Nel lungo hands-on che ci è stato concesso di Scars Above ci siamo fatti un’idea abbastanza precisa di quali possano essere state le fonti d’ispirazione di questo sparatutto in terza persona. Sul fronte videogame, i lontani parenti del titolo di Mad Head Games sono senza alcun’ombra di dubbio Mass Effect e Returnal, mentre guardando al cinema è inevitabile non riconoscere qualche richiamo a Oblivion, pellicola con protagonista Tom Cruise, liquidata non senza frettolosità da una certa parte di critica e pubblico.
Un’astronave aliena geostazionaria comparsa dal nulla, tecnologia misteriosa e distopica, fucili avveniristici, questi sono i principali ingredienti con cui questo titolo vuole fare breccia nel cuore degli amanti di fantascienza, fortunato gruppo di appassionati molto coccolati ultimamente tra uno Scorn, un The Callisto Protocol (se ancora non l’avete comprato, ecco un pratico link) e l’ormai prossimo remake del primo Dead Space pronto a rincarare la dose (e già prenotabile sullo shop online di GameStop). Tra tanti concorrenti che si combattono il portafogli di chi, almeno con il pad tra le mani, aspira al firmamento, ci sarà spazio anche per Scars Above?
Dopo diverse ore in compagnia di Kate Ward, scienziata suo malgrado proiettata in un mondo ostile e sconosciuto, la risposta, momentanea e parziale, è assolutamente affermativa, a patto di essere consapevoli di cosa voglia e possa offrire questa produzione. Sì, perché innegabilmente ci troviamo di fronte ad un gioco che, salvo grosse sorprese dell’ultimo minuto, non ha alcuna intenzione di rivoluzionare il genere d’appartenenza, né ha gli strumenti o i valori produttivi per tracciare chissà quali nuovi standard qualitativi.
Per qualcuno ciò suonerà come una preventiva bocciatura, ma nulla di più sbagliato, visto che il videogiocatore accorto e smaliziato sa quante gioie possano elargire giochi certamente più modesti, ma non per questo privi del quid che solo un certo tipo di esperienze possiedono.
Scars Above, per fare un esempio, si presenta con una trama, almeno nelle premesse, piuttosto scontata. Un oggetto non identificato si materializza a ridosso del nostro pianeta, un gruppo di ricercatori viene inviato per indagare e, inspiegabilmente, finiscono sulla superficie di un mondo pieno zeppo di creature tutt’altro che amichevoli. Niente di nuovo, certo, eppure, c’è qualcosa nello stile narrativo che intriga, che instilla nel videogiocatore il desiderio di venire a capo di un mistero che, per molti versi, ricorda quello del già citato, e apprezzatissimo, Returnal (e se ve lo siete perso, potete acquistarlo da GameStop).
La stessa cosa può dirsi per il comparto grafico. Il colpo d’occhio, almeno su PC e con tutti i parametri settati al massimo, è convincente, quando non semplicemente suggestivo. Gli artisti di Mad Head Games si sono certamente ispirati a film come Prometheus nella creazione di certi scenari, ambientazioni letteralmente immerse in una palude miasmatica e monocroma, i cui pochi manufatti tecnologici che è possibile reperire qui e lì si ergono ora con prepotenza, ora con più delicatezza, quando anch’essi ormai inglobati da una vegetazione che sopraffà tutto ciò che incontra lungo il suo cammino.
Le stesse creature fameliche che affronterà la coraggiosissima Kate sono al tempo stesso derivative, eppur ugualmente affascinanti. Ragni troppo cresciuti, giganteschi gorilla corazzati, strani anfibi alti un paio di metri, un bestiario assolutamente familiare per gli amanti della fantascienza a sfondo horror, eppure si resta comunque affascinati ed inorriditi ad ogni loro comparsa sullo schermo.
L’esplorazione è garantita e stimolata da un level design elementare, ma non scontato.
Anche il gameplay restituisce una vaga sensazione di déjà-vu, una familiarità, che avvolge praticamente ogni ambito, che tuttavia non annoia, ma che semmai fa sentire in qualche modo a casa, in un ambiente protetto e noto che rende lievemmente meno frustranti i frequenti game over in cui si incappa sulle prime.
