street fighter 6
30 Mag 2023

Street Fighter 6 – Recensione

Indipendentemente dalla propria affinità con il genere dei picchiaduro, è indubbio che l’uscita di Street Fighter 6 (prenotabile da GameStop con questo link) rappresenti per tutto il mondo videoludico un appuntamento da celebrare. Possiamo chiamare in causa le fatality di Mortal Kombat, i conflitti familiari di Tekken o il rock violento di Guilty Gear, ma se dovessimo scegliere una serie di picchiaduro che si possa definire realmente iconica, andremmo sicuramente a bussare a casa Capcom.

Con l’immortale Street Fighter II, capace di ridefinire (o reinventare, verrebbe da dire) il concetto stesso di picchiaduro a incontri, le avventure di Ryu, Ken e soci sono diventate sinonimo per il genere. E nonostante le innumerevoli re-release e aggiornamenti vari, la cadenza quasi generazionale delle nuove uscite numerate ha fatto sì che ogni titolo portasse con sé l’aura dell’evento imperdibile – che di Street Fighter nuovi mica escono tutti i giorni.

Sviluppato parallelamente alla lunga coda dei contenuti aggiuntivi del capitolo precedente, in particolare a causa di tutti gli slittamenti legati alla pandemia, Street Fighter 6 punta a dare continuità alla serie positiva di Capcom, che negli ultimi anni ha proposto titoli di valore con costanza tale da meritarsi l’appellativo “Cap-God”.

Per ottenere un riscontro positivo sia dal pubblico che dalla critica, il team guidato da Takayuki Nakayama si è imposto come obiettivo quello di evitare di ripetere lo scriteriato inciampo avvenuto con Street Fighter V, presentato al pubblico come esclusiva di grande importanza ma portato poi sugli scaffali privo di personaggi e modalità, quasi fosse la demo di un titolo completo che sarebbe arrivato più in là – e che a volere bene vedere, è quanto successo con la Champion Edition e l’ultimo pass.

Street Fighter 6 Ryu vs Ken
Ryu non sembra contento di vedere Ken…

Il primo approccio è quindi ricco di suoni e colori, andando a cambiare le regole del gioco dal lato sensoriale prima ancora che da quello pratico. Dopo un apparente “congelamento” durato diversi anni, il mondo di Street Fighter è finalmente cambiato e lo si percepisce in ogni suo dettaglio: dall’estetica totalmente rinnovata alla colonna sonora, che riscrive da zero temi e mood per i vari personaggi – a qualcuno mancheranno le melodie classiche, poco ma sicuro.

I grandi talenti delle arti marziali, prima studenti, ora sono diventati maestri e hanno cambiato le loro vite, chi perché ha ormai raggiunto il proprio obiettivo e cerca solo il miglioramento personale, chi dopo aver sconfitto la minaccia che per una vita ha segnato la propria sete di vendetta e via dicendo.

Il mondo di Street Fighter è finalmente cambiato, dall’estetica totalmente rinnovata alla colonna sonora

Il passo è segnato, è tempo di andare oltre e raccontare nuove storie. A incarnare questo moto di rinnovamento ci pensa Luke, il giovane esperto di arti marziali miste che – probabilmente – avrebbe dovuto esordire solo in questo gioco e che invece ci è stato svelato tra gli ultimi contenuti del precedente capitolo.

Giovane e capace, ma al tempo stesso con un lungo cammino di perfezionamento davanti a sé, è il primo volto che ci viene presentato in ogni modalità: che si tratti di fare pratica nelle sfide classiche del Fighting Ground, provare a sfidare il mondo nel Battle Hub o scoprire il proprio cammino nel World Tour, sarà lui a rappresentare il modello di combattente che Capcom ha in mente per il proprio pubblico.

Street Fighter 6 world tour ambientazione
World Tour ogni tanto offre viste niente male

Lasciando da parte per un attimo i super appassionati, già pronti a lanciarsi in entusiasmanti sfide competitive, è facile immaginare che il traino principale per un nuovo arrivato possa ritrovarsi nel World Tour, la prima vera e propria modalità a giocatore singolo per la serie – a meno di non andare a pescare nello spin-off Alpha/Zero, che nel terzo capitolo offriva una altrettanto corposa e omonima esperienza.

In questo story mode di Street Fighter 6 il giocatore assume centralità grazie al suo avatar, caratterizzabile per estetica e genere (anche neutro, con conseguenti pronomi in testo e doppiaggio) e assoluto protagonista di un’avventura che non è assolutamente secondaria nella narrativa del titolo, anzi.

