo mondo virtuale, ormai marchio di fabbrica del brand, da guardare Saints Row sembra piuttosto piacevole, anche per merito di un frame rate solido, tutto da comprovare beninteso, e di effetti speciali che si sprigionano copiosamente ad ogni esplosione.
Poche novità, ma tanta sostanza
Del resto, l’open world di Volition anche in questo reboot, si configura come una sorta di GTA sotto steroidi, dove sparatorie ed inseguimenti, già piuttosto sopra le righe nella serie Rockstar, vengono ulteriormente portati all’eccesso, perdendo qualsiasi aderenza al reale da qualsiasi punto di vista li si guardi.
Nulla di veramente nuovo sul fronte del concept, insomma, ed ecco qual è, al momento ed apparentemente, il più grosso problema di Saints Row: l’estrema e quasi opprimente sensazione di già visto.
Certo, vestire in modo stravagante il proprio personaggio regala soddisfazioni. Equipaggiarsi di un bazooka che ha le fattezze di una custodia per violini regala un ghigno ironico. Lanciarsi dal tetto di un’auto in corsa, per planare tra i palazzi grazie alla tuta alare in dotazione, ha il suo fascino. Vomitare chili di piombo sulla gang rivale ed esibirsi in spettacolari finisher corpo a corpo galvanizzerà gli amanti dell’azione. Eppure, durante la presentazione, abbiamo avuto la costante sensazione di essere spettatori di qualcosa che di cui ci eravamo già resi protagonisti anni addietro.
Non è forzatamente un male, chi era in crisi d’astinenza dall’ultimo Just Cause o dalla stessa saga di Deep Silver, avrà presto pane per i suoi denti, ma almeno per il momento questo reboot sembra aver coinvolto solo ed esclusivamente l’aspetto narrativo.
Non vogliamo minimamente offrire un giudizio definitivo, né tantomeno negativo, sull’effettiva assenza di novità degne di questo nome, ma quanto mostrato nella presentazione a porte chiuse ha sottolineato, più che altro, l’assoluta fedeltà alla formula e al rodato gameplay di questo capitolo.
Come detto, quanto visto sembra comunque funzionare alla grande. Sopratutto gunplay e scontri a mani nude godono di un ottimo grado di fisicità e, pur da passivi spettatori, infondono la giusta dose di adrenalina. Anche il senso di velocità dei veicoli è adeguato. Svolazzare tra le strade della città sembra davvero divertente ed appagante.
Saints Row, insomma, non sembra voler rivoluzionare, stravolgere, andare contro corrente. Salvo sorprese dell’ultimo minuto, si tratterà di spostarsi di punto della mappa in punto, a caccia di nuove missioni, progredendo in una trama che, anche questa volta, non farà nulla per evitare gli eccessi e le situazioni più paradossali.
Questo reboot, in definitiva, sembra configurarsi come un piacevole more of the same. Poche novità, ma tanta sostanza, sopratutto in termini di personalizzazione. E poi, chissà che gli sviluppatori non abbiano volutamente celato qualche intrigante sorpresa.
Non manca moltissimo al 23 agosto, giorno in cui finalmente potremo mettere le mani su Saints Row. Noi non vediamo l’ora di scatenare il caos per Santo Ileso, nonostante il rischio di avere a che fare con qualcosa che sa di già visto.
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