Come già detto, Scars Above è uno sparatutto in terza persona dal gunplay simile a Returnal. Non ci sono coperture, lo scontro è sempre diretto, incalzante, ben ritmato. Kate può esibirsi in un’efficace schivata e può eliminare i nemici sia a distanza ravvicinata, con una lama al plasma utile solo con le creature più deboli, sia potendo contare su un buon numero di bocche di fuoco, ognuna legata ad un preciso allineamento elementale. Nulla a che vedere con trucchetti magici e affini, beninteso. Il primo dei due fucili che abbiamo imbracciato nel corso dell’hands-on rilasciava proiettili elettrificati, efficaci contro certi nemici soprattutto quando immersi in qualche liquido. L’altro invece poteva incendiare alcuni ostacoli e causare danni da ustione ai malcapitati.
Da questo punto di vista, il gameplay di Scars Above sembra puntare moltissimo sull’alterazione degli stati e sull’utilizzo dell’arma più efficace a seconda del nemico che si sta affrontando in quel momento. Nella nostra prova, la feature veniva declinata in maniera molto semplice ed intuitiva, ma non è detto che nel proseguo dell’avventura non ci sarà spazio per qualche sorpresa in questo senso.
Non manca nemmeno uno skill tree in grado di ampliare le potenzialità della protagonista, che, da inesperta scienziata, sembra potrà diventare una guerriera davvero temibile, almeno scorrendo velocemente tra le (non moltissime) abilità disponibili che mirano ad incrementare punti vita, risorse recuperate dai cadaveri dei mostri, velocità di ricarica e così via. Anche da questo punto di vista, insomma, poche sorprese, tanto più che l’accumulo di punti esperienza è legato alla sconfitta di specifici avversari o al ritrovamento di manufatti cubici negli scenari.
L’esplorazione, a questo proposito, è garantita e stimolata da un level design elementare, ma non scontato. Di tanto in tanto il sentiero si biforca, conducendo Kate in zone ricche di risorse extra o scorciatoie che riconducono ai totem che fungono da checkpoint, luoghi in cui sarete puntualmente ricondotti dopo ogni game over, permettendo così il respawn dei nemici, senza per questo essere privati delle risorse fin lì accumulate.
Proprio la presenza di questi totem, unitamente alla scarsa salute della scienziata, almeno in queste fasi inziali, restituiscono un feeling inusuale a Scars Above, che se da una parte ci proietta su uno sconfinato pianeta, piantando idealmente il traguardo da qualche parte all’orizzonte, dall’altra sembra imbrigliare Kate annodandola con un cordone ombelicale fin troppo corto. Basta una piccola distrazione per ritrovarsi con poca vita, un paio di scontri sono più che sufficienti per ridurre drasticamente medikit e munizioni in proprio possesso. Vero è che lo scenario distribuisce risorse con una certa regolarità, ma basta allontanarsi dall’ultimo checkpoint per provare sulla propria pelle un sottile disagio, una pentrante ansia. Ansia perfettamente connaturata con il mood di Scars Above, sia chiaro, ma che in qualche modo mortifica lo slancio esplorativo che invece il level design incentiva.
Scars Above cela ancora moltissimo sotto la scorza che abbiamo appena grattato con questo pur lungo e soddisfacente hands-on. Se cercate originalità e valori produttivi fuori scala, salvo sorprese, Scars Above non farà al caso vostro. Al contrario, se volete godervi un’avventura sci-fi dalle tenui tinte horror, con un gunplay simile a quello di Mass Effect e Returnal, ambientato in un mondo alieno suggestivo che ricorda certi scorci apprezzati in Prometheus e Alien, allora fareste bene a tenere sott’occhio l’intrigante produzione di Prime Matter.
Scars Above debutterà il prossimo 28 febbraio su PC, Xbox e PlayStation 5. Per quella data saremo certamente in grado di dirvi più nello specifico quanto abbia da dare il gioco a tutti gli amanti di fantascienza.
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