World Tour è la prima vera e propria “modalità a giocatore singolo” per la serie

Sotto la guida di Luke scopriamo le dinamiche di questa sorta di “Ryu Ga Gotoku Lite” (molto lite, non fatevi illusioni), che ci vedrà seguire una storia legata al nostro amico/rivale Bosch in cui tutti i grandi eroi del mondo di Street Fighter rappresentano dei piccoli tasselli, che puntellano nel modo giusto alcuni momenti, lasciando però che siano personaggi originali ed elementi ripresi da grandi classici da sala come Final Fight a dettare la progressione.

Strutturata e lunga quasi come un RPG nipponico tradizionale e condita di inevitabili colpi di scena, World Tour ci vedrà esplorare due grosse macro aree ricche di dialoghi, collezionabili e sfide secondarie (oltre che spassosi minigiochi), lasciando che il resto del mondo si mostri in rigidi diorami costruiti sugli stage delle modalità classiche. Uno svolgimento sicuramente utile alla causa, che però delude per carenza di “fascino” delle ambientazioni più estese, in particolare quella finale. Niente spoiler, sia chiaro, ma non aspettatevi lusso o tecnologia a fare da teatro per buona parte della vostra esperienza.

Street Fighter 6 Dalshim scena
Le cutscene dedicate ai maestri rappresentano un picco del gioco

Ciò che veramente colpisce di questa modalità storia è la cura con cui sono riprodotti i personaggi storici, le cui gesta si intrecceranno alla nostra avventura in modo coerente e sinergico con quelle che poi saranno le storie dei singoli character, che ritroveremo nelle modalità arcade.

Ogni volta che avremo a che fare con uno degli eroi originali verremo accolti da scene animate in tempo reale di qualità elevatissima, in cui il nostro avatar si integra con naturalezza. Abbiamo talento ma siamo apprendisti e abbiamo dei limiti, cosa che viene enfatizzata a ogni occasione, e il tutoring che ci viene offerto – pur essendo di facciata – risulta graziosamente confezionato. E il percorso che porta ad approfondire il legame con i maestri è ricco di chicche per i fan della serie, davvero da non perdere.

Abbiamo la possibilità di comporre un mosaico di nostro gradimento

Si potrà dunque scegliere lo stile preferito, tra quello dei vari maestri incrociati, e utilizzarlo per acquisire esperienza e potenziarlo, imparando nuove mosse e sbloccando nuove interazioni con i propri maestri. La crescita avviene anche per le discipline che non utilizziamo, in modo minore ovviamente, affrontando gli NPC che usano quello specifico stile di lotta.

Nel mentre otteniamo di volta in volta nuove mosse e abbiamo la possibilità di comporre un mosaico di nostro gradimento, con dei limiti di scelta legati alle tipologie di attacchi, e sfruttare i punti che otteniamo per potenziarci in un classico albero delle skill. Completano l’esperienza “RPG” gli equipaggiamenti da potenziare, gli oggetti curativi e quelli che alterano (in positivo e negativo) le stat. C’è da perderci un bel po’ di tempo, non c’è dubbio, anche oltre la conclusione della trama.

Street Fighter 6 skill tree
Lo Skill Tree può essere “respeccato” con le miglia guadagnate in gioco

World Tour a parte, vi avevamo fornito una corposa panoramica di cosa potesse offrire il gioco già in fase di anteprima (potete trovare le nostre impressioni a questo link), grazie alla possibilità offerta da Capcom di visionare tutti i contenuti che sarebbero stati presenti al lancio del 2 giugno. Si tratta di informazioni ancora valide, soprattutto per quel che concerne il Fighting Ground, che vi invitiamo a recuperare in caso non l’aveste fatto.

Il poco tempo a disposizione però non aveva permesso di valutare con adeguata consapevolezza la direzione scelta per questo sesto capitolo, in particolare per quel che concerne meccaniche e funzionalità scelte per adornare il sistema di combattimento costruito sulle ormai storiche basi.

Il sistema Drive va a sovrastare e riscrivere in modo piuttosto deciso il tradizionale modello di combattimento della serie

Quello che appare evidente, qualsiasi sia la modalità affrontata, è come sia stata riposta grande enfasi sul sistema Drive, che va a sovrastare e riscrivere in modo piuttosto deciso il tradizionale modello di combattimento della serie.

Ogni scontro infatti prevede che i combattenti inizino avendo a disposizione una barra di “energia Drive” completa, delineando una specifica economia nell’approccio agli scontri. Ogni azione Drive infatti consuma parte di questo indicatore, così come un approccio difensivo fatto solo di parate. La miglior difesa è l’attacco, sembrerebbe.

Street Fighter 6 Juri Arcade
Juri non è di buonumore in modalità Arcade

Dimentichiamo quanto visto in Street Fighter V, dove l’unicità dei singoli personaggi e la loro capacità di cambiare le carte in tavola con i V-Trigger creava pesanti oscillazioni nell’andamento del match. In questa nuova versione infatti tutto ruota sulla capacità di sfruttare gli elementi comuni a disposizione dei giocatori, integrandoli nel modo più efficiente possibile ai moveset dei personaggi.

