The Last of Us serie tv fedele druckmann
News 28 Dic 2022

The Last of Us di HBO sarà la più fedele trasposizione di un videogioco secondo Druckmann

Si fa sempre più vicino l’inizio della prima stagione della serie TV di The Last of Us, che a partire dal 16 gennaio porterà tutti gli spettatori di Sky nel terrificante mondo del videogioco creato da Neil Druckmann, recentemente riportato al centro della scena dal controverso remake del primo capitolo (disponibile da GameStop a questo link).

Se nel corso della storia questo genere di trasposizioni non ha mai goduto di grande fortuna, a questo giro il co-presidente di Naughty Dog è certo delle potenzialità della produzione in termini di fedeltà al materiale originale ed è pronto ad affermare che sarà il migliore e più autentico adattamento da un videogioco.

Non si fatica a crederlo, in particolare considerando il coinvolgimento diretto di Druckmann nella produzione della serie e la competenza mostrata fin dal primissimo trailer, sia nella creazione della giusta atmosfera che nel riproporre determinate scene, spesso sovrapponibili a quanto visto nell’avventura digitale.

Craig Mazin, autore della serie Chernobyl e punto di riferimento di Druckmann in questo progetto, ha voluto comunque sottolineare che nonostante tutto l’obiettivo non è dei più ambiziosi, considerato che l’asticella è piuttosto in basso a causa delle incertezze delle opere che hanno preceduto The Last of Us, facendo riferimento ad Assassin’s Creed.

Il titolo Ubisoft secondo Mazin è infatti caratterizzato da una “storia impenetrabile” e a causa del suo stile di gioco sandbox/oper world non si presta a una narrativa lineare, mentre The Last of Us offre un’esperienza in cui la storia viene prima di tutto ed è quindi più semplice da trasformare in un prodotto da TV o cinema.

Dopo le incertezze vissute con il film di Uncharted, Druckmann e Mazin hanno discusso su aspetti cruciali come la messinscena della morte in uno scenario virtuale piuttosto che in uno cinematografico, e che quello doveva essere il focus dell’esperienza – non certo l’azione: “Joel che schiva i proiettili è l’ultima cosa che ci interessa”.

Joel infatti sarà rappresentato come un vero uomo di mezza età, che faticherà a gestire le ferite subite nel corso della storia. L’esempio da evitare è quello di Tom Cruise, un uomo capace di tutto nonostante l’età, cosa che a Mazin non piace gran che: “Voglio che i miei personaggi di una certà età si comportino come tali”.

Druckmann chiude l’intervista convinto che i fan apprezzeranno la serie, perché in passato altri esperimenti simili non avevano un materiale originale sufficientemente valido e chi ci lavorava sopra spesso non capiva l’opera originale. Ha inoltre aggiunto che il suo prossimo progetto sarà strutturato come uno show televisivo.

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