Andando a mutuare quanto sviluppato nella serie nel corso delle generazioni, Street Fighter 6 incorpora le parry, introdotte in Street Fighter III, così come un’evoluzione del focus attack e delle mosse EX di Street Fighter IV, inserendo ulteriori meccaniche di contrattacco e di approccio.

Tutto ruota sulla capacità di sfruttare gli elementi comuni a disposizione dei giocatori

Sparisce il chip-damage, che entra in gioco solo quando esauriamo l’indicatore Drive (momento in cui si diventa più vulnerabili anche per tempi di recupero di ogni azione) e si va a dare priorità alla capacità di gestire le proprie risorse Drive eseguendo con saggezza mosse dotate di armatura, intercettando per tempo quelle nemiche.

Concedere troppo spazio o tempo all’avversario può essere deleterio, rendendo indispensabile accorciare le distanze con il Drive Rush (anche mid-combo) o usare al momento opportuno il Drive Reversal per uscire dalle situazioni difficili. Tutte queste meccaniche sono spiegate nel gioco, non preoccupatevi.

Street Fighter 6 meccaniche
Gli elementi di tutorial sono estesi, chiari e facilmente gestibili

Il roster ben si sposa con questi cambiamenti, andando a enfatizzare più che in passato la pericolosità dei personaggi all’apparenza “tutto fumo e niente arrosto”. I colossi hanno ora maggiori opzioni difensive e partono all’attacco con grande convinzione, mentre i più agili possono dirottare il consumo del Drive dalla fase difensiva, dove puntano sull’abilità e la velocità naturali, verso quella offensiva, per massimizzare i danni.

Le nuove facce vanno a introdurre una discreta varietà nelle opzioni di gioco, nello specifico quando introducono le proprie gimmick per aprire a tutta una nuova serie di abilità e mosse. Personaggi come Jamie, Lily e Manon fanno di questo la loro forza, diventando estremamente temibili nel momento in cui viene loro concesso il tempo di preparare una sorta di mini-install.

I nostalgici della serie non avranno di che lamentarsi

I nostalgici della serie non avranno di che lamentarsi, in quanto gli eroi leggendari si ripresentano in una forma smagliate, andando a definire e differenziare in modo sempre più concreto le differenze – ad esempio – tra Ryu e Ken, i due shoto che non solo hanno definito la serie, ma anche dato vita a numerose imitazioni che “La Settimana Enigmistica” levati.

Come dicevamo, però, è tempo di passare il testimone agli eredi: Luke in quest’ottica è davvero ottimo, presentando uno stile di arti marziali miste che unisce semplicità d’uso, efficacia a corto e lungo raggio e un certo grado di imprevedibilità. Senza contare che, al contrario di Street Fighter V, non è più una specie di Braccio di Ferro deforme.

Street Fighter 6 Luke vs Ken
Le strade di New York sono piuttosto pericolose

Una volta preso confidenza con le varie modalità di gioco, gli appassionati si troveranno sicuramente a dedicare tantissimo del loro tempo al Battle Hub, luogo dove si ritrovano i migliori giocatori di tutto il mondo e teatro quindi delle sfide più appassionanti.

In questa sorta di sala giochi da “Metaverso” potremo quindi fronteggiare gli avversari in partite classificate e non, prendendoci il tempo che vogliamo per osservare in ogni dettaglio l’ambiente che ci ospita. La sfida si può lanciare a chiunque grazie al cross-play tra le diverse piattaforme (i giocatori avranno un’icona di riconoscimento) e il supporto al rollback netcode.

La sfida si può lanciare a chiunque grazie al cross-play tra le diverse piattaforme e il supporto al rollback netcode

Rendere l’hub una vera e propria sala giochi è vincente, ed è estremamente simpatico vedere il proprio avatar personalizzato posizionarsi su un cabinato in attesa di uno sfidante – dedicandosi al training fino a quando qualcuno non introduce “la monetina” per avviare la sfida.

Sono interessanti anche gli elementi social, che comprendono emote, possibilità di personalizzare il personaggio con uno shop interno e scattare foto. Si può inoltre seguire gli scontri in corso tra gli altri giocatori (c’è sempre da imparare) o intrattenersi con i classici arcade Capcom, magari quando si aspettano i propri amici.

Street Fighter 6 Final Fight
Volete staccare? Perché non con una partita a Final Fight?

Street Fighter 6 quindi sembra funzionare adeguatamente in ogni suo elemento. Il primo impatto è estremamente positivo, ma come avviene sempre in questi casi sarà la fighting game community a lavorare quotidianamente per portare al limite le potenzialità del gioco ed estrapolarne così il reale valore, portando il team a intervenire nel corso dei prossimi mesi per rendere ancora più equilibrate e appassionanti.

Per quel che concerne invece il fattore “casual”, è evidente come mettendo in fila le tante scelte di design proposte in questo capitolo vada a prendere forma un prodotto che punta a rilanciare il brand verso una nuova via: cambio radicale delle dinamiche di combattimento, roster rinfrescato e sistemi di controllo che consentono a chiunque di entrare in gioco.

Street Fighter 6 centra il bersaglio praticamente in ogni aspetto

Una delle novità più gradite è infatti il trittico delle modalità di controllo, che va a pescare dalla tradizione a 6 pulsanti con il setup Classico, approcciando poi ai nuovi giocatori con il sistema Moderno, che toglie il controllo dal singolo attacco per restringere i pulsanti a determinate “categorie” (debole, medio, speciale) e lasciando che siano le direzioni a variarne la tipologia – potremmo dire un po’ come in Super Smash Bros.

Per non parlare della modalità “Dinamica”, che permette a chiunque di scendere in campo e combattere semplicemente premendo il tasto dell’autoattacco, lasciando che sia l’intelligenza artificiale a eseguire la mossa migliore a seconda del contesto. Ovviamente limitato solo per alcune modalità, questo sistema di controllo è consigliato principalmente per le serate di svago con gli amici meno esperti, ed è in grado di dare vita a situazioni (pescando da un’altra serie) in stile “Eddie Gordo”, in cui gli smanettoni possono farsi valere.

Street Fighter 6 minigioco
Nel World Tour potremo ottenere soldi grazie a diversi minigiochi

Il mondo cambia e così Street Fighter 6, che sceglie di abbandonare Unreal Engine in favore dell’ormai collaudatissimo e sorprendente (per flessibilità) RE Engine. I personaggi risultano strepitosi per espressività e dettagli, mostrando i danni dello scontro (opzione disattivabile) e la tensione di ogni fibra muscolare, che enfatizza la loro prestanza fisica in modo dinamico, a seconda delle mosse eseguite.

Gli stage sono colorati, vivaci e ricchi di dettagli – ma non è certo una sorpresa – e offrono perfetta cornice per i match. La telecamera scala adeguatamente per seguire i combattenti nei loro movimenti e offre una visuale perfetta durante le spettacolari Super Art, che a livello 3 rappresentano un vero e proprio picco scenografico per la serie. A livello audio va segnalato l’interessante, ma non così trasformativo, commento play-by-play affidato a celebrità del settore, come la superstar WWE Zelina Vega.

 Il titolo più ricco, godibile e divertente nella storia del franchise

L’unica nota negativa a livello tecnico arriva dalla modalità World Tour, che anche nella versione review si porta appresso il problema riscontrato in fase di anteprima: selezionando l’impostazione grafica con priorità alla qualità, vivremo un’esperienza disconnessa, che passa da un’esplorazione degli ambienti a 60 fps a dei combattimenti ben al di sotto di questo framerate, ottenendo un effetto che definirei disturbante. Prima di dedicarsi a questa ricca modalità, conviene quindi impostare la priorità alle performance dal menù principale.

Nulla da segnalare per il Battle Hub, funzionale in ogni suo elemento e sorprendentemente efficace nel passare da un’istanza di gioco all’altra, che si tratti di un match online, una partita agli arcade o una sfida tra avatar: tutto fila liscio, per fortuna!

Conclusioni

Street Fighter 6 aveva un compito preciso: offrire al pubblico un nuovo capitolo che, almeno nella fase di lancio, non avesse nulla da farsi rimproverare, al contrario di quanto successo col suo predecessore. Perché, diciamolo onestamente, è davvero difficile andare a criticare questo genere di produzioni se non per quel che concerne l’aspetto contenutistico o quello tecnico.

La produzione Capcom centra il bersaglio praticamente in ogni aspetto, risultando estremamente godibile per estetica e giocabilità, offrendo al tempo stesso una ricchezza di contenuti non propriamente comune al genere. World Tour, seppur con qualche limite, si prende il centro della scena e accompagna una nuova generazione di combattenti (e giocatori) verso la scena competitiva in modo graduale e intelligente, senza punire chi non dovesse riuscire a fare il salto e volesse mantenere un approccio più casual.

Il passo in avanti è deciso, ed è stato compiuto con coraggio abbandonando alcune nostalgiche frivolezze per offrire un nuovo paradigma: siamo di fronte a un nuovo Street Fighter III, che può stranire e sorprendere in egual misura. Ma al netto di questo, Street Fighter 6 è senza alcun dubbio il titolo più ricco, godibile e divertente nella storia del franchise, andando a redimere definitivamente gli errori compiuti nel recente passato.

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